ANCONA – «È una timida risposta alle nostre richieste». È così che Marco Centanni, coordinatore della Lista Gulliver Sinistra Universitaria – Udu Ancona, definisce l’azione messa in campo dalla Regione sulla questione degli affitti per gli studenti universitari fuori sede. La chiusura delle università imposta per limitare la diffusione del coronavirus, ha provocato il rientro degli studenti nelle loro regioni di origine, lasciando però sul groppone delle famiglie l’onere di dover pagare l’affitto degli appartamenti non utilizzati dagli studenti per oltre 3 mesi.
Sulla questione l’associazione studentesca era già intervenuta facendo pressing sulla Regione per chiedere un contributo sull’affitto pagato dagli studenti delle università marchigiane provenienti da tutto il territorio nazionale e internazionale e da quelli che beneficiano di borse di studio.
Una questione che secondo stime delle associazioni studentesche sembra interessare quasi un 30% degli studenti iscritti negli Atenei delle Marche e provenienti da altre regioni italiane, più una significativa quota di studenti di varie zone delle Marche costretti a prendere casa in affitto perché il pendolarismo non è praticabile. Del problema si era interessato anche il Consiglio studentesco dell’Università Politecnica delle Marche che aveva chiesto alla Regione di intervenire creando un fondo.
Ma la risposta arrivata dalla Regione sul contributo d’affitto per gli studenti fuori sede e i fondi stanziati per il rimborso o bonus degli abbonamenti al trasporto pubblico locale, fa storcere il naso all’associazione Gulliver. Nella manovra da 211,7milioni di euro di cui sono state varate le prime 50 misure per 145milioni di euro, la Regione ha previsto contributi a fondo perduto pari a 5milioni per il sostegno al pagamento degli affitti e 15milioni per infrastrutture e trasposti nell’ambito delle quali sono previsti anche contributi per il trasporto pubblico.
Contributi ritenuti insufficienti dall’associazione studentesca il cui presidente va all’attacco e osserva che «gli studenti universitari e le loro difficoltà non sono negli interessi di questa Regione» e rincara spiegando che le Marche «non sono una regione per universitari».
Sul bonus per gli abbonamenti del trasporto pubblico locale, «l’ingente somma stanziata è sicuramente supportata dai fondi stanziati nel Decreto Rilancio che prevede misure di sostegno ai pendolari di trasporto ferroviario e trasporto pubblico locale» sottolinea, precisando però che il provvedimento «non dà alcuna garanzia in merito all’efficacia che potrà avere nei confronti degli studenti universitari».
Secondo Centanni infatti la soluzione proposta nel Decreto Rilancio e quella dell’assessore ai trasporti Angelo Sciapichetti, prevedono «l’erogazione di voucher dalle aziende del trasporto pubblico», ma «ad oggi non si ha certezza che questi bonus possano essere utilizzati anche al di fuori dell’azienda che lo ha emesso». Se così non fosse «verrebbe impedito l’accesso al bonus alla maggior parte degli studenti che avranno terminato il percorso di studi» e che quindi non avranno necessità di rifare l’abbonamento, sia a quei ragazzi che per colpa della crisi non avranno modo di confermare l’affitto per il prossimo anno accademico.
Sul fronte del contributo per gli affitti Centanni lamenta invece che «non ci sono garanzie sulla reale incisività dell’intervento nei confronti degli universitari».
Il contributo, indirizzato agli studenti residenti nelle Marche e iscritti ad un ateneo marchigiano, «sono solo una parte, seppur consistente, degli studenti fuori sede iscritti negli atenei e istituti», una decisione che esclude dal contributo affitto gli studenti «provenienti da altre Regioni e coloro che provengono al di fuori del territorio nazionale». Studenti che come rimarca Centanni «pagano la tassa regionale per il diritto allo studio, investono il loro futuro nella Regione Marche e contribuiscono ad arricchire sia il patrimonio economico che culturale della stessa».
Insomma per il presidente di Gulliver «tagliare fuori gli studenti dalla possibilità di ricevere questo contributo significa creare un discrimine volto a considerare la componente studentesca non come una risorsa socio culturale quale è».
Ad essere esclusi dal contributo sono anche «gli studenti residenti nelle Marche ma iscritti ad atenei di altre regioni. È chiaro che l’intenzione da parte del Governo della Regione di aiutare gli studenti iscritti nel proprio territorio, ma con questa manovra non vengono aiutati né tutti gli studenti iscritti negli atenei marchigiani, né gli studenti residenti nella regione Marche».
«Le promesse lasciano il tempo che trovano – conclude -. Vogliamo i fatti. Siamo stanchi di essere la categoria meno considerata ma la prima che si ricerca quando bisogna tagliare i fondi».