ANCONA – Via libera alla Camera per il Decreto Sisma. L’approvazione è arrivata intorno alle 14 di oggi, giovedì 28. La notizia però è stata accolta a margine dei lavori del consiglio regionale fra le polemiche.
Il presidente Luca Ceriscioli come anche il capogruppo della Lega Sandro Zaffiri non sono d’accordo con l’impostazione del Decreto Sisma.
Secondo il governatore il Decreto Sisma è uscito dalla Commissione «addirittura indebolito rispetto al primo impianto».
A non piacere è soprattutto «il gravame di responsabilità» che preoccupa i professionisti. Secondo Ceriscioli per velocizzare la ricostruzione bisognerebbe «eliminare i passaggi amministrativi preliminari all’inizio dei lavori». Una questione condivisa anche dal capogruppo della Lega Sandro Zaffiri.
«Sul fronte della ricostruzione pubblica, invece, occorre applicare i limiti europei, cioè quello che nelle gare già si applica in Europa. Ad esempio – prosegue -, sulla procedura negoziata, che è la più semplice, l’Europa ci dice che la possiamo utilizzare fino a 5 milioni di euro, in Italia si può utilizzare fino a 250mila. Nella ricostruzione, che prevede addirittura passaggi in più all’Anac (Autorità nazionale anticorruzione), accogliere questo emendamento significa rendere molto più rapide le gare per i tanti progetti che stanno arrivando».
Poi la questione del personale «formato che va stabilizzato», gli incentivi alle imprese e la defiscalizzazione dei territori che secondo Ceriscioli «sono l’altra gamba della ricostruzione. Non chiediamo ulteriori finanziamenti perché ci sono già. Quello che serve sono invece condizioni fiscali più favorevoli, che vanno a potenziare quegli investimenti utili a impiantare imprese, a creare lavoro, a motivare la gente per restare nell’area interna. L’alternativa a queste risposte mancate, saranno forme di protesta che siamo pronti ad attuare».
La parlamentare marchigiana del Movimento 5 Stelle Patrizia Terzoni ha sottolineato il lavoro di concertazione svolto con i ministeri, con gli enti con il vice ministro Crimi, con i sottosegretari Castaldi e la marchigiana Morani, e le opposizioni.
«Vorremmo poter dire che questo provvedimento sarà la soluzione definitiva dei problemi dei territori e dei cittadini colpiti dal sisma – ha commentato Terzoni -, ma siamo consapevoli che ci vorrà ancora molto tempo per risollevare l’economia di queste aree e portare a termine la ricostruzione. Siamo però certi che finalmente con questo decreto stiamo avviando un percorso virtuoso e decisivo».
Soddisfatti invece i parlamentari marchigiani. Mario Morgoni del Pd sottolinea il lavoro fatto nelle Commissioni che ha portato ad un Decreto Sisma «più corposo e ad uno strumento che affronta in modo organico i vari temi della ricostruzione, in maniera diversificata rispetto alle diverse esigenze dei territori, con piani specifici per quelli più colpiti». Morgoni sottolinea anche che le opposizioni si sono astenute e non hanno votato contro, «esempio positivo di come si può adottare uno strumento utile per il territorio».
Critici il senatore Andrea Cangini e il commissario di Forza Italia per le Marche Marcello Fiori che in una nota stampa congiunta spiegano:«Rimangono molte gravi questioni non affrontate e che erano state puntualmente evidenziate da un lavoro accurato di approfondimento da parte dell’Anci». Fra queste i due esponenti di Forza Italia segnalano il fatto che tutti i Comuni del cratere «devono essere inseriti in una Zes (Zona ad economia speciale), da negoziare con l’Europa, per godere dei benefici fiscali ed economici in grado di far ripartire l’economia ed attrarre imprese ed investimenti». Oltre a questo aggiungono la necessità di prevedere «la possibilità di una ulteriore proroga di un anno a tutti i contratti a termine per i tecnici sin qui assunti (condividendo la misura con l’Unione Europea e le organizzazioni sindacali) altrimenti a metà 2020 rischieremo di perdere tutto il personale già formato e molto qualificato, che sta dando un contributo fondamentale ai Comuni e agli uffici speciali per la ricostruzione». «È indispensabile – proseguono – una deroga alle misure per la demolizione e la ricostruzione della “sagoma” esterna degli immobili privati soggetti a vincolo (basta essere costruiti più di 50 anni fa) altrimenti si paralizzano molte delle attività e non solo nei centri storici». «Lo Stato faccia lo Stato – concludono – , si faccia sentire vicino e non si renda protagonista di un delitto di abbandono contro questa popolazione incolpevole e di intere zone meravigliose del nostro Appennino».
