Ancona-Osimo

Coronavirus ed economia, Marcolini: «Effetti paragonabili alla crisi del 2008» – VIDEO

Secondo il presidente Istao le conseguenze della chiusura delle attività produttive potrà produrre un effetto simile a quello della crisi economica che ci fu nel 2008

Pietro Marcolini
Pietro Marcolini

ANCONA – «Le previsioni sono preoccupanti e dipendono anche dalla reazione simultanea che i vari paesi, le varie economie e le varie società sul piano internazionale riusciranno a mettere in campo».

A parlare degli effetti che potrebbe avere l’epidemia di Coronavirus sull’economia è Pietro Marcolini, presidente Istao. Secondo Marcolini gli studi condotti dall’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico non lasciano dubbi sul fatto che la crisi abbia assunto ormai «una dimensione planetaria: con la chiusura delle imprese calano i consumi e cala la produzione» spiega, precisando che «l’idea di una crisi risolvibile in qualche settimana e qualche mese si sta spostando piuttosto in la».

Ma quale sarà l’impatto di questo del Covid-19 sull’economia? Secondo il presidente Istao potranno essere «paragonabili» a quelli della crisi che ci investì nel 2008. «Non c’è una zona del pianeta reattiva o che non debba prepararsi con misure come quelle cinesi o italiane a bloccare gran parte delle attività», spiga. Ma se da un lato «l’Europa comincia a parlare con una voce sola», mentre «gli Stati Uniti si sono mossi seppure in maniera differita rispetto alle necessità già evidenti», sarà necessario «pensare ad un piano di contrasto alla crisi di carattere unitario».

Il fondo monetario internazionale, osserva Marcolini «ha ipotizzato un intervento di coordinamento sul piano finanziario ma gli Stati Uniti hanno messo in campo un piano da 1000 miliardi e penso che la Cina da un lato e l’Europa dall’altro possano fare altrettanto e anche di più».

Intanto in Cina a distanza di due mesi dallo scoppio dei contagi, l’economia registra «una ripresa della produzione pari tra la metà e il 60-75%». In Europa invece l’impatto si deve ancora sentire e gli Stati Uniti si stanno preparando con ritardo a questa crisi».

Marcolini cita uno studio Inglese che prevede addirittura un impatto del Coronavirus che potrebbe prolungarsi addirittura fino alla  primavera del 2021: «È una previsione eccessiva – spiega -, ma è del tutto evidente che se ci fosse una frenata generalizzata dal lato dei consumi e della produzione il termine di paragone con il 2008 non sarebbe poi così fantasioso».

E gli effetti sulle Marche? La nostra regione a vocazione manifatturiera secondo Marcolini «risentirà come il centro-nord della frenata dell’economia, anche se se – osserva – le nostre aziende stanno seguendo il buon senso e in questo periodo stanno facendo lavori manutenzione ordinaria e straordinaria, cambiano i programmi di formazione, accelerano gli approfondimenti, gli studi e le ricerche. Occorre cogliere questo momento come occasione di formazione che diventi permanente e aiuti ad orientare nuovamente le attività tenendo conto delle emergenze sulle quali dovremo riorganizzare tutti i nostri sforzi».