ANCONA – Approvata a maggioranza la proposta di legge ad iniziativa della Giunta regionale che sostituisce la società Svim con la Svem, Sviluppo Europa Marche Srl. Il via libera è arrivato nell’aula del Consiglio regionale dopo un lungo dibattito e l’esame di oltre 50 emendamenti. Diciassette i voti favorevoli, 2 astenuti e 1 contrario. Critico il Pd che ha abbandonato l’Aula e non ha ha partecipato alla votazione. Relatore di maggioranza Nicola Baiocchi (FdI) mentre per la minoranza ha relazionato Andrea Biancani (Pd).
Una trasformazione che punta a supportare territorio ed enti locali, «per sostenerli nelle sfide di sviluppo e di crescita in grado di generare progettualità e utilizzare le opportunità che ci vengono fornite – ha spiegato il presidente della Regione Francesco Acquaroli -. Sviluppo Europa Marche dovrà caratterizzarsi elevando la capacità di elaborazione e cercando di superare la frammentazione, che è il limite che hanno i territori dalle piccole dimensioni».
Svem: ecco a cosa servirà
Tra le novità introdotte con la nuova società, a capitale totalmente pubblico, l’apertura all’ingresso degli enti locali, di Università e forme associative di enti pubblici. Obiettivo elaborare e attuare progetti di sviluppo territoriale, nazionali e regionali, derivanti dall’Unione europea. Svem potrà svolgere incarichi con logica di mercato per un massimo del 20% delle attività.
La legge sostituisce la figura dell’amministratore unico con un consiglio di amministrazione composto da tre membri, di cui almeno uno a rappresentanza del socio maggioritario che resta comunque la Regione. La Svem potrà svolgere attività a favore degli enti locali in affidamento diretto nel caso si tratti di soci, oppure con logiche di mercato per un massimo del 20% delle attività, con il reimpiego degli utili nell’oggetto sociale.
Parla di un provvedimento che «introduce novità sostanziali» per «rafforzare l’assetto societario, per accrescere le potenzialità degli enti locali che potranno essere affiancati dalla stessa Svem per tutte quelle attività che richiedono conoscenze e competenze dei quali sono sprovvisti» il consigliere regionale di Fratelli d’Italia, Nicola Baiocchi.
Il relatore di maggioranza in aula ha spiegato che «i soci potranno procedere, secondo il testo della legge, con assegnamenti diretti e la Regione dovrà prioritariamente affidare l’attività di assistenza tecnica alla Società», una disposizione che «genererà un notevole aumento del fatturato per le commesse regionali alle quali vanno aggiunti gli eventuali affidamenti degli altri enti pubblici interessati».
Baiocchi ha evidenziato che tra gli obiettivi della nuova società c’è quello di ridurre lo spazio di intervento con i soggetti che cercavano un confronto diretto con la Regione Marche e che, «come avveniva in passato, non ci riuscivano». Compito di Sviluppo Europa Marche quello di intercettare i finanziamenti europei «che sempre di più saranno importanti per lo sviluppo regionale. Come maggioranza di centrodestra – prosegue – crediamo fortemente in una Svem diversa dal passato e da una gestione che, di fatto, non ha prodotto gli effetti sperati».
«Ci attendiamo – conclude – che diventi un hub al quale tutti gli enti sappiano di poter contare per i progetti che intendono sviluppare nei territori».
Ad esprimere la contrarietà dei dem nei confronti della trasformazione della società Svim in Svem è il consigliere del Pd Andrea Biancani: «Riteniamo che alla Svem venga data da parte della Regione una vera e propria delega in bianco. La Regione nei prossimi anni e nei prossimi mesi, avrà tantissime risorse da parte della Comunità europea e dal Governo, la cui gestione però, in questo modo, viene delegata completamente alla società».
Secondo i dem sarebbe stato opportuno rafforzare il ruolo della Regione, valorizzando le professionalità interne e assumendone di nuove, per riuscire a gestire la mole di risorse in arrivo. «Rischiamo di creare un vero e proprio carrozzone – conclude Biancani – perché la società non riuscirà con l’organico attuale a fare fronte alle necessità via via emergenti».