ANCONA – Mamma e figlio in manette: droga dentro la doccia, un bilancino di precisione e soldi in contanti. Lui aggredisce gli agenti e lei getta lo stupefacente dalla finestra: choc alle Brecce Bianche. I controlli, ieri (23 agosto), sono scattati grazie all’infallibile fiuto di polizia e carabinieri. Sia le Volanti sia gli uomini dell’Arma si sono insospettiti quando, al passaggio delle auto di servizio, un ragazzo – già noto alle forze dell’ordine – ha assunto un atteggiamento per così dire sospetto.
Così, hanno deciso di fermarlo: lui, classe ’98, già sottoposto alla misura degli arresti domiciliari, ha fornito senza esitazione le proprie generalità. Ma polizia e carabinieri ci hanno voluto vedere chiaro e si sono fatti portare a casa. Ad accoglierli, la madre di lui, italiana del ’64. Una volta dentro l’abitazione, i militari del Norm e gli agenti della questura hanno sentito subito un forte odore provenire dal bagno. Qui, la scoperta: nel box doccia, c’era dell’erbetta marrone: si trattava di 40 grammi di marijuana, un bilancino di precisione e altro materiale per il confezionamento della droga.
Mentre le divise passavano al setaccio l’appartamento delle Brecce Bianche, il ragazzo, però, ad un tratto avrebbe iniziato ad agitarsi e ad inveire contro la polizia. Era talmente tanto fuori di sé che gli uomini del Norm l’hanno dovuto immobilizzare con la pistola elettrica.
Intanto, la madre è corsa in camera da letto per gettare altro stupefacente dalla finestra. Ma non è passata inosservata né ai carabinieri né agli operatori di polizia: dentro il sacchetto finito in strada c’erano ben 78 grammi di droga. E in camera da letto 300 euro cash, frutto – secondo gli investigatori – dell’attività di spaccio portata avanti dalla coppia.
Le manette ai polsi sono scattate all’istante: i due sono stati arrestati per detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti in concorso. Sono stati portati prima in questura e poi stamattina (24 agosto), all’esito dell’udienza per direttissima, c’è stata la convalida degli arresti. Per il 26enne, si sono aperte le porte del carcere di Montacuto. Dovrà rispondere anche di resistenza a pubblico ufficiale.
Sono numeri importanti quelli registrati questa settimana dai poliziotti della questura di Ancona sotto il profilo dell’accoglienza. Sono oltre 250 i titoli di soggiorno rilasciati dallo sportello immigrazione degli uffici di via Gervasoni. Si tratta di titoli relativi a svariati ambiti: richieste di asilo, protezioni speciali, protezioni sussidiarie, permessi di soggiorni per lavoro in primis. Semplici tessere elettroniche o documenti che sono frutto di una filiera produttiva che comincia con la presentazione del cittadino straniero presso lo Sportello Immigrazione, che prosegue attraverso meticolosi controlli di polizia e che si conclude con l’emissione del titolo.
«Questa attività consente a coloro i quali provengono da diversi paesi del mondo, di garantire a loro stessi ed alle famiglie una vita nella legalità, permettendo loro lo svolgimento di un’attività lavorativa nonché l’accesso alle cure mediche e a tutte le forme di welfare previste dall’ordinamento», recita una nota della questura.
Al fine di agevolare questo percorso di sana integrazione, il questore dorico, Cesare Capocasa, ha inteso orientare l’attività dell’ufficio immigrazione della questura al coinvolgimento degli attori istituzionali che sono chiamati a dare il loro contributo nel processo di regolarizzazione dei cittadini stranieri. In questo senso, esiste già da due anni un protocollo d’intesa con l’Ordine degli avvocati di Ancona in forza del quale i difensori dei cittadini extracomunitari, previo appuntamento, intrattengono colloqui con il locale ufficio immigrazione per risolvere le problematiche più complesse che possono riguardare le varie istanze presentate.
In maniera analoga, è in corso di definizione un altro protocollo d’intesa. Ma stavolta con i patronati delle sigle sindacali accreditate a svolgere attività di consulenza in materia di diritto dell’Immigrazione. Questi interventi sono frutto di una visione per la quale il fenomeno migratorio, se controllato e regolarizzato, è indubbiamente un valore aggiunto per tutto il sistema Paese.
Si tratta di strumenti che, in definitiva, consentono di offrire un servizio migliore e di coinvolgere tutti colori i quali, ognuno con le proprie competenze professionali, possono dare un fattivo contributo per la gestione di un fenomeno complesso e consistente come quello in cui la Polizia di Stato è impegnata 365 giorni all’anno.