Ancona-Osimo

Dazi, l’impatto sul turismo. Scortichini: «Prenotazioni verso gli Usa rallentate»

I dazi, creando incertezza sul mercato, evidenzia l'operatore, spingono le persone alla prudenza e a rimandare il momento dell'acquisto del pacchetto vacanza

Ludovico Scortichini

ANCONA – «I dazi Usa? Stanno avendo già un effetto abbastanza importante sul turismo in uscita». A pochi giorni dall’annuncio del presidente degli Stati Uniti Trump di dazi al 20% verso l’Italia, Ludovico Scortichini, membro del board nazionale di Astoi Viaggi Confindustria evidenzia «al momento le prenotazioni verso gli Usa si sono fortemente rallentate». La stima è quella di «un calo del 10-15% sulle prenotazioni».

I dazi, creando incertezza sul mercato, evidenzia l’operatore, spingono le persone alla prudenza e a rimandare il momento dell’acquisto del pacchetto vacanza: «Il calo delle prenotazioni di Go World ad oggi si aggira intorno al 18% rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso – dice – perché le persone stanno aspettando prima di prenotare un viaggio negli Stati Uniti, nonostante sia proprio questo il periodo tradizionale per prenotare viaggi verso questa destinazione».

Che aria tira? «Lo choc c’è stato, ed è stato forte, lo vediamo non solo dalle borse, ma anche dal raffreddamento di un mood: l’Italia è stata sempre un Paese pro Stati Uniti, sotto tanti punti di vista, ma oggi questo slancio, anche culturale, nei confronti degli Usa si è molto raffreddato e credo che si raffredderà anche sul fronte dell’acquisto di beni tipici degli Stati Uniti. Penso ci sarà anche un effetto domino sul nostro mercato, che ovviamente prenderà delle posizioni, boicottando l’acquisto dei prodotti Usa, in qualche caso per posizioni ideologiche, in qualche altro per dispetto». Secondo Scortichini l’introduzione dei dazi «così in maniera repentina e brutale da parte del Governo americano non credo che porterà benefici al mercato Usa, né agli altri mercati: qui perderanno tutti, compresi gli Stati Uniti».

Ma l’onda lunga dei dazi potrebbe generare un impatto ancora più vasto anche «sul turismo in arrivo dagli Stati Uniti verso l’Italia e le Marche, anche se al momento è ancora presto per dirlo». Se i dazi causeranno un aumento generale del costo della vita negli Stati Uniti, ci sarà il rischio che gli americani possano avere una minore capacità di spesa per i viaggi internazionali? «L’Effetto inflazionistico sarà inevitabile, anche perché su tantissimi prodotti, l’America per certi versi è dipendente dall’Italia, basta pensare al food, al wine, al fashion, ma anche alle auto di lusso e ai mobili di lusso. Ci sono tantissimi settori per i quali il nostro Paese rappresenta un player molto importante per il mercato americano» e questo potrebbe erodere il potere di acquisto degli statunitensi con riflerri sul turismo verso destinazioni fuori dagli Usa.

Situazione tranquilla, per ora sul fronte caro carburante che potrebbe tronare a far crescere i costi dei voli: «Da questo punto di vista per ora non registriamo effetti – prosegue – perché i vettori acquistano generalmente i carburanti con contratti a sei mesi, quindi l’effetto potrebbe esserci eventualmente in futuro».