Ancona-Osimo

Crisi da pandemia, Don Aldo Buonaiuto: «Prostituzione, fenomeno in esplosione»

Il sacerdote esorcista, direttore di In Terris, è intervenuto in Consiglio regionale dove si è discusso il Rapporto annuale della violenza contro la donna

Don Aldo Buonaiuto

ANCONA -«La prostituzione è un fenomeno in crescita in tutta Italia, un mercato che neanche il covid ferma». Don Aldo Buonaiuto, esorcista e direttore del quotidiano In Terris, personaggio di spicco dell’associazione Comunità Papa Giovanni XXIII fondata da don Oreste Benzi, spiega che con la crisi innescata dalla pandemia «c’è una esplosione» del fenomeno.

«Sappiamo quanto è cresciuta la violenza all’interno delle mura domestiche, anche in certi locali privé e incredibilmente sulle strade – prosegue il sacerdote -, dove nonostante i divieti per tutti i cittadini, sembra che invece per i cosiddetti clienti non sia vietato andare a comprare il corpo di quelle ragazzine, che magari hanno la stessa età delle figlie». Don Aldo che da anni segue le problematiche legate al tema della tratta femminile e della prostituzione, è intervenuto ieri in Consiglio regionale per commentare il Report annuale sulla violenza contro le donne.

«È una vergogna delle vergogne» ha detto a margine della seduta, un settore, quello della prostituzione, dove «purtroppo il racket agisce beffandosi dello Stato e indisturbato continua ad essere mercenario, portando queste donne sulle nostre strade». Un problema diffuso anche nelle Marche dove ci sono realtà complesse come la Bonifica del Tronto, le Fratte di Porto Sant’Elpidio, la zona che va da Senigallia al Cesano, «zone dove il racket ha messo le sue radici molto molto profonde».

«Nonostante le tante e importanti azioni delle forze dell’ordine – spiega – , questi focolai sempre si riaccendono e sempre si riposizionano in quei territori, perché li c’è una grande domanda e perché i marchigiani sanno che li troveranno persone in vendita».

«La donna non va mai profanata», sottolinea il sacerdote, spiegando che «va presa per mano e abbracciata perché è madre e una parte fondamentale della società». Infine l’appello al senso di responsabilità e umanità: «Diciamo un grande no a considerare le persone un oggetto e a vederle sui marciapiedi d’Italia e nei locali, dove sono “acquistate” per ottenere prestazioni sessuali e dove ci sono degli uomini che pensano di avere diritto di comprare un corpo. Una terribile violenza a volte sottaciuta».

Secondo il sacerdote occorre «una riflessione profonda» non solo sul tema delle vittime, ma anche dei “clienti” «che sono coloro che permettono lo sfruttamento sessuale delle donne». Una condizione, quella femminile, che don Aldo definisce «sempre più sfruttata» anche se «plaudiamo all’avanzamento liberale e tecnologico, la donna è sempre più aggredita e sempre più mercificata», ma secondo il sacerdote «è dal rispetto che si ha della donna, che si vede la civiltà di una umanità».