ANCONA – Una discarica improvvisata (da due mesi!) nel cortile esterno di un palazzo e i clochard che ci dormono sopra, residenti esasperati: «Basta con degrado e inciviltà». Episodi di incuria ad Ancona, che si verificherebbero da tempo all’altezza del civico 26 del vialone più famoso del Piano, corso Carlo Alberto.
Un quartiere multietnico, il Piano San Lazzaro. Così come l’edificio al civico 26. Pochi gli italiani che ci abitano ancora, il palazzo – una volta – era delle Ferrovie. Sta di fatto che la sciatteria di una discarica a cielo aperto non guarda in faccia etnie o provenienza: l’incuria, qui, regna sovrana.
«È un problema che si verifica ciclicamente – fa sapere la figlia di una condòmina, che ha scelto di telefonarci con la madre a fianco –. Noi non sappiamo più come fare. Sotto casa, abbandonano di tutto: mobili, resti di arredamento, letti e persino un divano. L’altro giorno un uomo ha approfittato della presenza del divano da smaltire per dormirci sopra».
Stando a quanto raccontano le donne, per allontanarlo è intervenuta la polizia. L’amministratore del condominio sarebbe a conoscenza della vicenda, ma la questione persiste: «Per accedere al palazzo con l’auto, serve alzare la sbarra, ma a piedi può entrare chiunque. La gente arriva e lascia qui i rifiuti che invece andrebbero conferiti nelle isole ecologiche».
AnconAmbiente (la ditta di nettezza urbana) passa e svuota i bidoni della spazzatura regolarmente: «I netturbini fanno il loro lavoro, ma quella discarica è lì da due mesi e nessuno l’ha rimossa. Com’è possibile che non l’abbiano segnalata?».
La conseguenza è che i topi, su divani e rifiuti, ci sguazzano: «La derattizzazione non viene fatta da anni e siamo in una zona centrale del Piano. È una schifezza», tuona la nostra lettrice, che evidenzia come nel cortile interno del palazzo ci siano alcune macchine abbandonate e senza sportelli.
Come se non bastasse, «l’edificio è stato imbragato con un’impalcatura a seguito dell’ultima scossa di terremoto e i lavori non sono mai iniziati. Però, noi continuiamo a pagare i costi per mantenere la struttura attraverso cui dovrebbero lavorare gli operai. Se questi problemi non verranno risolti, mi rivolgerò a Striscia la notizia», glissa.