Ancona-Osimo

Festa dei defunti, tra caro fiori e piante. ll vivaista: «Costi raddoppiati per coltivare»

Bruno Bernabei, vivaista a Spinetoli, parla di rincari sui costi produttivi per le aziende fino al 46%. Il crisantemo resta la pianta più gettonata, in calo il mercato dei ciclamini

Serra di crisantemi (foto Bruno Bernabei)

ANCONA – Il caro prezzi non risparmia neanche la ricorrenza dei defunti, ma nonostante i prezzi ‘lievitati’ non si rinuncia alla tradizione di portare un mazzo di fiori o una pianta sulla tomba dei propri cari. «La vendita dei crisantemi tiene – dice Bruno Bernabei, vivaista a Spinetoli -, mentre quella del ciclamino è sotto le aspettative, probabilmente penalizzata da un lato dal cambiamento climatico: il ciclamino è una pianta che richiede il freddo, mentre in queste giornate fa caldo, non ci sono ancora le temperature giuste. Dall’altro lato però c’è anche l’aspetto economico e si cercano piante e fiori più economici».

Anche per il crisantemo, pianta per eccellenza legata alla ricorrenza dei defunti «gli utili non saranno quelli attesi» dice Bernabei, e in generale le persone si orientano su piante più piccole e mazzi di fiori recisi più piccoli per risparmiare. «Nell’ultimo anno e mezzo siamo stati costretti ad aumentare il prezzo finale delle piante a causa dei rincari eccessivi – dice il vivaista – che hanno interessato dalle materie prime, come i terricci (torba e inerti) e i vasi che sono praticamente raddoppiati, fino ai trasporti e ai costi energetici».

Crisantemo (foto Bruno Bernabei)

Bernabei spiega che «i costi di produzione sono molto più alti rispetto al passato: se consideriamo le piante che hanno bisogno di essere riscaldate in serra l’aumento è del 46%, mentre senza il riscaldamento si aggira attorno al 35-40%. L’unica cosa che non è aumentata è l’acqua, ma per l’irrigazione serve energia elettrica». In linea generale l’aumento dei prezzi delle piante applicato dai vivaisti ai consumatori si attesta intorno al 12-15% «un aumento che non copre i nostri rincari, ma diversamente il mercato non avrebbe accettato aumenti più alti».

I rincari non risparmiano neanche i fiori recisi, un mercato gravato anche dalle «importazioni che sono sempre più numerose, specie da Paesi come Bolivia e Kenia da dove arrivano fiori sui quali sono stati utilizzati anticrittogamici che in Europa non sono permessi, un paradosso – spiega il vivaista – perché poi quando questi fiori vengono buttati gli anticrittogamici restano».

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