Ancona-Osimo

Crisi e isolamento da pandemia, crescono suicidi e disturbi mentali

I contraccolpi della crisi economica e dell'isolamento generati dal coronavirus iniziano a farsi sentire. Negli ultimi giorni nelle Marche si sono verificati due suicidi, episodi derivanti da disagi accentuati dal lockdown e dal bombardamento mediatico che hanno portato una grande incertezza. Ne abbiamo parlato con lo psichiatra e la psicoterapeuta

ANCONA – Isolamento, crisi economica, preoccupazioni per il futuro, incertezza. I contraccolpi della pandemia di coronavirus cominciano a farsi sentire. Dopo due mesi di lockdown e un bombardamento mediatico a base di bollettini delle vittime e di contagi, all’esercito delle morti legate all’infezione, rischia di aggiungersene un’altro più silenzioso: quello dei suicidi.

La crisi economica scatenata dalla chiusura delle attività, più grave della recessione che ha caratterizzato gli anni fra il 2008 e il 2013, rischia di avere in Italia e nelle Marche conseguenze pesanti e strascichi lunghi, come dimostra anche una ricerca condotta da Banca d’Italia di Ancona, che stima un crollo del Pil, sia nazionale che regionale, del 9%.

Un quadro cupo che crea apprensione e in alcuni casi disperazione per l’incertezza legata al futuro: come sarà la mia vita fra un anno? Avrò ancora un lavoro? Riuscirò a mantenere i miei figli? Ce la farò a tenere aperta la mia azienda? Sono solo alcuni degli interrogativi che si stanno ponendo ormai da qualche mese gli italiani. Senza dimenticare poi la situazione vissuta in quarantena, una “reclusione” forzata e inaspettata per colpa di una pandemia che come un fulmine a ciel sereno ha sconvolto l’esistenza di tutti, azzerando quotidianità, abitudini, e per molti anche il lavoro, acuendo quelle difficoltà già esistenti sul fronte economico e psicofisica.

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E proprio tra gli effetti più pesanti del covid-19 ci sono le ripercussioni sulla salute mentale delle persone, rimaste in  qualche caso fortemente provate dalla situazione traumatica vissuta. Nelle Marche si vedono già gli effetti di tutto questo: è proprio di questi giorni la notizia dell’omicidio-suicidio avvenuto a Filottrano, dove un carabiniere in pensione ha ucciso la moglie inferma da anni per poi togliersi la vita. Di due giorni fa, invece il caso dell’imprenditore 62enne di Ancona che si è gettato sotto un treno.
Ad accomunare i due casi, una depressione strisciante che affliggeva entrambi gli uomini e che evidentemente il lockdown non ha fatto altro che accentuare, abbattendosi come una scure sulle fragilità già esistenti.

Lo psichiatra Carlo Ciccioli, responsabile del Dipartimento Dipendenze Patologiche di Ancona, parla di disturbo post traumatico da stress. «La pandemia è un evento che ha scombinato gli equilibri delle persone, specie di quelle più fragili. Si tratta di un disturbo standardizzato per la prima volta negli Stati Uniti dopo i conflitti in Corea e Vietnam: la guerriglia aveva provocato nei soldati uno stato di allarme e di tensione prolungati nel tempo che alla fine hanno causato un’alterazione degli equilibri più precari».

Carlo Ciccioli, psichiatra responsabile del Dipartimento Dipendenze Patologiche di Ancona

Una patologia che insorge solitamente dopo eventi stressanti e violenti come terremoti, disastri aerei, alluvioni come ad esempio quella avvenuta nel Vajont, catastrofi ambientali o attentati terroristici. Un trauma psichico che può interessare non solo la persona direttamente coinvolta, ma anche i suoi familiari. «Il bombardamento mediatico continuo ha prodotto un danno psichico profondo: abbiamo vissuto per mesi la morte in diretta, e in questo modo la sofferenza ha coinvolto una fetta molto più vasta delle popolazioni interessate».

Una situazione che ha fatto “montare” lo stato emotivo delle persone provocando il panico in quelle più fragili. Il timore del contagio e della morte si è trasformato oggi in paura della miseria, della disoccupazione e del disagio economico osserva lo psichiatra: «Contraccolpi di una pandemia che spiegano alcuni dei drammi accaduti negli ultimi giorni nella nostra regione».

A dimostrare la relazione diretta fra l’aumento dei suicidi con il peggioramento delle condizioni economiche è uno studio apparso anni fa sul New England Journal of Medicine, nel quale i ricercatori statunitensi dimostrarono che in realtà in tutte le comunità colpite da eventi catastrofici come frane, terremoti e tsunami, si assisteva a un picco di suicidi nei mesi o negli anni successivi.

Alessia Tombesi

Ma a crescere non solo solo i suicidi, ci sono anche le patologie mentali come depressioni, disturbi di ansia, attacchi di panico e fobie. «Le persone sono state esposte a messaggi veramente allarmanti – spiega la psicoterapeuta familiare Alessia Tombesi -, e questo ha provocato un aumento esponenziale di depressioni e di pensieri suicidi legati all’incertezza del futuro che non ha fatto altro che rafforzare i pensieri pessimistici e depressivi di queste persone».

A risentirne sono state anche le coppie, molte delle quali con la quarantena forzata sono letteralmente “scoppiate”: «I conflitti si sono amplificate e molte sono arrivate alla separazione». Crescono anche i pensieri paranoici e le ossessioni fra le persone. Situazioni che possono degenerare, ma sulle quali si può anche intervenire spiega la psicoterapeuta, chiedendo un supporto. «I familiari delle persone che vivevano già in condizioni di fragilità devono prestare attenzione ai loro cari, indagandone lo stato emotivo per cogliere quei segnali che possono evidenziare un peggioramento».