ANCONA – Adeguare gli stipendi dei lavoratori al costo della vita. È la proposta di Italia Sovrana e Popolare. Mentre la campagna elettorale è entrata nel vivo, il focus si è spostato dai nomi delle candidature ai contenuti dei programmi elettorali in vista delle politiche che si terranno il 25 settembre.
«La politica sociale dei 5Stelle, con la complicità degli altri partiti e di Draghi, è stata fallimentare e sta gettando il Paese nella povertà – dice l’avvocato osimano Fabio Pasquinelli, capolista al Senato per Italia Sovrana e Popolare, la coalizione di forze politiche anti Ue e Nato – . Prima Di Maio ha abolito la povertà con 600 euro al mese, come se con quel reddito uno non fosse povero, ora Conte propone di lavorare 36 ore a settimana per un salario lordo di 9 euro all’ora, vale a dire uno stipendio mensile netto di appena 1.000 euro, a fronte di un’inflazione che galoppa verso il 300%, a causa delle sanzioni volute e votate da tutti i partiti, dal Pd alla Meloni».
Secondo Pasquinelli «sono tutti arruolati in una guerra che costerà lacrime e sangue alle imprese ed ai lavoratori italiani». La proposta di Italia Sovrana e Popolare è quella di «un reddito sociale universale legato al lavoro» e «l’introduzione di un meccanismo automatico che adegui i salari all’economia reale». «Italia Sovrana e Popolare – aggiunge dai suoi canali social Marco Rizzo, capolista alla Camera – è l’unica lista del dissenso ad esser presente nel 100% dei collegi plurinominali della Camera, quelli cioè che determinano il superamento dello sbarramento nazionale per entrare in Parlamento».