ANCONA – Festa della Liberazione, il Corteo pro Palestina tenta di arrivare al Monumento, in piazza IV Novembre, ma viene bloccato sopra il Viale della Vittoria da polizia e carabinieri. Il questore, Cesare Capocasa, lascia la cerimonia e va ad incontrare i manifestanti.
È accaduto poco fa, alle 10.30, ora esatta di inizio della parata militare. Un gruppo di manifestanti, più o meno giovani, ha iniziato ad intonare cori pro Palestina all’altezza di via Trieste, all’angolo con via Podgora, con tanto di bandiere. Immediata la risposta delle forze dell’ordine, che hanno impedito che il corteo – di cui faceva parte anche il consigliere comunale di estrema sinistra, Francesco Rubini – arrivasse al Passetto.
«Ci impediscono di parlare di Palestina e di dire la verità. Fateci passare», gridavano i manifestanti, dietro il cordone di militari. «Non ci state facendo accedere alla cerimonia del 25 aprile perché non si può parlare di Palestina. Nessuno vuole parlare di Palestina». Poi, è stata intonata ˊBella Ciaoˊ e qualcuno si è spinto fino a contestare la presidente anconetana dell’Anpi, Tamara Ferretti.
È accaduto quando una ragazza bionda, con un giubbino di jeans addosso, ha riferito al Corteo pro Palestina che la presidente dell’Anpi avrebbe detto (sempre secondo la ragazza, ndr) che «questa non è una manifestazione per la Palestina e quindi è giusto che non vi facciano entrare». Da lì, sono partiti i cori contro Ferretti, che poco prima aveva incontrato i giornalisti e sfilato al Monumento e si apprestava a partecipare al corteo. Alcuni manifestanti, in tutto ciò, asserivano di essere «iscritti all’Anpi».
Raggiunta dai nostri microfoni, la presidente Ferretti ha chiarito: «Ci sono tanti che dichiarano di essere iscritti all’Anpi, noi chiaramente abbiamo l’elenco degli iscritti. Ognuno è libero di protestare come vuole, il 25 aprile è una Festa della Liberazione di questo paese. Poi, ognuno in piazza esprime le sue opinioni. Nessuno impedisce niente a nessuno, tanto che anche qui ci sono state grida a sostegno dell’antifascismo. Cosa che dovrebbe essere. In questo paese, le manifestazioni si possono fare tutti i giorni. Quello che non è pensabile è che una festa nazionale riconosciuta dallo Stato dal 1946, perché voluta dal popolo italiano, diventi un’altra cosa. Il sostegno alla libertà di tutti i popoli, come anche a quello del popolo palestinese, è sacro. Ma non c’è qualcuno che ha il primato per affermarlo».
A ridosso della conclusione della manifestazione, al Viale della Vittoria, alcuni, tra il pubblico, hanno intonato il coro «Siamo tutti antifascisti, viva i partigiani». Quindi, è partito il tradizionale corteo verso piazza Cavour con il primo cittadino in testa, dietro la banda. Fra il pubblico, una signora ha evidenziato come «ˊBella Ciaoˊ non venisse suonata». E invece l’inno della Resistenza è partito a ridosso di piazza Diaz. Fra il pubblico e la folla, anche l’ex Sindaca di Ancona, Valeria Mancinelli, scortata dai colleghi di partito con cui ha condiviso dieci anni di mandato prima passare il testimone all’attuale numero uno, Daniele Silvetti.
Giuliana Fanizza è una delle manifestanti pro Palestina: «Oggi qua per ricordare che la Resistenza non è solo quella di ieri o solo quella che vogliamo ricordare. La Resistenza è anche quella di oggi. Questa è la mano sporca di sangue dei bambini palestinesi e di tutte le persone palestinesi che stanno subendo un genocidio. E tutt’ora abbiamo paura di dire questa parola. Ne è la prova il fatto che non ci fanno entrare. Per ricordare la Resistenza di ieri, ma soprattutto quella di oggi – ha ribadito – E non sono due manifestazioni diverse, è la stessissima manifestazione. La memoria non va bene solo quando è finita. La memoria serve anche per ricordare quanto succede oggi».
Il consigliere Francesco Rubini, kefia bianco rossa sul collo, ha alzato il pugno chiuso: «La nostra manifestazione per la Palestina? L’avremmo fatta ugualmente, anche se al governo ci fosse stato il centrosinistra. Perché i valori e quanto abbiamo provato a dire oggi hanno lo stesso identico valore sia col centrodestra sia col centrosinistra. Sponda sul centrosinistra su certi temi? Penso ci possa essere, ma è un dato di fatto che l’unica forza politica rappresentata qui era la nostra, quella di Altra idea di città».
«Siamo scesi in piazza per dire che riteniamo incredibile che nella giornata del 25 aprile, Festa della Liberazione dal nazifascismo, non si possa portare la più grande resistenza che oggi c’è nel mondo, che è quella dei palestinesi contro il genocidio perpetrato dal governo israeliano. È incredibile quanto accaduto oggi, il fatto che ci abbiano bloccati. Perché eravamo poche persone, a viso scoperto, in una protesta pacifica. Volevamo soltanto aprire uno striscione e portare questa istanza dentro il corteo».
Quindi l’affondo al «governo Meloni. La nostra intenzione era arrivare qua, aprire lo striscione e dire due parole. Il presidio si è spostato al Pincio, per un’altra iniziativa. Non v’era alcuna volontà di disturbare, irrompere o creare disordini. Ci siamo trovati bloccati in maniera ingiustificata da parte della polizia che evidentemente per ordini superiori non può far entrare le bandiere palestinesi in determinati contesti. E questa è una grave violazione del diritto di pensiero e di manifestazione. È una giornata abbastanza triste oggi ad Ancona per la democrazia». Lo striscione pro Palestina, alla fine, è stato srotolato e il corteo di circa venti persone (Rubini compreso) ha seguito la banda fino in centro.