ANCONA – L’economia del mare è strategica per lo sviluppo del paese, delle Marche e di Ancona e strumenti come il Pnrr e la Zes possono permettere di cogliere le opportunità di sviluppo presenti nonostante una complessità congiunturale legata alla fase post pandemica e al conflitto Russia-Ucraina. È quando è emerso all’evento “Economia del Mare: opportunità per Ancona e le Marche”, promosso alla Loggia dei Mercanti di Ancona da Intesa Sanpaolo.
I numeri parlano chiaro e la fotografia scattata dal report evidenzia che l’economia del mare nelle Marche genera un valore aggiunto per 1,5 miliardi di euro. Nella regione sono presenti 3.200 imprese della filiera logistica e nel 2021 lo scalo dorico ha registrato un aumento su base annua del 22% in termini di traffico merci. Ottima la performance del traffico Ro-Ro (automezzi gommati) che con 5,7 milioni di tonnellate ha registrato +43,5% sul 2020 e + 21% sul 2019. Il porto è leader nel traffico Ro-Ro con la Grecia che ne rappresenta l’83% del totale. Nel primo trimestre 2022 continuano le ottima performance di traffico con un +21,7% sullo stesso periodo del 2021.
L’evento è stato aperto dal presidente del Consiglio Comunale di Ancona, Tommaso Sanna, che ha portato i saluti della sindaca Valeria Mancinelli, dal presidente della Camera di Commercio delle Marche, Gino Sabatini e dalla Direttrice Regionale Emilia-Romagna e Marche Intesa Sanpaolo, Alessandra Florio.
A seguire Massimo Deandreis, direttore Generale SRM, e Alessandro Panaro, responsabile Maritime & Energy SRM, i quali hanno presentato le potenzialità dell’economia del mare per il territorio adriatico e regionale in particolare intervenendo sul tema “I trasporti marittimi e la logistica driver di crescita: nuovi scenari e focus Marche”.
Dati, dinamiche e valutazioni sulle quali hanno preso avvio le riflessioni di Guido Castelli (Assessore Regione Marche), Stefania Bergamaschi (Direttore Commerciale Imprese Emilia-Romagna e Marche di Intesa Sanpaolo), Vincenzo Garofalo (Presidente dell’Autorità di Sistema Portuale del Mare Adriatico Centrale), Valentina Di Milla (Presidency Cabinet of Femoza), e Stefano Zunarelli (Founding Partner Studio Legale Zunarelli). Ad introdurre e moderare i lavori il presidente dell’International Propeller Club Porto di Ancona, Andrea Morandi. Presente anche il presidente Istao Mario Baldassarri.
Alessandra Florio, direttrice regionale Emilia-Romagna e Marche Intesa Sanpaolo ha rimarcato i dati del report, evidenziando che «la cosiddetta economia del mare produce nelle Marche 1,5 miliardi di valore aggiunto e 6,7 miliardi di euro di import-export regionale viaggiano via mare. Numeri che danno la dimensione di quanto sia importante per le Marche il porto di Ancona. Da parte nostra, come prima banca italiana e della regione, siamo impegnati nel ridare forza alla ripartenza che si era evidenziata nel 2021 e sostenere le imprese nel superare nuova questa fase di incertezza».
In tal senso ha sottolineato che «è fondamentale permettere alle aziende di continuare il percorso intrapreso con investimenti strategici in efficientamento energetico, digitalizzazione e valorizzazione delle filiere, con queste ultime che posso giocare un ruolo strategico alla luce delle catene di fornitura che sembrano destinate a riorganizzarsi su scala più regionale ed euro-mediterranea. In questo frangente storico il nostro Paese ha inoltre la grande opportunità costituita dal Pnrr, nel cui arco temporale Intesa Sanpaolo metterà a disposizione oltre 410 miliardi di euro di erogazioni, di cui 270 miliardi per le imprese».
Massimo Deandreis, direttore generale SRM ha sottolineato come gli studi «hanno evidenziato quanto, in questo momento storico della nostra economia, sia importante che il territorio disponga di un sistema portuale e logistico forte ed efficiente. Siamo in una regione tradizionalmente molto legata al mare, infatti, abbiamo censito 3.200 imprese collegate alla filiera dello Shipping e della logistica ed inoltre il 43% dell’import export viaggia via nave. Le nostre stime dicono che, nonostante guerra e la pandemia abbiano stravolto l’intero sistema produttivo e inciso in modo significativo sullo sviluppo delle catene logistiche e sulle rotte, il Mediterraneo continuerà ad avere una sua centralità. Vanno perseguite quindi con insistenza politiche rivolte a valorizzare i porti, sempre più nelle direzioni indicate dal PNRR: digitalizzazione, sostenibilità e crescita delle connessioni inland, per essere sempre più al servizio della manifattura».
