ANCONA – «Nelle prossime ore provvederò a convocare una riunione con i parlamentari marchigiani affinché si facciano anche essi portatori in parlamento di quella che è la situazione che la nostra regione, i nostri cittadini e gli imprenditori, vivono». Il governatore Francesco Acquaroli chiama a raccolta senatori e deputati marchigiani per fare quadrato sulla crisi economica innescata dalla pandemia e portare a Roma le istanze del mondo imprenditoriale della regione e dei lavoratori, preoccupati di perdere il lavoro a causa delle chiusure imposte per limitare la circolazione del virus.
Il presidente della Regione Marche ha tracciato il quadro della situazione in un video diffuso sulla sua pagina Facebook, nel quale ha sottolineato di ricevere quotidianamente messaggi di «protesta e preoccupazione» da parte di cittadini, imprenditori e associazioni di categoria. «Sicuramente dobbiamo avere la massima attenzione nei confronti della pandemia che nessuno di noi ha mai sottovalutato o sottovaluta» ha detto, aggiungendo però che oltre a «cercare di tenere sotto controllo la curva epidemiologica e salvaguardare l’efficienza delle strutture sanitarie», occorre «guardare anche il risvolto sul lavoro, sull’economia e sulla tenuta sociale della nostra regione».
Aspetti fondamentali che «non possono essere messi in seconda linea perché la disperazione e l’esasperazione che noi cogliamo – prosegue – sono sentimenti che non possiamo fare altro, con i limitati poteri e con le limitate risorse di cui disponiamo, che portare al Governo centrale affinché le prenda in debita considerazione». Il presidente ha rimarcato il susseguirsi, negli ultimi mesi di vari Dpcm e Decreti, che hanno portato a nuove regole creando problemi di comprensione fra i cittadini.
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«Tutta una serie di provvedimenti – spiega – che si sono alternati da novembre fino ad oggi creano difficoltà e tensioni a livello di incomprensioni e di incapacità di dare le risposte che si vorrebbero dare a tante categorie e realtà che vedono ristrette le loro possibilità di lavoro, di movimento e di poter ambire a costruirsi un percorso forte e autorevole a livello lavorativo, di studio ed economico».
Poi il presidente ha affrontato il giro di vite impartito nei criteri per la classificazione delle regioni nelle diverse fasce di rischio e che ha portato la Marche a passare in fascia arancione da domani 17 gennaio. Acquaroli ha espresso «perplessità» per l’indice Rt «da un mese e mezzo sotto a 1» e con casi sintomatici e asintomatici che «stanno scendendo». Se la pandemia dopo le feste aveva un po’ visto rialzare i numeri, ora nella settimana che sta per terminare secondo il governatore sembra tornare a livelli di «prima delle festività natalizie».
Acquaroli osserva che c’è stato un aumento dei ricoveri nelle strutture ospedaliere e degli occupanti delle terapie intensive, «ma a fronte di questo numero che va a indicare l’indice alto di rischio» c’è il fatto che la curva si «sta stabilizzando». Poi è entrato nel merito delle polemiche sulla riapertura delle scuole chiarendo di aver preso la decisione di posticipare quando i casi riscontrati superavano i 700 giornalieri con 70 sintomatici. Il problema, secondo Acquaroli non è nel trasporto pubblico locale o nella scuola, ma risiede piuttosto nel fatto che «non sappiamo l’effetto che si va ad avere nella massa in movimento nelle strade e nelle piazze di tantissimi ragazzi e famiglie che li accompagnano», insomma «una precauzione», ma se l’Rt resterà sotto 1 «potremo pensare ad un provvedimento che vada ad anticipare il rientro a scuola al 50%».
Ma come ha rimarcato «tutto sta nei numeri» e nell’andamento della situazione, una questione sulla quale si è confrontato con il governo centrale, sottolineando però che questi stessi numeri trasmessi al ministero vanno letti «a ragion veduta». Il governatore ha poi annunciato che nei prossimi giorni i numeri di posti letto di terapia intensiva cresceranno perché sono pronti 17 nuovi letti che andranno ad ampliare la dotazione della regione. Poi ha anche rimarcato che tra i ricoverati per covid ci sono anche persone ospedalizzate non per gli effetti del virus ma per altre patologie. «Credo che tra Istituzioni dovremmo cercare di scambiare informazioni» per evitare di rincorrere il cambio di indici e parametri che «creano solo confusione».
Infine ha spiegato di avere inviato una lettera alla Conferenza Stato Regioni nella quale ha invocato un atteggiamento diverso da parte del governo, perché «davanti alla sicurezza e alla salute dei cittadini sicuramente c’è una grande apprensione, da parte nostra e di tutte le Istituzioni locali, ma c’è anche grande apprensione per l’arrivo di una crisi economica e per la tenuta sociale».
Acquaroli ha sollecitato attenzione alle categorie penalizzate, e ristori tempestivi, «la situazione è ormai difficile» ha detto per questo ha chiesto assunzione di responsabilità anche per bar, ristoratori e partite iva, palestre, altre attività che sono rimaste ferme senza più «la speranza di rimettersi in gioco subito, è qualcosa che mette oggettivamente in difficoltà ognuno di loro e le Istituzioni locali». Poi ha espresso preoccupazione per il fatto che i ristori non siano sufficienti: «La nostra è una preoccupazione forte e fondata sulle proteste e le preoccupazioni che riceviamo ogni giorno».