ANCONA – Bari e Ancona sono i due porti italiani più importanti per il traffico traghetti internazionale, che sfiorano entrambi 1,2 milioni di passeggeri, con Igoumenitsa (Grecia) e Durazzo (Albania) a seguire. È quanto rilevato dalla ricerca “Ferry & avio: scenari, concorrenza, azioni”, realizzata da Risposte Turismo. È stata presentata oggi, 19 settembre, nella sede dell’Adsp, durante l’incontro “Competitività e sostenibilità delle Autostrade del Mare nel contesto della Cooperazione macroregionale Adriatico-Ionica”, iniziativa di chiusura del progetto europeo Charge.
Sono due gli orizzonti su cui lavorare per la crescita del porto di Ancona secondo le indicazioni della ricerca: da trasporto a turismo, da porto a destinazione. «La prima sostituzione da operare – si legge nella ricerca di Risposte Turismo – è quella da trasporto a turismo. Fino ad oggi, il traghetto è stato considerato esclusivamente una commodity, un servizio di base per soddisfare un’esigenza di trasferimento da un punto ad un altro, finendo con l’essere progettato e percepito come trasporto. Il secondo cambio da operare è quello da porto a destinazione. Lo stimolo è a pensare un nodo logistico in un’ottica ancora una volta turistica integrando sempre di più il porto con la città». Gli scopi dell’analisi, illustrati da Anthony La Salandra, direttore di Risposte Turismo, sono stati quelli di comprendere le performance del porto di Ancona e di approfondire la possibile concorrenza del traffico via mare con quello via aria, aprendo la riflessione sull’area Adriatica e sulle opportunità di sviluppo del traffico dei traghetti.
Risposte Turismo ha preso in esame i collegamenti avio e traghetti dell’area adriatica, a forte vocazione turistica, su cui si affacciano oltre 150 destinazioni, analizzando le caratteristiche di 23 porti e 13 aeroporti. Il porto di Spalato (Croazia) è leader dell’area adriatica nel traffico passeggeri su traghetto (quasi 5 milioni di passeggeri soprattutto di carattere nazionale) con Igoumenitsa (Grecia) e Zara (Croazia) a seguire (2,8 e 2,4 milioni). Bari e Ancona sono i due porti italiani più importanti per il traffico traghetti internazionale, che sfiorano entrambi 1,2 milioni di passeggeri, con Igoumenitsa e Durazzo (Albania) a seguire. I 13 principali scali dell’Adriatico, nel 2008, registravano circa 7 milioni di passeggeri, dal 2012 hanno movimentato poco più di 5,5 milioni di persone, cifra in decremento sino al 2015 (5,1 milioni), quindi in aumento sino agli ultimi anni in cui i passeggeri movimentati sono stati quasi 6 milioni. Il picco del traffico passeggeri del 2017 si è concentrato nei mesi estivi, in particolare a luglio ed agosto. A livello di rotte, le grandi direttrici del trasporto internazionale di passeggeri (e, quindi, di mezzi e merci) via ferry Ro-Pax sono Ancona-Spalato, Bari-Durazzo e Ancona-Igoumenitsa e infine il traffico da Venezia. Sono 14 le compagnie che nel 2018 hanno operato nell’area adriatico-ionica, 10 delle quali dedicate al trasporto tramite traghetto; le restanti 4 hanno operato con aliscafi e catamarani. Le compagnie operanti nel porto di Ancona nel 2018 sono state sei (Anek, Superfast, Minoan Lines, Jadrolinija, Snav e Adria Ferries), riconfermate per quest’anno.
Fra le prime 10 compagnie aeree presenti in Italia, sei hanno un modello di business basato sul low-cost. Sulla base della ricerca, il “volato” nell’area adriatica ha registrato un +30% passando da 1,4 a 1,9 milioni di passeggeri in soli tre anni. Se gli aeroporti di Rimini e Ancona appartengono ad una fascia tra 300 e 400 mila passeggeri annuali, vi sono scali quali Bari, Verona, Pisa e Bologna con valori tra 3 e 8 milioni fino ad arrivare al range dei 10-22 milioni degli aeroporti di Venezia, Bergamo e Milano Malpensa (dati Enac, 2017). Se si considerano i quattro aeroporti adriatici di Corfù, Dubrovnik, Spalato e Zara, sedi di porti terminali di regolare traffico traghetti, la media di passeggeri trasportati si attesta attorno ai 2,3 milioni, con l’aeroporto di Corfù in prima posizione con 2,9 milioni di passeggeri, seguito da Spalato (2,8 milioni), Dubrovnik (2,3 milioni) e Zara, che ha movimentato, nel 2017, 589 mila passeggeri. Secondo i dati raccolti e elaborati da Risposte Turismo, negli ultimi dieci anni il traffico aereo di collegamento tra Italia e Croazia, Montenegro e Albania è aumentato progressivamente: sono stati 800 mila i passeggeri trasportati nel 2008 mentre nel 2017 sono stati gestiti 1,8 milioni di passeggeri.
