Ancona-Osimo

In Consiglio regionale il Giorno del Ricordo. Acquaroli: «Passato sia monito per il futuro, con conflitto alle porte dell’Europa»

Seduta aperta del Consiglio regionale dedicata al Giorno del Ricordo, con cui si conserva memoria delle vittime delle foibe e dell'esodo giuliano-dalmata-istriano. Presenti in Aula anche degli studenti delle scuole marchigiane che hanno aderito al Concorso nazionale “Amate sponde”

Il Giorno del Ricordo in Consiglio regionale

ANCONA – «Ricordiamo oggi una pagina drammatica della nostra storia, una tragedia nazionale che per troppi anni è stata rimossa dalla memoria collettiva, relegata sotto il peso dell’indifferenza, e in alcuni casi persino negata». Così il presidente della Regione Marche, Francesco Acquaroli, in chiusura della seduta aperta del Consiglio regionale dedicata al Giorno del Ricordo, con cui si conserva memoria delle vittime delle foibe e dell’esodo giuliano-dalmata-istriano. Presenti in Aula anche degli studenti delle scuole marchigiane che hanno aderito al Concorso nazionale “Amate sponde” i quali hanno realizzato un video contenente la testimonianza di un esule zaratino e letto alcuni elaborati sul tema.

«Non ha ancora compiuto 20 anni – ricorda Acquaroli – la legge che istituisce il Giorno del Ricordo, approvata nel 2004 al fine di conservare e rinnovare la memoria della tragedia degli italiani e di tutte le vittime delle foibe, dell’esodo dalle loro terre degli istriani, fiumani e dalmati, nel secondo dopo guerra e della più complessa vicenda del confine orientale».

Un momento della seduta

Il governatore ha sottolineato «ogni anno contribuiamo alla costruzione di una consapevolezza collettiva e di un costruttivo dialogo sul dramma che si è consumato contro le popolazioni italiane e decine e decine di migliaia di nostri concittadini. Una memoria condivisa – ha aggiunto – che sia alla base di una riconciliazione, senza ideologie e senza bandiere, affinché mai più accadano violenze nei confronti del genere umano».

«In questa occasione – ha aggiunto – ribadiamo sempre e con forza il valore universale della memoria imprescindibile e irrinunciabile affinché i fatti drammatici del passato siano da monito per il futuro soprattutto in questo momento storico in cui riviviamo alle porte dell’Europa, un conflitto che mai avremmo più voluto e immaginato potesse verificarsi».

Acquaroli ha ricordato che il 24 febbraio ricorre un anno dall’invasione Russa in Ucraina «con l’inizio della brutale escalation di cui oggi ancora non vediamo la fine. Soprusi, prepotenze, crimini e ingiustizie, cui l’unica alternativa resta l’esercizio dei valori fondanti della nostra democrazia, da perseguire giorno dopo giorno: la pace, la libertà, la giustizia, la tolleranza, la solidarietà, la tutela della dignità di ogni singola persona, la civiltà della convivenza, del dialogo e del rispetto».

Il Giorno del Ricordo in Aula

«La vicinanza dalla ricorrenza del Giorno del Ricordo e della Giornata della Memoria agevola la comprensione del senso universale di questi principi, valori che sono alla base del nostro impegno istituzionale, affinché le nostre parole – ha concluso – , le preziose testimonianze e la comprensione storica e la condanna di ogni forma di violenza e di totalitarismo rifuggano per sempre ogni tentativo di mistificazione e perseguano un confronto reale e una duratura pacificazione sui temi che devono costituire un patrimonio comune di tutti».

Il presidente del Consiglio regionale Dino Latini in apertura della seduta ha parlato di «una brutale violazione del principio di libertà, dei diritti umani, dell’autodeterminazione dei popoli». «Dopo decenni di silenzio – ha aggiunto nel suo intervento -, l’Italia è ora unita nella condanna di quei tragici eventi e nel ricordo delle persone che hanno perso tutto senza avere alcuna colpa, vittime di pura e semplice violenza».

Secondo Latini, il Giorno del Ricordo è un appuntamento che deve far volgere lo sguardo anche al presente, alle guerre in atto, a quanto sta accadendo in Ucraina e deve rendere sempre più concreta la ricerca della pace. «Rendiamo onore alle vittime delle foibe nella consapevolezza che ricordare, interrogare e consultare il passato – ha spiegato – è la nostra chiave di accesso ad un futuro migliore».

Alcuni studenti

La vicepresidente del Comitato Marche Sud dell’Anvgd, Associazione nazionale Venezia Giulia e Dalmazia, Elisabetta Sabatini ha sottolineato che la storia è stata «taciuta per troppi anni e che oggi necessita della giusta attenzione», mentre il coordinatore per le Marche dell’Unione degli Istriani, Emanuele Piloni ha ringraziato il senatore Roberto Menia promotore della legge istitutiva del Giorno del Ricordo che si celebra il 10 febbraio di ogni anno, data dell’entrata in vigore del trattato di pace con cui, nel 1947, le province di Pola, Fiume, Zara, parte delle zone di Gorizia e di Trieste passarono a quella che era allora la Jugoslavia.

In Aula il direttore dell’Ufficio scolastico regionale, Marco Ugo Filisetti, ha ricostruito i fatti avvenuti dopo l’armistizio dell’8 settembre 1943 «per comprendere meglio quanto accaduto anche a beneficio degli studenti presenti in Consiglio e ai tanti che stanno seguendo questa giornata in streaming». Il Giorno del Ricordo per il direttore dell’Ufficio Scolastico regionale è «più per noi che per loro, affinché impariamo a rifuggire dagli odi meschini, dalle sterili divisioni, perché nelle più facili traversie dei nostri giorni amiamo e accettiamo il nostro dovere».

Filisetti ha ricordato il discorso del 2007 dell’ex presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, per poi rimarcare che «il popolo dell’esodo diede una grande prova civiltà, di spirito d’abnegazione, sopportando sofferenze inimmaginabili, disagi e torti, scrivendo così una delle pagine indelebili della nostra storia di popolo italiano». «Rendiamo omaggio senza distinzione di parte – ha detto aggiunto- a uomini, donne e bambini che penarono sino al martirio per appartenere e restare fedeli ad un’Italia che per loro fu passione, fede e alla fine fu il loro destino. Lo facciamo soffrendo, per il timore di non essere pari al loro insegnamento». «Onore agli italiani di Istria, Quarnaro, Zara, Venezia Giulia – ha concluso – che subirono l’esodo delle loro terre, onore ai caduti delle foibe. Viva l’Italia».

Il vicepresidente del Comitato provinciale di Ancona dell’Anvgd, Giuliano Piccini ha ricordato che la città di Ancona all’epoca fu un «importante luogo di accoglienza, di salvezza e di rinascita», mentre il giornalista e saggista Dino Messina, autore di “Italiani due volte” e “La storia cancellata degli italiani”, ha sottolineato la necessità di unirsi attorno a questa data commemorativa della nostra storia comune.

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