ANCONA – Ceriscioli si, Ceriscioli no? È il dilemma che attanaglia il centrosinistra in vista della prossima competizione elettorale di primavera, quando gli elettori saranno chiamati alle urne per rinnovare il governo regionale. Il tavolo di coalizione che si è svolto ieri ad Ancona vede una parte del centrosinistra invocare discontinuità rispetto al passato, e la restante appoggiare un Ceriscioli bis. Ma se andiamo a guardare gli equilibri l’ago della bilancia al momento pende per il no a Ceriscioli come candidato di coalizione.
Tra i partiti che vorrebbero un nuovo candidato ci sono Italia Viva, Articolo Uno, civici e Italia in Comune. I socialisti non hanno espresso una posizione chiara, così come + Europa che ha fatto il suo ingresso nella coalizione. Il coordinatore regionale di + Europa Mattia Morbidoni precisa che «il candidato è solo l’ultimo step, prima occorre concentrarsi sul programma».
A sostegno del governatore uscente il Partito Democratico che nella direzione regionale del partito ha preso una posizione ufficiale spiegando che «si riparte da Ceriscioli», nonostante però al suo interno siano emerse posizioni diverse. Più sfumata, per così dire, la posizione dei Verdi che come spiega il portavoce Adriano Cardogna «hanno preso atto che per quanto riguarda il candidato presidente il segretario del Pd dopo una condivisibile introduzione ha fatto il nome del presidente uscente e che molti dei presenti hanno hanno rappresentato la necessità di un nuovo candidato che possa rappresentare una nuova fase politica per la Regione. I Verdi quindi hanno chiesto che chi ha nomi da proporre li porti al tavolo politico per essere valutati una volta definito il perimetro della coalizione».
Insomma la strada per Ceriscioli appare tutta in salita. Il segretario regionale del Pd Giovanni Gostoli ha tentato di mediare, ma chi boccia il Ceriscioli bis chiede di allargare il tavolo di coalizione coinvolgendo i 5 Stelle, ma anche le restanti parti della sinistra, come Sinistra Italiana e Comunisti.
Ma quali sono le motivazioni degli uni e degli altri?
Chi boccia il Ceriscioli bis articola il suo pensiero su una serie di punti, fra i quali il piano sanitario che avrebbe dovuto essere realizzato prima della scadenza del mandato, la questione Interporto di Jesi ancora irrisolta e la gestione del post sisma. Ma c’è anche chi parla di una imminente criticità nella gestione dei rifiuti speciali con la prossima chiusura dello stabilimento di Maiolati.
Chi appoggia il governatore uscente motiva la scelta con le cose buone fatte durante il mandato, come le liste di attesa azzerate in sanità. In una nota ufficial e dei giorni scorsi i dem hanno spiegato che «in un contesto difficile segnato dalla crisi economica e dal terremoto più drammatico della nostra storia, siamo riusciti a realizzare progetti importanti per la vita dei marchigiani».