«Questo decreto rappresenta una occasione persa – commenta il parlamentare di Fratelli d’Italia Francesco Acquaroli – anche se ci sono stati miglioramenti ancora molti aspetti devono essere migliorati e su questo ci impegneremo. Non siamo d’accordo sulla parte relativa alle autocertificazioni e sulla ricostruzione delle scuole nei centri storici, negli stessi spazi dove sorgevano prima del sisma, su questo sono i consigli comunali a dover decidere. Poi si è persa un’occasione anche sulla Zona economia speciale che noi avevamo proposto per ridare ossigeno all’economia del cratere. Inoltre avevamo proposto delle agevolazioni per i lavoratori autonomi invece si è intervenuto sui dipendenti con la busta paga pesante».
ECCO LE MISURE APPROVATE
Tra le misure approvate a beneficio dei cittadini, l’abbattimento del 60% della busta paga pesante (ritenute fiscali, contributi previdenziali e assistenziali, oltre ai premi per l’assicurazione obbligatoria), mentre il restante 40% potrà essere rateizzato in 10 anni. Poi l’eliminazione dell’Imu sugli immobili inagibili e la tassazione Irpef agevolata al 7% per i titolari di pensione erogata da soggetti esteri che trasferiscano la propria residenza nei Comuni del Cratere con meno di 3000 abitanti. Inoltre è stata data delega alle Regioni per redigere un programma di incentivazioni per chi trasferisce la propria residenza nei piccoli Comuni del cratere.
Per il rilancio economico delle zone terremotate, la Camera ha dato il via libera all’estensione della misura “Resto al sud” anche alle zone colpite dal sisma che prevede contributi a fondo perduto e finanziamenti agevolati per attività imprenditoriali under 46, senza limite di età per chi apre un’attività nei comuni maggiormente colpiti dal sisma. Per le imprese agricole del cratere invece il Decreto Sisma appena approvato, prevede contributi a fondo perduto e mutui a tasso zero. Esteso il fondo di garanzia per le piccole e medie imprese per ulteriori 3 anni comprese le imprese dell’agroalimentare per importi garantiti fino a 2,5 milioni
Per accelerare le pratiche per la ricostruzione privata e degli enti locali sono diverse le misure previste dal Decreto Sisma. È stata inserita l’autocertificazione dei professionisti per progetti di ricostruzione da danni lievi e istituiti programmi regionali straordinari di ricostruzione per velocizzare nei territori maggiormente colpiti dal sisma. Previste anticipazioni del 50% dei compensi dei professionisti e la costituzione di un fondo di rotazione. Ammesso il subappalto nei contratti tra privati.
Per gli enti locali via libera alla proroga dei mutui fino al 2021 e possibilità per i piccoli Comuni di scegliere segretari di classe superiore. Inoltre sono stati destinati 27 milioni di euro per interventi straordinari fino ad un massimo di 200mila euro nei comuni terremotati fino a 30mila abitanti.
Destinati 50 milioni di euro per lo sviluppo economico, turistico, imprenditoriale e culturale del territori colpiti dal sisma: obiettivo adeguare, riqualificare e sviluppare aree di localizzazione produttiva, realizzare attività e programmi di promozione turistica e culturale, attività di ricerca, innovazione tecnologica e alta formazione, realizzare interventi per il sostegno delle attività imprenditoriali, interventi per l’accesso al credito anche per piccole e micro imprese, interventi di connettività anche attraverso la banda larga. Istituita la cabina di regia sotto la Presidenza del Consiglio.
Stanziati 2milioni di euro per l’assunzione di personale amministrativo e contabile nei comuni per gli uffici della ricostruzione. Sullo stesso fronte la ministra Fabiana Dadone ha istituito un tavolo presso il ministero della funzione pubblica per trovare una soluzione per i tecnici a tempo determinato.
Per quanto concerne la scuola, sono state estese per il biennio 2020/2021 e 2021/2022 le misure speciali per lo svolgimento dell’anno scolastico.