Ancona-Osimo

Crisi energetica: i presidi propongono settimana corta e una giornata in Dad, ma gli studenti non sono d’accordo

Tiene banco nel dibattito nazionale la crisi energetica, e in vista della riapertura delle scuole Anp propone di accorciare la settimana scolastica con eventuale giornata in Dad. Ecco che ne pensano gli studenti

ANCONA – La questione energetica tiene banco nel dibattito politico in vista delle elezioni del 25 settembre prossimo, ma è anche soprattutto fra i temi che tengono in apprensione famiglie e imprese, preoccupate per un autunno che si prospetta tutt’altro che facile, tra rincari energetici, inflazione galoppante e spettro razionamento energetico.

Il presidente nazionale dei presidi (Anp) Antonello ha lanciato la proposta di ricorrere alla Dad (didattica a distanza) utilizzata in pandemia, un giorno alla settimana (il sabato), rimodulando l’orario scolastico settimanale, per risparmiare sul riscaldamento e contribuire ad abbassare i costi energetici, con l’emergenza che si prospetta per il prossimo inverno.

Attualmente a livello nazionale, tra le ipotesi in ballo per abbattere i consumi e di conseguenza i costi energetici per quanto concerne le scuole, si parla di abbassare il termostato, ma anche della possibilità di chiudere tutti gli istituti il sabato.

Riccardo Rossini, presidente regionale Anp

Secondo il presidente dei presidi marchigiani, Riccardo Rossini, «si sarebbe potuto anticipare l’anno scolastico ai primi di settembre, per poi prolungare le vacanze di natale di una o due settimane, vacanze che coincidono con il periodo invernale più freddo. Una soluzione che avrebbe potuto consentire un grande risparmio alle amministrazioni pubbliche».

Tra le soluzioni prospettate dal presidente regionale Anp c’è anche quella di «intervenire sui tetti delle scuole con pannelli fotovoltaici per l’energia elettrica che si può utilizzare anche per produrre calore all’interno delle scuole. Si possono fare molte cose – aggiunge -, ma nell’immediato si può agire sul calendario scolastico riducendo, come proposto da Giannelli, la settimana, anziché a sei giorni, a 5, con eventualmente un giorno in Dad, in modo che tutta l’attività scolastica sia concentrata in 5 giorni, ci sono scuole che già lo fanno, quindi si può fare».

Elena Moreschi, studentessa di Pas Ancona (Priorità alla Scuola) e referente del progetto studentesco Controluce, parla di una soluzione «che non ha molto senso, innanzitutto perché pensiamo che così non si riduca di molto il consumo generale, ma soltanto quello scolastico, inoltre, attivare la Dad per tutti gli studenti italiani, una volta a settimana, significa un grandissimo consumo energetico a livello nazionale».

Secondo la studentessa «siamo di fronte ad una emergenza importante, siamo molto sensibili al tema – dice – però puntare sulla Dad non sarebbe corretto, né per i ragazzi in sé, perché la Dad non è mai stata scuola nel vero senso della parola, né per ridurre i consumi».

«La scuola è già stata sacrificata abbastanza in questi due anni per le chiusure legate alla pandemia», prospettare la Dad anche una sola volta a settimana «sarebbe una mancanza di rispetto verso gli studenti che solo ora possono tornare a vivere la scuola in presenza».

«Sarebbe forse preferibile restare a scuola alcune ore in più al giorno, per rimanere a casa il sabato – aggiunge – piuttosto che adottare una giornata di Dad, che viene considerata dai politici al pari della scuola in presenza, ma che in realtà non lo è».