Il presidente dell’International Propeller Club Porto di Ancona, Andrea Morandi, ha spiegato che la logistica e i trasporti marittimi possono generare valore e crescita. Secondo Morandi anche in un contesto economico e politico complesso a causa della crisi generata dalla pandemia e dal conflitto Russia – Ucraina, «ci sono delle opportunità da cogliere» e, in tal senso, ha spiegato «dobbiamo concentrarci sul potenziamento delle infrastrutture: bisogna assolutamente utilizzare degli strumenti come il piano Pnrr (piano nazionale di ripresa e resilienza, ndr), come lo strumento Zes, per stimolare e andare veloci sullo sviluppo delle infrastrutture, perché bisogna essere pronti, efficienti e veloci altrimenti certi ‘treni’ li vediamo passare e non riusciamo più a salirci».
«La posizione di Ancona è quella di un porto che ha un grande potenziale ancora inespresso – ha detto – e c’è la possibilità con dei progetti che sono nel cassetto da diverso tempo, di aumentare gli spazi, di potenziare le banchine, di andare con dei draghaggi e permettere l’arrivo delle navi pesanti, tutto questo unito poi alla logistica via terra, quindi allo sviluppo dei trasporto intermodale può dare una crescita a tutto il territorio marchigiano, attirando degli investimenti dall’estero: quindi non solo le nostre imprese marchigiane possono evitare di andare fuori, ma anche altri possono decidere di valutare la nostra piattaforma logistica» marchigiana «come efficiente e di valore».
«Oggi – ha aggiunto – abbiamo le condizioni, con un nuovo presidente, di riprendere tutti quei progetti che sappiamo sono fondamentali per proiettare il porto nel futuro: se parliamo di logistica via mare e via terra, ci devono essere delle infrastrutture efficienti che stanno anche al passo con le esigenze dei trasporti». Secondo Morandi il cambio di passo «c’è stato» e «credo che il nuovo presidente (Garofalo, ndr), da tecnico, debba anche avere il tempo necessario per affrontare tutti quanti i progetti e metterli in scaletta» ma «ha dimostrato già, nei confronti che abbiamo avuto, una forte attenzione» e «ci piace che sia una persona attenta alle questioni anche operative» perché «bisogna scendere nel concreto e capire quali sono gli interventi che devono avere un a priorità diversa».
In ogni caso per il presidente dell’International Propeller Club Porto di Ancona non c’è un frattura porto – città, fra chi vorrebbe il porto aperto e chi vi lavora: «C’è sempre stata una realtà portuale che essendo un ambiente di lavoro, necessita di spazi ed ha bisogno, in termini di sicurezza di essere preservata: poi se ci sono delle anime che giustamente hanno una attrattività anche per i monumenti che sono presenti e possono essere fruiti dalla cittadinanza, credo che sia automatico che si possa fare».
L’assessore alla Regione Marche Guido Castelli, «il porto di Ancona è una delle chiavi di riscatto economico di tutta la regione» e l’intermodalità è un tema cruciale e «tutto ciò che è richiesto al porto di Ancona incrocia questo concetto, questo vuol dire che il sistema infrastrutturale su cui stiamo lavorando con l’Autorità (di Sistema portuale del Mare Adriatico centrale, ndr), in questo momento richiede solo attuazione e non è poco, dopo tanta difficoltà».
Secondo Castelli, «la missione del porto di Ancona è una missione adriatica importante che può essere anche di forte competizione con i grandi porti del Nord. La geopolitica parla di una crescita di valore dell’economia marittima del Mediterraneo e il raddoppio del porto di Suez fa si che le merci che possono attraversare il Mediterraneo possono vedere in Ancona, finalmente inclusa nella rotta che parte dal Nord fino al corridoio adriatico dal Baltico, uno dei grandi hub portuali italiani».
