Ancona-Osimo

Ancona-Durazzo, Frittelli Maritime Group presenta l’Af Mia. Acquaroli e Silvetti: «Competitività e sviluppo, servono spazi nuovi» – FOTO

A fare gli onori di casa, Alberto Rossi, patron della Fmg. La nave è lunga 200 metri e potrà ospitare fino a 1600 passeggeri e 130 camion

L'Af Mia

ANCONA – È stato un “Christmas party” ricco di emozione, quello che si è svolto ieri (11 dicembre) all’interno di una delle signore dei mari anconetani, l’Af Mia. L’imbarcazione della Fmg, acronimo di Frittelli Maritime Group, è stata inaugurata qualche giorno fa e ha accolto proprio ieri le autorità civili e militari per una visita a bordo nave, da poppa a prua. A fare gli onori di casa, Alberto Rossi, patron della Fmg, che ha illustrato al presidente della regione, Francesco Acquaroli e al sindaco dorico, Daniele Silvetti, le novità e i successi più recenti di una delle aziende leader per il capoluogo e per l’Italia.

Presenti, tra gli altri, anche il prefetto di Ancona, Darco Pellos, ad una delle sue ultime cerimonie in veste di prefetto anconetano, dato che a breve sarà trasferito a Venezia: «Questa nave, l’Af Mia, è una nave importante per noi perché cattura tutte le caratteristiche che cercavamo in una nave che fosse in servizio da Ancona per Durazzo. Riesce a coniugare le necessità dei passeggeri, quindi lo standard alberghiero, con le caratteristiche tecniche destinate al carico. Ci abbiamo messo un po’ di tempo per trovarla ma poi è arrivata».

Poi, il tema infrastrutture, già al centro della Giornata delle Marche di domenica scorsa (10 dicembre): «Il porto di Ancona è competitivo, ha solo bisogno di mettere a terra dei progetti che nel tempo si sono consolidati ma che – ribadisce – non sono stati messi a terra. Adesso i segnali che arrivano sono di concretezza e quindi se tutto ciò che è in programma verrà effettivamente realizzato nel 2024 credo che faremo un grosso salto in avanti».

Affrontato con la stampa anche il nodo grandi navi (leggasi Molo Clementino): «Le grandi navi? Bisogna seguire il mercato e adeguarsi all’evoluzione e alle richieste che il mercato fa ovviamente. Ci sono risposte tecniche che possono essere date. Bisogna renderle compatibili con il contesto complessivo in cui operiamo, ma siamo sempre stati in grado di coniugare queste caratteristiche e penso ci si riuscirà anche in futuro», ha concluso l’armatore.

«La volontà di investire su questo territorio e su questo porto è un segnale importante di chi cerca di rafforzare non solo l’asset strategico del porto, ma soprattutto di chi punta a partecipare da protagonista al porto del futuro – ha sottolineato il sindaco Silvetti – Questo è per noi molto importante e va solo ringraziato chi, come Rossi, esercita un ruolo non indifferente non solo per lo sviluppo economico e il dato occupazionale ma per quello che è il dato di competitività di un porto che noi vogliamo assolutamente sostenere».

Dopodiché, a www.CentroPagina.it, il primo cittadino di Ancona si lascia andare al suo legame con il mare: «Con il porto, ho un rapporto antico, mio nonno era nel Consiglio di amministrazione dell’azienda dei mezzi meccanici e mi ricordo che mi portava a vedere il varo delle navi, che erano un evento per la città. Ho vissuto da sempre questo rapporto in modo piuttosto interno. E peraltro i miei studi mi hanno portato a fare una tesi in diritto della navigazione e mi portavano in qualche modo a coltivare sempre una sorta di continuità ideale con le attività del porto. Nei trascorsi in Consiglio comunale e regionale ho sempre fatto parte della Commissione che aveva, fra le proprie deleghe, proprio quella del porto. Non so se sia un caso o un fatto voluto. Ma è un filo rosso che mi ha sempre accompagnato».

La nave è lunga 200 metri e potrà ospitare fino a 1600 passeggeri e 130 camion: «Gli investimenti sono fondamentali – si lascia andare Acquaroli – Anche perché fanno il paio con gli investimenti che l’Autorità portuale, la Regione, Comune e mistero stanno progettando sull’Autorità portuale del Medio Adriatico che è strategica per riacquisire competitività ma soprattutto per liberare le energie che hanno bisogno di spazi e di opportunità di crescita».

E sulle grandi navi, ha evidenziato: «La soluzione è quella di costruire spazi nuovi, la penisola, e correre verso quel tipo di soluzione, che noi riteniamo essere quella più strategicamente funzionale alle esigenze della città, del porto e delle merci e dei passeggeri che potrebbero continuare ad affluire, potenziando i numeri. Se questa scelta fosse avvenuta anni fa, avremmo già visto i benefici. Bisogna accelerare il più possibile senza perdere tempo. Anche perché tra l’inizio e la fine ci sono di mezzo tantissime opportunità. Quelle sul Molo Clementino sono valutazioni di natura tecnica più che politica».