ANCONA – Cinghiali e lupi in città: ecco cosa fare. Se ne parlerà diffusamente domani (23 settembre), in un incontro organizzato da Europa Verde, alle 18, al circolo Ranieri di Tavernelle. Qui si potrà discutere insieme all’ecologo Paolo Perna, ampio conoscitore della problematica e della Riviera, essendo stato redattore del Piano faunistico del Parco del Conero, nel lontano 2010. «Gli avvistamenti di questi animali, sia lupi sia cinghiali, sono un problema di grande attualità – evidenzia dai Verdi Giacchetti –. Il fatto che la Cittadella sia rimasta chiusa per un mese e mezzo la dice lunga sulla vicenda».
Qualche giorno fa, un lupo è stato visto girare a Numana, in pieno centro, mentre ad Ancona, una settimana fa, un tasso e un gatto hanno fatto un incontro ravvicinato, ripreso dal telefono di un residente della zona.
Ma da cosa dipende il moltiplicarsi di questi avvistamenti nelle aree urbane? Lo abbiamo chiesto proprio al dottor Perna. «Il cinghiale e il lupo sono due delle specie su cui c’è più attenzione. Sono specie molto eclettiche e adattabili anche alla presenza umana e sono sicuramente in espansione», dice lui.
«Gli avvistamenti sono un po’ ovunque, ma Ancona in particolare è una città che sorge a ridosso di un’area naturale importante, il parco del Conero, e non è quindi isolata in un contesto antropizzato. Anche se ci tengo a ribadire che queste specie sono arrivate un po’ dappertutto. Queste specie riescono ad adattarsi in aree a frequentazione urbana. Le zone più interessate dalla presenza di lupi e cinghiali sono le aree verdi. Il lupo forse lì è più occasionale, perché fa lunghi tragitti e nel verde passa solo alla ricerca di cibo».
«Il cinghiale può anche insediarsi per lungo tempo nei parchi anche di grosse dimensioni e può vantare una frequentazione più stabile. Come comportarsi? Bisogna imparare a gestire questi esemplari, senza esserne eccessivamente spaventati – risponde –. In fondo, non risultano continui attacchi di lupi e cinghiali ad esseri umani. È importante non dar loro confidenza, perché sono comunque animali selvatici. E questo vale anche, ad esempio, per il capriolo, che può invece sembrare grazioso. Ma è solo apparenza, è selvatico anch’esso».
E quale la soluzione allora? «La soluzione del problema è il problema più grande – ammette –. Da un lato dobbiamo prendere atto che dobbiamo convivere con queste specie, l’ambiente è tale per cui loro possono proliferare, il cinghiale è diffuso ovunque ed è uno dei fattori che attrae il lupo. Semplificando: là dove c’è il cinghiale prima o poi arriva pure il lupo. Per il cinghiale, sì a programmi di monitoraggio periodici delle aree, con interventi ad hoc».
«Recinzioni apposite nei parchi e trappole, che sono il rimedio più efficace. Perché se il cinghiale si stanzia, allora va rimosso. Ma stiamo bene attenti dal dire ˈEliminiamoli tuttiˈ, perché è tecnicamente impossibile. Il cinghiale, nonostante sia una specie cacciata, si riproduce in tempi rapidissimi. Poi, c’è tutto il problema dell’agricoltura, lo capisco. Sa cosa è successo? Che gli allevatori e gli agricoltori, in collina, si erano un po’ dimenticati di questi esemplari. Il lupo si pensava vivesse solo in montagna, ma non è così. Però, ci sono tecniche e protocolli ampiamente sperimentati per contenerli».