ANCONA – Il mondo Lgbt torna in piazza nelle Marche per accendere i riflettori sul ddl Zan, il disegno di legge sull’omotransfobia. Sabato 15 maggio alle 16 Piazza Cavour ospiterà la mobilitazione nazionale “Legge Zan e Molto di più: non un passo indietro”.
Una manifestazione che avverrà in concomitanza anche in altre 70 piazze di città italiane, per dire no alle discriminazioni basate sull’orientamento sessuale, genere, identità di genere e abilismo. Nelle Marche, oltre ad Ancona, ci sarà anche la piazza di Pesaro. Una manifestazione statica, come spiegano gli organizzatori, per rispettare le misure impartite per limitare la diffusione della pandemia, che darà voce alle ragioni del mondo Lgbt che da un ventennio attende che venga riconosciuta un’aggravante ai reati commessi per omofobia, come avviene anche negli altri Paesi europei. L’Italia in tal senso rappresenta il fanalino di coda in Europa per il riconoscimento di questi diritti.
«Una legge che di fatto tutela anche il mondo eterosessuale – fa notare Matteo Marchegiani di Arcigay Comunitas di Ancona, tra gli organizzatori della mobilitazione – non solo quello Lgbt». Marchegiani spiega che le Marche sul fronte dei diritti delle persone con un diverso orientamento e identità di genere «sono piuttosto indietro rispetto alle altre regioni». «Ci sono delle regioni, come l’Emilia Romagna o il Lazio, che hanno un’attenzione molto più forte ai temi sociali» spiega, auspicando un maggiore “investimento” su questi temi.
Il disegno di legge Zan, dopo il via libera alla Camera lo scorso novembre, è rimasto bloccato per quasi sei mesi nella Commissione a Palazzo Madama, poi negli ultimi giorni la discussione è stata calendarizzata dalla Commissione Giustizia del Senato e si attendono sviluppi. Un primo passo importante su un tema, passato in sordina per anni, e che invece dopo il concertone del primo maggio con l’intervento del rapper Fedez a sostegno del ddl, ora è balzato alla ribalta mediatica.
Il timore delle associazioni è che la discussione slitti all’estate con il rischio che l’opinione pubblica si “raffreddi” nel suo sostegno, visto che «nel periodo estivo i temi politici suscitano un minor interesse» sottolinea Marchegiani. «La maggioranza della popolazione è favorevole a questo disegno di legge – conclude – dobbiamo cavalcare l’onda in questo momento». Intanto il Pride, che quest’anno si svolgerà online, è stato calendarizzato per il 26 giugno e potrebbe richiamare anche la partecipazione di qualche personaggio di spicco del mondo della tv.