Ancona-Osimo

Covid, il governatore Acquaroli: «Su Anconetano, se necessario, provvedimenti specifici»

A far traballare le Marche rischiando di finire in zona arancione potrebbero essere gli indici di occupazione negli ospedali. Confronto serrato tra Regione, Ministero e Istituto Superiore di Sanità

Francesco Acquaroli

ANCONA – È conto alla rovescia in attesa del verdetto della cabina di regia della Sanità che oggi stabilità la zona di rischio in cui si collocheranno le Marche a partire da domenica 21 febbraio. «L’indice Rt delle Marche è 0,91» spiega il governatore Francesco Acquaroli «possiamo confermare dai dati che ci sono stati trasmessi preliminarmente che i focolai sono in diminuzione». Due elementi, l’Rt sotto 1 e i cluster in calo che Acquaroli definisce «importanti» anche se precisa che «la cabina di regia ha l’ultima parola rispetto al destino della fascia di colore della nostra regione».

La zona arancione scatta in automatico con un valore dell’indice di trasmissibilità del virus a quota 1, ma la regione potrebbe essere in bilico tra la zona gialla (rischio moderato) e quella arancione (rischio elevato) a causa dell’escalation di contagi che sta interessando la provincia di Ancona «dove l’indice anche ieri era molto alto» afferma l’assessore alla Sanità Filippo Saltamartini.

Sollecitato sulle proteste dei sindaci che proprio ieri si sono riuniti sotto l’egida dell’Anci Marche per affrontare il tema, Acquaroli spiega che c’è un dialogo aperto con i primi cittadini e che «stiamo interloquendo in maniera fitta con il ministero e con l’Istituto Superiore di Sanità».

Poi ha ricordato l’ordinanza che blinda i confini della provincia di Ancona e che scadrà sabato 20 febbraio alle 24: Acquaroli ha spiegato che il provvedimento «cerca di togliere dal territorio l’appesantimento della mobilità che inevitabilmente ha la provincia capoluogo di regione. Stiamo cercando di monitorare la situazione – prosegue – , qualora il servizio salute e l’Istituto Superiore di Sanità dovessero indicare misure da mettere in campo, al di fuori del cerchio che già c’è nel Dpcm, farò la mia parte».

Il governatore ha puntualizzato che ulteriori provvedimenti «sono scelte che vanno condivise perché toccano molti aspetti, dalla sicurezza delle famiglie, degli individui, degli anziani, dei fragili e degli ospedali a quelle che sono le libertà degli individui. Sono scelte da prendere sulla base dei dati e con il supporto di chi studia l’andamento e gli effetti della pandemia sul territorio». «Se sarà necessario emettere una ordinanza o un provvedimento più restrittivo lo faremo» spiega, precisando che l’orientamento è verso «provvedimenti specifici per quei territori che hanno una difficoltà».

L’assessore alla Sanità Filippo Saltamartini

A far traballare le Marche rischiando di finire in zona arancione potrebbero essere gli indici di occupazione negli ospedali: quello in terapia intensiva è a quota 36%, mentre in area medica si attesta al 46%, quando il valore soglia è fissato al 30% in area intensiva e 40% in area medica. L’assessore alla Sanità Filippo Saltamartini spiega che se l’indice nell’Anconetano è alto, nelle altre province è più basso e cita «la zona di Ascoli che è quasi bianca, così come Fermo. Quindi complessivamente la regione è gialla».

Nell’attesa che il ministero della Salute sciolga la riserva sulla colorazione delle regioni, gli occhi sono tutti puntati sulla vaccinazione agli over 80 che scatta domani 20 febbraio. Intanto è agli sgoccioli quella del personale sanitario e degli ospiti delle Rsa e l’assessore Saltamartini afferma che tra oggi e domani «deve essere portata a completamento» con la somministrazione delle seconde dosi, anche se ci sono «delle situazioni locali» con strutture nelle quali si sono inseriti i cluster che dovranno slittare nei tempi. «Le Rsa che non finiscono oggi nei prossimi giorni devono chiudere la vaccinazione, questo è il programma», conclude.