ANCONA – No all’ospedale unico dove concentrare tutti i pazienti marchigiani affetti da Coronavirus, ma più strutture dislocate sul territorio regionale per accoglierli. È questa la strategia messa a punto dal presidente regionale Luca Ceriscioli per affrontare l’emergenza Coronavirus che sta facendo registrare nelle Marche già 159 contagi, 62 dei quali confermati dall’Istituto Superiore di Sanità. Dunque non un grande ospedale sul modello cinese, ma più strutture «che per intero vengono convertite e dedicate facendo in modo da avere la disponibilità necessaria a dare sempre una risposta ai nostri cittadini», spiega il governatore.
A margine del sopralluogo di questa mattina agli Ospedali Riuniti di Ancona, dove ha visitato il container e la tenda per il pre-triage, il governatore ha spiegato che in alcune strutture si tratterà di «uno o più plessi dedicati» ai pazienti che hanno contratto il Coronavirus, mentre in altre si tratterà di «plessi singoli» e «reparti che si trasformano». Insomma, una rivoluzione a tempo record per fronteggiare una emergenza che solo poco più di un mese fa sembrava una ipotesi fantascientifica.
«Usiamo i tanti posti che abbiamo dedicandoli per questo» nell’ambito di «una collaborazione fra Asur e Azienda Ospedaliera per fare ognuno la propria parte». Insomma la sanità marchigiana si riorganizza per fronteggiare il numero crescente di contagi che è in costante aggiornamento e che vede tra i positivi e tra le 981 persone in quarantena perché sono venute a contatto con persone infettate dal coronavirus, anche 183 operatori sanitari.
«Importante che chi è stato messo a domicilio rispetti tutte le indicazioni», sottolinea Ceriscioli evidenziando che è al lavoro per «rafforzare tutti gli strumenti per garantire» che ci sia il rispetto dell’isolamento domiciliare. Il presidente nel sottolineare «l’impegno continuo da parte degli operatori» evidenzia anche l’importanza di uno «scambio tra i vertici regionali per predisporre gli strumenti e comprendere quello che sta accadendo».
«È una evoluzione che seguiamo con grande attenzione cercando di essere sempre un passo avanti rispetto a quello che serve» spiega precisando che c’è un lavoro costante per individuare gli spazi che potrebbero essere necessari nel caso di un crescendo ulteriore del numero dei contagi.
«A Torrette stanno facendo un ottimo lavoro» dichiara annunciando «una cinquantina di posti letto aggiuntivi, dedicati e pronti per accogliere» i pazienti affetti da Coronavirus.
Ceriscioli ha definito «importanti e interessanti» gli strumenti messi a disposizione dal decreto varato dal governo. Il governatore ha citato la possibilità di richiamare in servizio i pensionati, oltre ai medici e infermieri in quarantena non perché positivi ma perché venuti a contatto con persone affette da Coronavirus, operando in una situazione che non espone al rischio. «L’obiettivo – ha detto – è quello di recuperare il più possibile il personale».
Sul pre-triage è intervenuto il direttore generale degli ospedali Riuniti di Ancona, Michele Caporossi che l’ha definito «un filtro molto importante». anche in vista del «picco che vedremo nelle prossime settimane». «Ci stiamo attrezzando per fare tutto il possibile. È un ospedale in questo momento cangiante in continua trasformazione – spiega – non c’è più il reparto fisso di una volta, ma una organizzazione che muta alla velocità della luce. Solo in due giorni abbiamo cambiato la struttura interna di alcune cose proprio per fare in modo che ci sia una risposta specifica della rianimazione e dell’infettivologia».
Caporossi ha spiegato che la palazzina dove è ospitato il reparto di Malattie Infettive sarà dedicata ai pazienti affetti da Coronavirus e che per questo è in fase di trasformazione in modo da accrescere il numero di posti letto, rispetto ai 40 attuali, riservati a questi malati, sottolineando il fatto che questo processo comporta una conseguente riorganizzazione anche degli altri reparti. Tra le criticità sottolineate dal direttore generale c’è quella delle dimissioni in tempi rapidi dei pazienti ordinari per fronteggiare «il picco previsto», anche se il nodo più grande resta quello del personale esposto ai contagi. «Dobbiamo far conto su un numero di persone che già ci sono in ospedale e che sono skillate per far fronte all’emergenza e distoglierle da altri servizi».
In isolamento domiciliare ci sono tra 55 e 70 medici e infermieri degli Ospedali Riuniti di Ancona, ma intanto la direzione ospedaliera si è organizzata per nuove assunzioni di infermieri, grazie anche al concorso lampo tenuto nei giorni scorsi. Già da metà marzo prenderanno servizio tra Torrette e il Salesi 57 infermieri e successivamente un’altra cinquantina per arrivare a quota di oltre 100. «Una bella immissione di risorse nuove e giovani», conclude Caporossi.