Ancona-Osimo

Cari figli, quanto ci costano? Spese e bonus previsti

Gli italiani mettono al mondo sempre meno bambini anche perché mantenere un figlio nel primo anno di vita può costare fino oltre 15mila euro. Di Tommaso, Cisl: «Oggi i sussidi ci sono, ma manca il lavoro»

ANCONA – Più di 100mila nascite in meno dal 2008 al 2016. È quanto emerge dal rapporto su natalità e fecondità dell’Istat. Gli italiani fanno sempre meno figli. Un’emergenza che vede tra le sue cause principali, mutazioni sociali come la perdita culturale del ruolo della maternità e il procastinare la genitorialità, perché si entra nel mondo del lavoro tardi e quindi ci si sposa e si va a convivere tardi. Ma alla base della flessione nelle nascite ci sono soprattutto ragioni economiche: i figli costano, c’è poco lavoro è l’occupazione è spesso precaria. Senza contare la crisi economica in atto che di certo non crea il substrato giusto per mettere in cantiere un figlio. E tra chi trova il coraggio di procreare, spesso  si fermano ad un figlio per il timore di non essere in grado di sostenerne i costi. Il fatto che quasi una famiglia su tre, come rilevato dall’Istat, sia composta da una sola persona, è certamente emblematico di un quadro di questo tipo.

SPESE
Ma quanto costa mantenere un figlio oggi? Secondo l’Osservatorio Nazionale Federconsumatori le spese di mantenimento di un figlio nei primi 12 mesi di vita oscillano da un minimo di 7.123,01 euro ad un massimo di 15.348,93 euro.

Tra le voci di spesa più “onerose”, latte e pappe, vestiario, pannolini e visite mediche. Tasto dolente per tante famiglie che hanno appena avuto un figlio, il rientro al lavoro dopo la maternità: chi può contare sull’aiuto dei nonni può dirsi fortunato, mentre altri sono costretti a pagare asilo nido o babysitter a tempo pieno, con costi spesso salati.

BONUS
Per fortuna negli ultimi anni sono state varate alcune forme di sostegno per aiutare le famiglie ad affrontare questi costi.
«Oggi i sussidi ci sono, ma manca il lavoro», spiega la responsabile territoriale del Patronato Inas Cisl di Pesaro, Giuseppina Di Tommaso.

Una mamma che rimane incinta ha diritto al settimo mese di gravidanza (32esima settimana) a presentare domanda per il Bonus Mamma – precisa la responsabile del Patronato – che dà diritto ad 800euro una tantum, senza limite di reddito. Basta avere la residenza in Italia e viene erogato anche in casi di permesso di soggiorno». La domanda può essere presentata anche dopo la nascita, fino al compimento del settimo mese del figlio.

Una volta nato il bambino le famiglie possono contare sul Bonus Bebé che viene concesso a ghi ha un Isee che non supera i 25mila euro per nucleo familiaree che dà diritto ad un assegno mensile di 80 euro per i nati nel 2019 e per la durata di un anno. Le famiglie in pratica si ritrovano in tasca 960 euro in più in un anno, che nel caso in cui l’Isee non superi i 7mila euro raddoppiano (160 euro al mese).

Inoltre mamma e papà possono chiedere il congedo parentale obbligatorio per 6 mesi al 30% dello stipendio e con la possibilità di frazionare il periodo del congedo fino al compimento dei 8 anni di età del figlio.

Al momento del rientro al lavoro viene in aiuto delle famiglie il Bonus Asilo Nido. «Questo sussidio viene erogato, come anche il Bonus Mamma e il Bonus Bebé a tutti i lavoratori, sia dipendenti che autonomi – sottolinea Giuseppina Di Tommaso – . Si può ottenere il Bonus Asilo Nido senza limiti di reddito, purché la cittadinanza del richiedente sia italiana. Ogni mese le famiglie devono presentare all’Inps la fattura della retta già pagata, solo in questo modo possono vedersi riconosciuti i 136 euro mensili del bonus». Attenzione però, perché questa forma di sussidio non è cumulabile in sede di dichiarazione dei redditi, per cui se si percepisce il Bonus Asilo Nido, non si potrà portare in detrazione la retta.

Discorso a parte l’Assegno al Nucleo Familiare (Anf), che spetta a chi ha un reddito da lavoro dipendente pari al 70%. L’assegno può variare a seconda del reddito, da 40 a 150 euro. L’Anf spetta anche a disoccupati e inoccupati da 10 a 150 euro.