ANCONA – Il cambiamento climatico minaccia la biodiversità marina ed è sotto accusa per la ‘strage’ di moscioli avvenuta nell’estate scorsa, che ha causato una drastica riduzione dei mitili (nome scientifico: Mytilus galloprovincialis). I ricercatori del Cnr-Irbim, nelle giornate del 25 e 26 agosto 2024 documentarono con un video una moria di mitili morti lungo la costa del Conero, a Numana. Un evento che fu successivo a prolungate ondate di calore marine, con picchi di temperatura della superficie del mare superiori ai 30 gradi centigradi, e fenomeni estesi di mucillagine.
A causare la riduzione del mosciolo «questa volta non è l’insostenibilità del prelievo (pesca), ma le ondate di calore che si sono verificate l’anno scorso e la mucillagine – spiega Roberto Danovaro, professore di Ecologia all’Università Politecnica delle Marche – La cozza può avere anche più eventi riproduttivi nel corso dell’anno, sia tra ottobre e novembre che ad inizio anno, ci sono segni evidenti di reclutamento che fanno presagire che se non ci saranno nuovi elementi critici, come ondate di calore e mucillagine, questi mitili potranno recuperare e arrivare alla taglia commercializzabile».
L’esperto spiega che la cozza per arrivare alla dimensione minima che ne consente la commercializzazione (minimo 5cm), «impiega circa 18 mesi, per cui serviranno almeno due anni per ricreare le condizioni per il prelievo. La sospensione della pesca se viene vista come intervento compensativo delle perdite va benissimo, ma non è la soluzione». Per Danovaro la soluzione passa attraverso «interventi di protezione dell’area marina. Serve un’area marina protetta – dice – un intervento che permette di ricreare l’habitat marino».
«È un parere puramente tecnico e non ideologico – spiega – è dimostrato che se abbiamo più diversità l’ambiente è più protetto. Servono interventi adattativi al cambiamento climatico perché una mortalità così massiva, che ha raso al suolo tutte le componenti algali e i mitili, in passato non era mai stata osservata». L’altro intervento proposto da Danovaro riguarda il posizionamento di massi naturali a profondità maggiori, per fare in modo che i mitili siano più protetti dal riscaldamento della temperatura del mare. Questo posizionamento di massi naturali a profondità maggiori di quelle che hanno visto una mortalità quasi totale delle cozze si configurano come «un vero e proprio intervento di restauro che è parte delle attività previste nel piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR)».