ANCONA – Partecipazione organizzata, ascolto, ricerca avanzata, progettazione ed etica. Sono i pilastri sui cui si fonda “Dipende da noi” la lista che sostiene il candidato governatore Roberto Mancini. La presentazione ufficiale dei candidati in corsa per il Consiglio regionale, questa mattina ad Ancona alla Pineta del Passetto.
Presente anche il già magistrato di Cassazione e presidente regionale per due legislature Vito D’Ambrosio, padrino della compagine politica in tandem con Mancini.
Il movimento politico che si definisce di sinistra etica, si propone come alternativa al progetto portato avanti dal centrosinistra con la candidatura del sindaco di Senigallia e presidente Anci Marche Maurizio Mangialardi. A spiegare il perché della scelta è lo stesso Mancini che sottolinea come sia «mancato il confronto» con il centrosinistra, e come il candidato presidente del Pd non rappresenti una alternativa al governo regionale portato avanti negli ultimi 5 anni, ma sia «in totale continuità con Ceriscioli, con quel metodo e con quella dirigenza del Partito Democratico».
«Ci hanno accusato di aver rotto l’unità della sinistra – rincara la dose Vito D’Ambrosio – , è una balla grossa come, non una, ma due case: era necessario un confronto che non c’è mai stato». Una richiesta di confronto, che come ha rimarcato Roberto Mancini, è arrivata solo quando il centrosinistra aveva già definito candidato governatore e liste. «Sauro Longhi – spiega Mancini – poteva essere una possibilità seria per realizzare una candidatura unitaria nel centrosinistra», insomma non trovato l’accordo la scelta di scendere in campo da soli.
D’Ambrosio ha posto l’accento sulla gestione della sanità regionale, definendo la scelta del governatore Ceriscioli «di tenere nelle sue competenze» la delega alla sanità «un errore colossale». «A meno che non sia Nembo kid o Superman» gestire una Regione e occuparsi della sanità che rappresenta l’80% del bilancio regionale è stata «una scelta che ha comportato conseguenze catastrofiche» ha detto D’Ambrosio, citando ad esempio la gestione dell’emergenza coronavirus che ha visto la provincia di Pesaro e Urbino colpita «alla pari di quella di Brescia: hanno copiato il modello Lombardo» centralizzando negli ospedali che sono divenuti «bombe a orologeria». Poi l’affondo sul covid hospital di Civitanova Marche
«costruito non si sa con quale criterio e senza ufficializzare mai» il costo della maxi terapia intensiva. Oltre alla sanità l’altro nodo critico del governo Ceriscioli, secondo D’Ambrosio, è quello della ricostruzione post sisma che spiega «ci ha profondamente delusi», così come la gestione dei fondi europei. Insomma un bilancio di 5 anni di legislatura che «lascia i marchigiani a bocca asciutta». Il ruolo di Dipende da noi, conclude, sarà quello di «controllore, ma non maligno».
Il candidato alla presidenza Roberto Mancini ha chiarito che l’obiettivo della lista è quello di «farsi carico in prima persona» dei problemi del territorio uscendo da un logica di lamento. Centrodestra e centrosinistra, ha detto, «sono due forze solo apparentemente avversarie, ma con lo stesso metodo di potere». Musa ispiratrice della compagine politica è la Costituzione, in particolare l’articolo 3 che promuove pari godimento dei diritti per tutti, un principio che, secondo Mancini, deve essere applicato «territorio per territorio, quartiere per quartiere».
Poi l’accento ai temi dell’ecologia e all’importanza delle esperienze interculturali: «Non diremo mai prima i marchigiani, ma tutti insieme» per costruire una vera democrazia, con «umiltà e spirito di servizio» seguendo il metodo praticato dalle associazioni di volontariato e dei comitati di cui la lista raccoglie i contributi.
«Una squadra di persone impegnate nel volontariato, nella conoscenza, nella ricerca e anche nell’agricoltura biologica che è un altro modo di fare economia – prosegue – . Persone che fanno politica per passione e non la intendono come un mestiere». Sugli appelli del centrosinistra a non disperdere i voti, Mancini spiega «votare per noi è il contrario, significa non disperdere il voto, è iniziare un metodo nuovo del fare politica, quello della partecipazione e del bene comune».
I candidati
In corsa nel collegio di Ancona ci sono: Lucia Albanesi (insegnante), Andrea Antolini (regista), Mauro Borioni (medico), Paolo Campanelli (dipendente pubblico), Giuseppe Ciarrocchi (ex segretario regionale Fiom Marche), Lara Polita (impiegata), Maria Letizia Ruello (ricercatrice universitaria), Emanuela Sbriscia (medico). Nel Maceratese, Elisabetta Giorgini (nazionale di pattinaggio), Katiuscia Merlini (insegnante), Antonio Pagnanelli (presidente Italia Nostra), Barbara Salcocci (impiegata), Matteo Simoni (dipendente precario), Fabio Taffetani (Docente di Botanica UnivPm). Nel collegio di Ascoli Piceno ci sono Paola Cantalamessa (insegnante), Francesco Corradetti (medico), Fabrizio Leone (docente), Paola Maria Petrucci (consulente). A Fermo Fabio Bernardini (infermiere), Luisella Pieroni (operatrice sociale), Stefano Ricci (ex dirigente regionale), Gelsomina (Mina) Vinicione (ex dirigente scolastica). A Pesaro Urbino, Genni Ceresani(antropologa), Massimo D’Agnillo (architetto), Maria Giovanna Depau, (bracciante agricola) Corrado Filippini (operaio in pensione), Vittorio Ondedei (educatore, musicista, scrittore), Alessandro Panaroni (docente), Laura Testasecca (graphic designer).