I rincari e la crisi climatica stanno causando una contrazione delle vendite e della produzione di miele e la sopravvivenza dell’apicoltura è a rischio. A confermare le difficoltà in cui versa il settore è Sergio Cocciarini, presidente dell’associazione consorzio apistico provinciale di Ancona. I quattro consorzi presenti nelle Marche (che raccolgono circa 2.700 apicoltori, tra professionisti e hobbisti) si sono riuniti sotto il ‘vessillo’ Marche di Miele, un marchio con il quale intendono immettere sul mercato «miele di qualità» ad un prezzo il più possibile competitivo «per contrastare la concorrenza del prodotto proveniente dall’estero» che accentua la crisi degli apicoltori italiani. L’obiettivo è immettere sul mercato i primi vasetti con questo marchio in primavera.
«In un periodo di difficoltà e rincari – spiega – è chiaro che molte persone finiscano per acquistare il prodotto più economico e le vendite si contraggono». A causa della crisi climatica Coldiretti stima a livello nazionale un calo produttivo del 70%: nelle Marche in base a un’elaborazione di Coldiretti Marche su dati dell’Osservatorio nazionale il calo della produzione di miele di coriandolo nel 2023 è stimato del 44% rispetto all’anno scorso, stabile la produzione di girasole con 9 chili ad alveare, mentre è raddoppiata la produzione di millefiori estivo (14 kg/alveare).
«Il miele è poco e difficile da vendere – spiega – i grossisti che confezionano per le grandi catene di distribuzione hanno acquistato pochissimo e il prodotto si è riversato sul resto del mercato (vendita diretta, negozi, mercatini) saturandolo. Una dinamica che era in corso già dall’anno scorso e che quest’anno ha toccato il fondo».
Con poco prodotto e a prezzo alto, le vendite sono in stallo e «le imprese più strutturate rischiano di non reggere». I consorzi marchigiani, riuniti in cooperativa, hanno «spinto sulla direttiva Ue (Unione Europea, ndr) ‘breakfast’ che tutela i prodotti tipici della colazione, fra i quali anche il miele, con l’indicazione dei Paesi di provenienza del miele, inseriti in ordine decrescente e specificando in etichetta la percentuale rispetto al Paese. Un grande passo avanti. Adesso cerchiamo di far passare anche l’alimentazione per sostenere il settore».