ANCONA – Anche il candidato sindaco della coalizione di centrodestra, Daniele Silvetti, è intervenuto sull’argomento porto su cui si sono espressi nei giorni scorsi sia Ida Simonella sia Francesco Rubini. Per Silvetti sarebbe un errore gravissimo far accedere alla zona portuale altre autovetture: «Appare quanto mai legittimo domandarsi – dice il candidato sindaco – se proporre un parcheggio al porto sia un tassello di un progetto complessivo o la risposta a una contingenza elettorale. Quante auto possono arrivare in centro e quante di queste potrebbero poi parcheggiare al porto?». La riflessione non è quindi sulla «boutade elettorale» perché, spiega Silvetti, «solo dopo aver definito come organizzare il porto dorico, luogo fisico deputato al lavoro, e aver delineato la strategia per rendere la mobilità e la città stessa sostenibile, allora potremmo parlare di progetti e soluzioni puntuali. L’economia del mare e lo sguardo ai traffici turistici e commerciali dovranno coesistere attraverso un progetto concertato, con la storia del suo porto che è, e rimane, un elemento imprescindibile nella definizione degli usi. Dire invece che le auto entreranno dall’ingresso principale per uscire dalla Portella, risponde più ad una “battuta elettorale” che non fa parte del nostro modo di abbindolare i cittadini che non hanno bisogno del canto della sirena».
Dunque la proposta del centrodestra su questo argomento: «Il dibattito e il progetto sono altrove – afferma Silvetti – e siamo pronti a discutere di logistica dell’ultimo miglio, di mobilità sostenibile, di identificazione del ruolo del porto e della portualità in seno all’economia della nostra città. Riteniamo che chi ha provato ad amministrare Ancona, dovrebbe sapere che è in corso di redazione il Pums – Piano della mobilità sostenibile – con l’ipotesi della navetta porto/stazione. Peccato che questa stessa amministrazione abbia anche predicato l’inutilità della stazione marittima e con “le auto in porto” va esattamente nella direzione opposta. Un bravo amministratore, seppur in periodo elettorale – conclude Silvetti – dovrebbe tenere la barra a dritta e predicare un approccio sostenibile attraverso una pianificazione concertata di un’area nevralgica, frizione vitale della convivenza tra commercio, produzione e lavoro».