Per l’assessore cruciale è il rapporto tra il porto, l’aeroporto e l’interporto e «anche da questo punto di vista la Regione sta sviluppando dei ragionamenti che troveranno, noi auspichiamo, anche un ulteriore sbocco e riconoscimento nella zona economica speciale». «Abbiamo sviluppato un accordo e un rapporto con il ministero della coesione per far si che anche le Marche possano avere la loro Zes, questo vuol dire che anche dal punto di vista del Pnrr, il porto di Ancona potrà beneficiare di fondi soprattutto per quanto riguarda la gestione all’insegna della sostenibilità e della digitalizzazione, di quelli che sono gli schemi operativi del porto». «C’è veramente tanta carne al fuoco – conclude – sia per quanto riguarda le merci sia il turismo e l’auspicio è che il porto possa anche sviluppare al meglio una ottima e positiva relazione con la città di Ancona, un pezzo della soluzione, visto che dopo tanti anni abbiamo necessità di una sempre maggiore sinergia e compenetrazione tra realtà portuale e cittadina».
Il presidente della Camera di Commercio delle Marche, Gino Sabatini, ha annunciato per giugno 2023 un appuntamento, immaginato prima della pandemia e poi rimandato per lo stop imposto dall’emergenza sanitaria, dedicato alla subfornitura nautica: «Sarà un grande evento che metterà al centro Ancona e le Marche, una piattaforma in cui faremo convergere gli imprenditori non solo della cantieristica e dei settori legati all’economia del mare ma anche di tessile, moda, pelletteria e legno nel segno dell’innovazione tecnologica e della collaborazione transfrontaliera».
Ricordando i dati del report CamCom “Economia del Mare e Green Deal” del Sistema inform realizzato in collaborazione con Anpal, il Centro Studi delle Camere di Commercio – Tagliacarne, dove si esaminano anche altri aspetti delle filiere blu, Sabatini, ha evidenziato che «l’importante fattore moltiplicatore delle attività legate all’economia del mare sul resto dell’economia italiana, che è pari a 1,9 euro per ogni euro investito. Osservando la distribuzione dei dati per ripartizione geografica è il Mezzogiorno del Paese a detenere la quota più elevata di valore aggiunto attivato dall’economia del mare. Con una incidenza della ricchezza prodotta dalla filiera del mare sul totale economia pari al 10,5%, si colloca al secondo posto il Centro, Marche comprese, (36,4 miliardi di euro, +2,0% sul 2018). E se il Centro Italia – prosegue – incide per un valore pari al 21,6% sul totale economia e del 21,5% dell’occupazione italiana, rispetto al contributo dato in termini di Blue Economy i valori salgono al 26,8% del valore aggiunto e al 25,6% dell’occupazione. I cantieri navali marchigiani sono tra i leader mondiali della nautica di lusso che operano nella progettazione, costruzione e commercializzazione di yacht e navi da diporto. Sono un’eccellenza nell’industria e nella manifattura marchigiana e italiana riconosciuta a livello internazionale».
I dati del report di Intesa Sanpaolo a cura di SRM
• Le Marche vantano 3.200 imprese della filiera logistica che occupano 20mila addetti. Il valore aggiunto generato dall’economia del mare è pari a circa un miliardo e mezzo di euro. Il contributo del porto di Ancona al PIL regionale è del 2,7%.
• L’Autorità di Sistema Portuale del Mare Adriatico Centrale è costituita dai porti di Pesaro, Falconara, Ancona, San Benedetto del Tronto, Pescara ed Ortona, in ordine geografico da nord a sud. Il porto principale, in termini di movimentazione di merci e passeggeri è Ancona.
• Nel 2021 ha movimentato circa 11 milioni di tonnellate di merci, registrando un aumento del 22% sul 2020 e dello 0,5% sul 2019. Le tipologie di merci più rilevanti in termini di movimentazione sono il RO-RO (traffico di automezzi gommati), le rinfuse liquide con 3,7 milioni di tonnellate (+7,3% sul 2020) movimentate presso la raffineria API di Falconara e i container con 167mila TEU (+5,5%).
• Importante il traffico RO-RO con 5,7 milioni di tonnellate (+43,5% sul 2020 e + 21% sul 2019). Il 34% dei camion che si imbarcano ad Ancona proviene da Francia e Spagna; il 32% dall’Europa centrale fino alla Gran Bretagna e alla Scandinavia ed il 5% dall’Europa dell’Est. Il restante 29% del traffico ha origine nel territorio italiano.
