Ancona-Osimo

Ancona, due rimpatri di soggetti pericolosi: sono già dieci quelli effettuati dall’inizio dell’anno

Due rimpatri effettuati dall'Ufficio Immigrazione della Questura di Ancona. Il primo nei confronti di un nigeriano di 30 anni, l'altro di un bengalese

ANCONA – Due rimpatri nei confronti di altrettanti soggetti pericolosi: sono già ben 45 gli ordini del Questore di Ancona, Cesare Capocasa, ad abbandonare il territorio nazionale entro 7 giorni, 14 gli accompagnamenti presso i centri di rimpatrio e 14 anche le misure alternative del ritiro del passaporto e dell’obbligo di firma. La settimana scorsa sono stati già due i rimpatri effettuati dall’Ufficio Immigrazione della Questura di Ancona. Il primo nei confronti di un nigeriano di 30 anni, già noto alle forze dell’ordine per precedenti penali legati a resistenza a pubblico ufficiale e diverse violazioni di provvedimenti dati dall’autorità. Già gravato da una precedente espulsione, è rientrato in Italia, violando l’articolo 13 del Testo Unico sull’Immigrazione, venendo perciò condannato alla pena della reclusione per 8 mesi. Irregolare sul territorio, sarà rimpatriato in Nigeria.

È di quale giorno fa invece il secondo rimpatrio, effettuato nei confronti di un bengalese irregolare sul territorio ed accompagnato dai poliziotti della Questura presso l’aeroporto di Milano Malpensa con direzione Dhaka. Queste sono solamente le ultime operazioni realizzate dalla Questura del capoluogo dorico. Sono infatti già dieci i rimpatri effettuati dall’Ufficio Immigrazione a partire dal 1° gennaio di quest’anno. È questa la linea dettata dal Questore Cesare Capocasa. «Ancona – si legge in una nota diffusa dalla Questura – si dimostra città votata all’accoglienza che, tuttavia, deve essere intesa come strumento per migliorare la propria condizione di vita e non come indiscriminata possibilità di accedere sul territorio nazionale. Per chi sceglie di delinquere, di rimanere nella zona grigia dell’irregolarità, quello del rimpatrio continua ad essere lo strumento più efficace per assicurare da un lato la tranquillità sociale e la pacifica convivenza, dall’altro evitare situazioni di criticità per l’ordine e la sicurezza pubblica».

© riproduzione riservata