ANCONA – Prime condanne per la maxi inchiesta della corruzione in Comune “Ghost Jobs”. Il geometra infedele Simone Bonci ha preso due anni e sei mesi (si procedeva con l’abbreviato). Patteggiamento ad un anno e dieci mesi (pena sospesa) per gli imprenditori Marco Duca, dell’omonima azienda di Cupramontana e Carlo Palumbi, dell’azienda di Teramo.
Gli altri accusati sono stati tutti rinviati a giudizio. Si tratta di Francesco Tittarelli, di Ancona, Tarcisio Molini, della Mafalda Costruzioni di Cingoli e l’osimano Moreno Ficola. Il processo per loro si aprirà tra un anno, il 7 dicembre 2022. Stabilita anche una confisca di 49mila euro per Bonci ritenuti i proventi della corruzione. È l’esito dell’udienza preliminare che si è tenuta oggi, 25 novembre, davanti alla gup Francesca De Palma.
Prima di ricorrere in abbreviato il geometra voleva patteggiare ma la possibilità era poi caduta dopo che la Corte di Cassazione aveva annullato l’ordinanza del Riesame e il dissequestro di circa 40mila euro emessa dal gup in favore dell’imputato. Con quei soldi Bonci aveva già risarcito il Comune ma il pm Ruggiero Dicuonzo aveva chiesto la confisca del pagamento a favore dello Stato. Nell’indagine, emersa a novembre 2019, Bonci è accusato di aver pilotato appalti di lavori pubblici a ditte amiche e aver facilitato il pagamento alle stesse di lavori mai eseguiti o in parte fatti in cambio di varie utilità come cellulari, telecamere, un portone blindato e lavori edili per un bagno. I reati contestati sono corruzione aggravata e istigazione alla corruzione.
(Servizio aggiornato alle 17.40)