Ancona-Osimo

Decreto sisma, al via l’esame in commissione. Pioggia di emendamenti

Al via l'esame in Commissione, per far approdare il testo in Aula presumibilmente entro la fine di novembre. Più di 800 gli emendamenti presentati. Ecco qualche anticipazione

Immagine di repertorio

ANCONA – Sono circa 800 gli emendamenti presentati al Decreto Sisma. Giovedì 14 novembre inizierà la discussione in Commissione dopo essere stati scremati dal punto di vista dell’ammissibilità. È una mole consistente quella che dovrà essere valutata, anche se occorre tenere presente che per molti degli emendamenti potrebbero esserci delle sovrapposizioni, in quanto alcuni degli stessi sono stati presentati sia dal centrosinistra che dal centrodestra. L’esame con tutta probabilità potrà proseguire anche lunedì prossimo per approdare in Aula presumibilmente entro la fine della prossima settimana.

Sostanzialmente sono 3 i filoni principali del decreto sisma sui quali si stano concentrando le energie dei parlamentari marchigiani: lo snellimento delle procedure con l’obiettivo di spingere sull’acceleratore sulla ricostruzione pubblica e privata, le proroghe e il consolidamento dell’organizzazione per la ricostruzione, e infine azioni per rilanciare lo sviluppo economico dei territori colpiti dal sisma.

Tra gli emendamenti presentati ci sono anche quelli del parlamentare marchigiano del Pd Mario Morgoni, che chiede alle regioni di incentivare i cittadini a prendere la residenza nei comuni del cratere sotto i 3mila abitanti individuando risorse per combattere lo spopolamento di queste zone. Con un altro emendamento chiede di allargare le misure economiche “Resto al sud” che il Decreto Sisma già prevede di applicare alle aree del cratere, includendovi però anche il commercio, attualmente non previsto dal Decreto. Inoltre chiede di prevederlo anche per i comuni che hanno più del 50% degli edifici che hanno riportato danni gravissimi, e di eliminare il limite di età previsto per gli imprenditori che intendono avviare una impresa nel cratere e che attualmente prevede incentivi solo per gli under 47.

Il parlamentare di Fratelli D’Italia Francesco Acquaroli ha presentato alcuni emendamenti fra i quali c’è quello che chiede la realizzazione di una Zona economica speciale. Una zona “tipo Livigno”, con leggi finanziarie ed economiche per attrarre investitori nazionali e stranieri, grazie a trattamenti vantaggiosi in termini fiscali, economici e finanziari. Nelle Zes, sulla base dell’emendamento, le tasse verrebbero ridotte se non azzerate completamente, mentre sulle imprese graverebbero tariffe più basse. Poi la rinegoziazione dei mutui da parte dei Comuni che permetterebbe di abbassarli, abbassando anche la quota di indebitamento che al momento è all’8%.

Paolo Giuliodori, parlamentare del Movimento 5 Stelle, si è concentrato invece sul rilancio economico delle aree del cratere. In particolare chiede di estendere “Smart&Start”, il progetto di finanziamento per startup innovative, anche ai comuni colpiti dal sisma del 2016. In questo modo le imprese che presentano un progetto imprenditoriale di significativo contenuto tecnologico e innovativo, o orientato allo sviluppo nel campo dell’economia digitale, potranno beneficiare degli incentivi previsti, ovvero di un mutuo senza interessi per la copertura dei costi di investimento e di gestione legati all’avvio del progetto.

Tra gli emendamenti presentati dalla parlamentare della Lega Giorgia Latini nell’ambito del decreto sisma, c’è quello relativo al partenariato pubblico-privato per velocizzare la ricostruzione delle scuole. In particolare l’emendamento chiede di aumentare la percentuale di partecipazione privata alla ricostruzione degli edifici pubblici attualmente fissata al 49%, visto che anche in Europa i lavori pubblici vengono realizzati con una progettualità privata anche sopra l’80%. La parlamentare si dichiara soddisfatta per l’estensione delle misure di incentivazione previste dal “Resto al sud” anche alle aree del cratere, della quale era stata la prima firmataria, portando avanti personalmente questa battaglia.

LO STUDIO DI BANCA D’ITALIA
Una questione emersa anche nello studio realizzato da Banca D’Italia che ha analizzato l’impatto del sisma sull’economia delle regioni colpite, fra le quali appunto le Marche. Banca D’Italia ha analizzato i dati di bilancio di circa 5mila imprese del cratere. Lo studio ha messo in luce una contrazione nella produzione e nelle vendite di oltre il 5% nel 2016, una mazzata per l’economia del territorio già colpita dalla crisi. Inoltre il sisma ha prodotto i suoi effetti più devastanti soprattutto nell’ultimo trimestre del 2016 quando il calo ha toccato quota -20%.

Un’onda devastante che ha messo in ginocchio più di tutto le imprese che sorgono vicino alle zone dell’epicentro delle scosse e soprattutto quelle di più piccole dimensioni. A pagare lo scotto maggiore per lo spopolamento delle aree del cratere sono state le imprese agricole e quelle del terziario, perché dipendenti più di tutte dalla domanda locale proveniente dai residenti e dai turisti.

L’anno successivo, nel 2017, questi effetti si sono nel complesso attenuati, anche se in maniera diversa a seconda della localizzazione: nella cintura più esterna del cratere, dove sono insediate le principali aziende dell’area colpita, l’evidenza di effetti negativi viene meno. Discorso diverso invece per le imprese del cratere dove gli effetti negativi hanno continuato a persistere.

Stando al report di Banca D’Italia, al momento del sisma nelle zone colpite erano presenti circa 47mila imprese con poco più di 150mila addetti, ovvero circa il 6% del totale delle quattro regioni (Abruzzo, Marche, Lazio e Umbria). Inoltre le Marche, rispetto alle altre regioni coinvolte, erano quelle a maggiore intensità di attività economica, pari a circa 20 addetti per chilometro quadrato, un dato che corrisponde solo a un terzo di quello riferito al complesso delle quattro regioni, grazie soprattutto al contributo dell’industria. Il peso del terziario superava la media regionale nei comuni abruzzesi del cratere e, soprattutto, in quelli umbri, anche per effetto della loro vocazione turistica. Invece l’agricoltura, rivestiva un ruolo importante nell’area: quasi un quinto della superficie agricola è infatti all’interno del cratere.