ANCONA – «Stiamo lavorando per potenziare l’assistenza territoriale e domiciliare e presto arriverà un secondo atto in questo senso. Il mio pensiero in questo momento non è solo rivolto al rischio della pandemia, ma anche a tutti coloro che se la situazione peggiorerà non potranno essere curati, a tutti coloro che hanno paura di non essere assistiti, ai più deboli, ai più fragili e alle categorie a rischio». Il presidente della Regione Marche Francesco Acquaroli annuncia il potenziamento del piano pandemico regionale. Con i numeri dei contagi e dei ricoveri in ascesa, il governatore e l’assessore regionale Filippo Saltamartini, hanno varato una serie di misure, per recuperare il ritardo accumulato negli ultimi mesi.
Nel pacchetto di misure varato dalla Giunta, sono previsti l’incremento della dotazione giornaliera di tamponi a quota 5mila molecolari, 1.500 molecolari rapidi, 5.500 antigenici rapidi, approvato dal commissario Arcuri. Poi il rafforzamento della campagna informativa e educazionale fra la popolazione sui comportamenti corretti da assumere, l’implementazione del sistema informatizzato regionale di raccolta e aggregazione dei dati clinici ed epidemiologici, il tracciamento dei contatti e la sorveglianza sanitaria tramite i Dipartimenti di Prevenzione, che dovranno essere potenziati.
Ma è via libera anche al potenziamento dell’attività vaccinale anti-influenzale: alle 294.300 dosi già distribuite sulle 420mila prenotate dall’Asur, sono state richieste al commissario Arcuri ulteriori 310mila dosi. Inoltre le Usca, che verranno potenziate per rafforzare l’attività assistenziale sul territorio, saranno dotate di apparecchiature portatili per ecografie da effettuare sul territorio e anche a domicilio. Il Piano pandemico prevede anche il rafforzamento dell’assistenza domiciliare integrata oltre che delle Usca, per le quali sono previste assunzioni di nuove figure, come l’infermiere di comunità e nuovi servizi come la Centrale operativa regionale.
Ma la Giunta è al lavoro anche per per attivare un Numero Unico per le Emergenze e realizzare centrali operative territoriali di coordinamento delle attività sanitarie e sociosanitarie, e procedure agevolate per la prescrizione dematerializzata farmaceutica.
Il fronte di impegno più intenso è quello del potenziamento della rete ospedaliera e dei posti di terapia intensiva, non solo con la riattivazione del Covid Hospital di Civitanova, ma anche con il reclutamento di personale specializzato anche dalla Marina Militare. Al 30 ottobre in aggiunta ai 120 posti letto di terapia intensiva Covid, nelle Marche risultano attivi altri 44 posti letto, distribuiti tra il Covid Hospital di Civitanova (14), Torrette di Ancona (21), Marche Nord (6) e San Benedetto (3). «L’eventuale urgenza di allargare la dotazione in terapia intensiva potrà essere garantita utilizzando la struttura Covid di Civitanova Marche» dotata di sei moduli di 14 posti letto, per un totale di 84 posti letto, spiega l’assessore Saltamartini.
La Giunta però ha avviato una riorganizzazione per incrementare la dotazione regionale di 105 posti letto per terapia intensiva e 107 di terapia sub intensiva. Inoltre ha previsto percorsi per pazienti Covid nelle strutture ospedaliere dove esiste una unità operativa di malattie infettive/terapia intensiva come negli ospedali di Pesaro, Ancona Torrette e Fermo: in queste strutture viene garantita la presa in carico completa del paziente, assicurando, contemporaneamente, le restanti attività assistenziali non procrastinabili. Il punto nascita dedicato Covid verrà gestito presso l’Azienda ospedaliera Marche Nord.
In caso di ulteriore peggioramento della pandemia sul territorio regionale è prevista la riorganizzazione dei percorsi dedicati presso le strutture ospedaliere di Senigallia/Jesi, Inrca di Ancona, Camerino/Civitanova e sezione distaccata di Macerata, San Benedetto del Tronto ed ex malattie infettive di Ascoli Piceno. In base all’ulteriore aumento delle necessità di ricovero è confermata la possibilità di attivare posti letto del privato accreditato a Villa dei Pini (Civitanova, per le acuzie), a Campofilone/Valdaso e Villa Fastiggi (Pesaro) per le post acuzie. Ricoveri extra ospedalieri, per la durata dell’emergenza, saranno possibili presso le strutture di Fossombrone e Galantara, Chiaravalle e Villa Maria di Fermo.
Nei Pronto Soccorso della Regione l’azione è quella di approntare percorsi di separazione e percorsi di accesso dedicati per sospetti covid-19, mentre si fanno scorte di dispositivi di protezione individuale per almeno 5 mesi. Nel piano approvato dalla Giunta anche la possibilità di rimodulare l’offerta ambulatoriale in caso di necessità, la revisione degli accordi con il privato accreditato e l’attivazione di strutture di tipo alberghiero finalizzate a rendere possibili le misure di isolamento sociale o di quarantena per chi non può stare isolato nella propria abitazione. In iter anche linee operative per gli istituti penitenziari.
Misure «di natura emergenziale e straordinaria» spiega l’assessore, rese necessarie per il «rapido diffondersi dell’epidemia da Covid-19 sul territorio regionale. Hanno pertanto validità temporanea, fino alla risoluzione delle criticità, ma sono essenziali in questa fase di ripresa del contagio. Siamo al lavoro per implementare le reti sanitarie e territoriali, l’arrivo in ospedale deve avvenire solo quando necessario». Dai dati riportati nel Piano pandemico, risulta che il rapporto positivi/testati è passato dal 9,7% (12-18 ottobre) al 14,35% (19-25 ottobre). L’incidenza media al giorno da 141 casi (12-18 ottobre) a 216 (19-25 ottobre). L’indice Rt per la valutazione del rischio da 1,45 (5-11 ottobre) a 1,55 (12-18 ottobre).
«È un primo atto di indirizzo che racchiude sia una visione strategica sia gli interventi approntati dal nuovo esecutivo nelle prime due settimane di attività – spiega il presidente della Regione Marche Francesco Acquaroli -. L’avvio della XI Legislatura ha coinciso con la riesplosione del fenomeno pandemico, richiedendoci di verificare immediatamente gli strumenti approntati nel precedente mandato consiliare, affinché risultino congrui e più puntuali con le esigenze attuali. Abbiamo deciso di non intaccare il contenuto essenziale del Piano Pandemico per evidenti ragioni organizzative e per evitare confusione nella fase operativa quotidiana da parte degli operatori sanitari».
Secondo il governatore «il problema non sono le scuole, non sono le attività sportive, non sono i ristoranti o le palestre. Il problema esiste nella fragilità del sistema sanitario, della medicina del territorio, della medicina della prevenzione e nel trasporto pubblico locale. E proprio perché consapevoli di queste fragilità, l’unico strumento che abbiamo è cercare di prevenire il più possibile, riducendo le occasioni di contagio e i comportamenti che possono favorirlo».