ANCONA – «Non c’è tempo per querelle che distolgono energie e capacità». Maurizio Mangialardi, candidato alla presidenza della Regione Marche per il centrosinistra, frena sul doppio turno. La proposta di legge presentata dai consiglieri regionali di Uniti per le Marche Boris Rapa e Moreno Pieroni, aveva suscitato un vespaio nel centrodestra con la Lega e Fratelli d’Italia che erano andati all’attacco parlando di una manovra per «creare un’alleanza a posteriori con il Movimento 5 Stelle». Ma per i promotori invece la legge avrebbe «il grande pregio di allargare la rappresentatività del presidente rispetto ai cittadini».
Mangialardi però è chiaro: «Sono stato sempre favorevole al doppio turno, perché, come avviene a livello comunale, lo giudico un sistema capace non solo di formare maggioranze solide e più rispondenti alla volontà popolare, ma anche di individuare chiaramente la responsabilità del governo».
Insomma, la proposta di Uniti per le Marche è «giusta e intelligente», anche se precisa che «oggi però non ci sono le condizioni per apportare queste modifiche sostanziali». Secondo Mangialardi non c’è tempo per un confronto: «Anche le leggi che vanno nel verso dell’interesse generale, infatti, devono essere discusse nelle sedi opportune e con il tempo necessario. Ora ci dobbiamo concentrare sulle Marche – conclude -, i suoi problemi, le sue difficoltà e le soluzioni che vogliamo e possiamo offrire».
Intanto sono partite le consultazioni per mettere a punto le liste dei candidati, «una coalizione larga e aperta ai civismi del fare e del buon governo dei comuni e delle città», dichiara il segretario regionale del Pd Giovanni Gostoli che rivendica la scelta del candidato, «nata da moltissimi sindaci marchigiani, dal territorio e dal basso, non nei Palazzi romani come la destra».
E infatti proprio il centrodestra, che inizialmente sembrava in vantaggio con il candidato alla presidenza apparentemente già designato, ora appare arenato su se stesso: la candidatura del deputato Francesco Acquaroli, messa in forse fin dall’inizio dalla Lega, ora sembra vacillare fortemente sotto la proposta di un civico come lo jesino Bacci, sponsorizzato dal partito salviniano.
Il segretario regionale dei dem Giovanni Gostoli e la presidente dell’assemblea regionale Pd Silvana Amati hanno scritto ai componenti dell’organismo dirigente: «Siamo tutti consapevoli che nella proposta delle candidature per il Consiglio regionale delle Marche passerà un pezzo importante della vittoria alle prossime elezioni regionali di fine settembre. Occorre lavorare per dare vita a liste di candidate e candidati forti, competitive, radicate nei territori, aperte alla società, con le competenze migliorie capaci di allargare il consenso». Intanto l’ex rettore dell’Università Politecnica delle Marche, Sauro Longhi, sta ancora riflettendo sul fatto se aderire al progetto del centrosinistra: «Stiamo ancora valutando tutte le possibilità e non abbiamo preso nessuna decisione».
Le consultazioni nei circoli dovranno completarsi entro il 30 giugno, mentre le assemblee provinciali entro il 4 luglio, poi toccherà all’assemblea regionale dare il via libera alle liste il 7 luglio. Per evitare assembramenti rispettare le misure anticontagio gli incontri (assemblee provinciali e regionale) potranno avvenire in video call.