Ancona-Osimo

Decreto Sisma, disco verde in Senato. Ceriscioli: «Grandissima delusione»

Il via libera con 160 voti favorevoli, 119 contrari e nessun astenuto. Un provvedimento che però divide le varie forze politiche e che il presidente regionale aveva chiesto di rivedere

ANCONA – Disco verde al Decreto Sisma, il provvedimento che prevede una serie di norme per accelerare sulla ricostruzione dei territori colpiti dal sisma del 2016. Dopo l’ok alla Camera arrivato il 28 novembre scorso, oggi il via libera dal Senato con 160 voti favorevoli, 119 contrari e nessun astenuto.

«Grandissima delusione» per il presidente regionale Luca Ceriscioli che aveva chiesto di rivedere il provvedimento uscito dalla Camera. «Non smetteremo di lottare perché venga recepito il principio della semplificazione. Allo stato attuale useremo tutti gli strumenti che ci sono messi a disposizione, ma questi non avranno la possibilità di accorciare in maniera drastica e significativa i tempi procedurali, che significano lavoro, ricostruzione e garanzia per le famiglie del nostro territorio e questa per noi è una cosa troppo importante»

Soddisfatto il senatore del Pd Francesco Verducci che vede il decreto sisma come uno strumento in grado di disegnare una traiettoria per il futuro. Punti forti secondo il senatore dei dem: «il fondo di garanzie per le micro, piccole e medie imprese per rilanciare il modello di sviluppo artigiano e dell’imprenditoria legata al territorio che crea lavoro, che è versatile, di qualità e che crea lavoro». «Abbiamo il dovere di dare certezze – ha detto – e ridare fiducia a chi non vuole andarsene, ha scelto di tornare e farà crescere i propri figli nei luoghi dei propri nonni, e concretamente e quotidianamente da tre anni è al fronte con grande forza etica e morale, dimostrando che esiste una grande Italia».

Un decreto sisma che «introduce numerosi provvedimenti migliorativi per le popolazioni che hanno subito la tragedia del terremoto», commenta il senatore del Movimento 5 Stelle, Mauro Coltorti che fra i più importanti ricorda la proroga al 31 dicembre 2020 della stato di emergenza, la riduzione del 60% della restituzione della “busta paga pesante”, mentre il restante 40% potrà essere rateizzato in 10 anni. «È previsto un bando per 122 restauratori delle opere mobili recuperate dal sisma. Finalmente i tecnici che sinora hanno sostenuto con le proprie attività la ricostruzione anticipando le spese delle indagini e della progettazione potranno accedere alla anticipazioni del 50% dei compensi. Per snellire la ricostruzione in caso di danni lievi sarà sufficiente, l’autocertificazione del progetto di ricostruzione senza l’obbligo di attestare la conformità urbanistica da parte del tecnico». Ma Coltorti ricorda anche lo stanziamento di 2 milioni di euro per assumere personale amministrativo e contabile nei comuni. «Non è la panacea di tutti i mali, ma sicuramente un importante contributo al miglioramento delle condizioni di vita. Interverremo ancora per ulteriori miglioramenti».

In merito al provvedimento interviene la vicepresidente della Commissione Ambiente Patrizia Terzoni (M5S): «La ricostruzione materiale, sociale ed economica dei territori colpiti dal Sisma 2016 e dagli altri terremoti del 2009 a L’Aquila, del 2012 in Emilia e del 2017 a Ischia costituisce una priorità di Governo e Parlamento. Questo Decreto non inventa la bacchetta magica che risolve in pochi giorni gli immensi problemi che sono costretti a vivere cittadini e imprese di queste aree ma definisce tantissimi provvedimenti concreti che aiuteranno a snellire le procedure della ricostruzione e a garantire sostegno alle attività economiche. Mi spiace che alcuni amministratori e rappresentanti politici continuino a fare propaganda cercando di far credere che i problemi complessi possano essere risolti facilmente come tutti vorremmo. Sicuramente scontiamo scelte errate fatte nel passato e la mancanza di una norma quadro sulle emergenze la cui definizione e approvazione deve essere ora in cima ai nostri pensieri. In questo Decreto abbiamo concretamente modificato diverse storture delle norme precedenti e investito molto sulla semplificazione, ad esempio attraverso l’autocertificazione e i controlli a campione, riuscendo a contemperare le esigenze di rendere veloci le procedure in un quadro certo di norme che evitino il far west. C’è ancora molto da fare, come sempre ascolteremo le richieste e i suggerimenti che ci arrivano dal territorio per migliorare ulteriormente. Auspico ora che siano messi in campo tutti gli sforzi per cogliere le occasioni che ci sono nel Decreto».

Di parere diametralmente opposto il consigliere regionale della Lega, Mirco Carloni che parla di «ennesimo schiaffo alle Marche». «Il Decreto Sisma imposto dal governo giallorosso è inutile e controproducente». «Le Marche, che rappresentano i due terzi della zona coinvolta, ne escono di nuovo sconfitte ed il suo presidente Ceriscioli, rimasto completamente inascoltato dopo le critiche espresse sul decreto, ne esce sempre più indebolito ed isolato dai suoi stessi compagni di partito». Un provvedimento che secondo Carloni, «non solo non produce alcuna svolta alla ricostruzione, ma rischia, invece, di complicare ulteriormente i procedimenti visto che scarica sui professionisti ogni responsabilità, persino quelle penali. A nulla è servito il giudizio negativo espresso dalla rete RPT (Rete delle Professioni Tecniche) su questa norma definita come “strumento inutilizzabile” per far cambiare idea ad un Governo che si è dimostrato sordo alle richieste provenienti del territorio. Il testo presentato è stato fin dal principio blindato e non è stato possibile apportare alcuna modifica e sono stati respinti persino quegli emendamenti che con poche risorse avrebbero permesso di
tutelare le famiglie terremotate».