La ricerca però ha anche individuato nuovi segmenti di mercato da sviluppare per il traffico traghetti rispetto a quelli più tradizionali, legati ad una differente domanda di servizi e di stili di vita:
- Pet friendly: il trasporto di animali può orientare nella scelta una significativa base di domanda;
- Viaggio sereno: domanda di terza età, prevalentemente di provenienza tedesca;
- Apprendisti capitani: il turismo nautico è tra le modalità di fare vacanza che più dimostra di mantenere un proprio potenziale attrattivo e di crescere nei numeri;
- Affordable luxury: è la frontiera di chi desidera vivere una esperienza di vacanza a cinque stelle ma non ha il budget disponibile per poter scegliere indiscriminatamente la destinazione;
- Easy rider: gli appassionati delle due ruote sono tra i più evidenti esempi di chi sceglie dove andare in vacanza a partire dal mezzo con il quale vi andranno;
«Prevedere e anticipare le trasformazioni del mercato, per cercare di investire in infrastrutture per interpretare il futuro. Queste sono le regole adottate dalle buone imprese – ha detto il presidente dell’Autorità di sistema portuale, Rodolfo Giampieri – e sono anche le regole della nostra Autorità di sistema portuale, che ha come obiettivi crescita economica ed occupazione. Per questo, l’analisi puntuale proposta oggi da Risposte Turismo diventa base di riflessione per le strategie future che devono vedere il sistema portuale sempre più coeso e orientato alla crescita economica dei territori». L’assessora regionale alle Attività produttive, Manuela Bora, ha sottolineato «il ruolo fondamentale delle Autostrade del mare nel loro scopo di miglioramento delle comunicazioni con le regioni periferiche del continente europeo e nel rafforzamento delle reti fra Paesi candidati ad entrare nell’Unione europea e quelli già membri effettivi. Il tutto per rafforzare la coesione economica, sociale e territoriale all’interno della strategia della Macroregione Adriatico Ionica».
Il contrammiraglio Enrico Moretti, comandante del porto di Ancona, ha ricordato il valore dell’accordo volontario “Ancona blue agreement”, promosso dall’Autorità di sistema portuale e dalla Capitaneria di porto di Ancona e sottoscritto dalle compagnie di navigazione, che hanno accettato l’utilizzo in sosta e durante l’uscita dal porto l’utilizzo di carburanti allo 0,1% di tenore di zolfo sia nei motori ausiliari sia in quelli principali. L’assessore al Porto del Comune di Ancona, Ida Simonella, ha rimarcato «il valore e la centralità del ruolo delle Autostrade del mare anche per la città, oltre che per il porto». Una centralità di un’infrastruttura che ha bisogno del collegamento per la grande viabilità, ha ricordato l’assessore, confermando l’obiettivo dell’amministrazione comunale di riprendere in mano al più presto, dopo il blocco dell’uscita ad ovest, la progettazione preliminare dell’opera.
Fondamentale, nell’ottica del traffico marittimo passeggeri e commerciale, il lavoro come sistema portuale, come sottolineato dal sindaco di Ortona, Leo Castiglione, che ha affermato che «da questa giornata di studio potremmo sicuramente trarre degli spunti per una strategia condivisa». Stesso concetto rilanciato da Daniele Vimini, vicesindaco del Comune di Pesaro, che ha ricordato «la forte integrazione e complementarità del lavoro dei diversi porti dell’Autorità di sistema portuale» e dall’assessore del Comune di Pescara, Luigi Albore Mascia, che condivide l’appartenenza del porto a questo sistema «con cui saranno certamente condivise anche le legittime aspirazioni del nostro porto». Alberto Rossi, presidente Amsea-Associazione marchigiana spedizionieri e autotrasportatori, ha sottolineato come «il fattore tempo sia fondamentale per l’incremento del traffico ferry, che rappresenta per Ancona una grande opportunità, che potrà diventare ancora più strategica con il nuovo strumento urbanistico portuale». Il segretario di Assoporti, Oliviero Giannotti, ha rilanciato la necessità di «unione per far sì che le Autostrade del mare siano una forza di tutta l’area adriatica».