• L’83% di questo traffico è con la Grecia, Ancona è infatti leader per il Ro/Pax tra la Grecia e l’Europa centro-occidentale.
• Per quanto riguarda il traffico passeggeri, nel 2021 il Porto di Ancona è stato interessato da 725mila unità con una forte ripresa sul 2020 (+92,2%) ma ancora lontano dai numeri del 2019 (-39,1%). La direttrice greca, che da sola rappresenta il 75% del traffico totale, è aumentata del 68%. Ai passeggeri su navi traghetto vanno aggiunti i crocieristi, circa 37mila.
• Il primo trimestre del 2022 conferma il trend di crescita con una movimentazione cargo di 2,7 milioni di tonnellate, che sta a significare +21,7% sul 2021. Ammontano a 869mila le tonnellate di prodotti petroliferi movimentati dalla raffineria di Falconara Marittima (+25,6%). Le rinfuse solide crescono del 134,3% con 152mila tonnellate con un aumento legato, in particolare, alla movimentazione di prodotti cerealicoli e di metalli, destinati quest’ultimi alla manifattura delle Marche e del Centro Italia. Positivo anche il traffico container pari a 42.107 Teus (+19,7%) nei primi tre mesi dell’anno.
• Nel primo trimestre 2022 le merci trasportate nei Tir toccano 1,38 milioni di tonnellate, con una crescita del +14,3%, confermando il ruolo del porto di Ancona nelle Autostrade del mare, grazie al potenziamento delle linee per i porti greci di Patrasso e Igoumenitsa e al buon andamento del traffico merci sulla linea per l’Albania.
• Il traffico passeggeri dello scalo, nel confronto fra il primo trimestre 2021-2022, cresce del 24% arrivando a circa 77 mila persone imbarcate e sbarcate, ma ancora inferiore al primo trimestre 2019. È questo l’unico comparto dei traffici in cui gli effetti dell’emergenza sanitaria non sono stati ancora completamente assorbiti.
• Il 43% dell’import-export complessivo delle Marche – pari a circa 6,7 miliardi di euro – viaggia via mare, in crescita del 44% rispetto al 2020.
• Via mare le Marche importano soprattutto Oil&Gas, metalli e macchine e apparecchi meccanici; sono esportate principalmente macchine e apparecchi meccanici, prodotti chimici e metalli.
• I principali mercati di importazione via mare sono Far East, Middle East e Paesi europei no UE; i mercati di export sono il Nord America, i Paesi europei no UE e i Paesi dell’UE27.
• Il porto di Ancona non supporta solo le esigenze di internazionalizzazione delle imprese marchigiane ma è a servizio di un’area molto più ampia di cui fanno parte anche Abruzzo e Molise. L’import-export complessivo di quest’area vale 36 miliardi di euro, di cui circa 11 miliardi di euro viaggia su nave.
• Anche il porto di Ancona è interessato da progetti del PNRR; il decreto 330/2021 prevede il progetto denominato “Intervento lungomare nord per la rettifica e la velocizzazione della linea ferroviaria con i materiali di escavo dei fondali marini” con una assegnazione di 10 milioni di Euro. Il progetto rientra nella categoria Ultimo/Penultimo miglio ferroviario/stradale.
• Lo stesso decreto prevede 7 milioni di Euro per il cosiddetto Cold Ironing (elettrificazione delle banchine); l’iniziativa è denominata “Sistema di cold ironing per le navi traghetto ormeggiate nel porto storico di Ancona”. Ulteriori 4 milioni di euro per il cold ironing sono previsti per i porti di Pesaro, San Benedetto del Tronto, Ortona, Pescara.
• Progetto strategico che interesserà l’area è indicato nell’allegato al DEF Documento di Economia e Finanza e prevede circa 100 milioni di euro per il collegamento del Porto con la SS16; 40 milioni sono destinati inoltre alla realizzazione di un nuovo piazzale in ampliamento di quelli esistenti, alla realizzazione di una nuova banchina di allestimento, allungamento del bacino di carenaggio.
• Ulteriore impulso al traffico ed all’attrazione di investimenti nell’area di gravitazione del porto potrà essere generato dalla ZES-Zona Economica speciale che vede tra le infrastrutture driver della crescita proprio lo scalo marchigiano.