ANCONA – «Tutelare l’occupazione e la dignità ai lavoratori che hanno garantito il successo di un’azienda che oggi non li rispetta». È l’appello rivolto dai parlamentari marchigiani del Pd, Alessia Morani e Mario Morgoni, al ministro del Lavoro Andrea Orlando, al quale hanno inviato nella giornata di ieri – 21 aprile – una lettera per sollecitare un intervento nella vertenza Elica.
L’azienda Fabrianese ha annunciato nelle scorse settimane la chiusura dello stabilimento di Cerreto D’Esi e la delocalizzazione del 70% delle produzioni effettuate oggi nei siti di Fabriano, Cerreto e Mergo, creando così 409 esuberi su 560 dipendenti del comprensorio. Una situazione critica che va ad impattare su un territorio già colpito dalla “crisi del bianco” e che sconta, come il resto del Paese, gli effetti economici generati dalla pandemia.
Elica conta 7 stabilimenti produttivi tra Italia, Polonia, Messico, India e Cina con 3.800 dipendenti e una produzione annua di oltre 20,7 milioni di pezzi tra cappe aspiranti e motori per caldaie da riscaldamento.
«Come parlamentari marchigiani esprimiamo la nostra profonda preoccupazione per questa situazione e ci rivolgiamo a te perché tu provveda a convocare la proprietà e i sindacati e a promuovere ogni necessaria e concreta iniziativa» scrivono i due dem nella missiva, certi
«di poter confidare sulla tua attenzione e su un tuo fattivo intervento».
I parlamentari del Pd ricordano che nel corso degli anni, «attraverso un percorso di internalizzazione» l’azienda che produce cappe aspiranti di design, «ha raggiunto una posizione di leadership a livello europeo e mondiale» grazie anche alla progettazione di motori elettrici per caldaie da riscaldamento.
Morani e Morgoni, nella lettera sottolineano le «forti radici nel tessuto economico e sociale delle Marche» di Elica, che nel Fabrianese, da lavoro ad una importante fetta di residenti. «È necessario ricordare come il territorio di Fabriano, oltre ad essere stato colpito gravemente dagli eventi sismici del Centro Italia (agosto 2016 e gennaio 2017) è stato il teatro di pesantissime crisi aziendali che hanno colpito importanti aziende come la Merloni – scrivono -. In questo quadro sociale, compromesso ulteriormente dalla pandemia, l’eventuale delocalizzazione prospettata dalla Multinazionale Elica determinerebbe conseguenze drammatiche per le famiglie e il tessuto produttivo del territorio».
I sindacati aziendali si sono attivati in maniera unitaria a tutela dei lavoratori decretando lo stato di agitazione permanente e attivando tutti i tavoli di concertazione con le istituzioni locali. Alessia Morani, sottolinea che «400 licenziamenti per il nostro territorio significa fare macelleria sociale. Crediamo che l’intervento del nostro ministro sia assolutamente necessario, così come quello del ministro per lo sviluppo economico. La delocalizzazione va bloccata e il gruppo Elica deve ritirare il piano di riorganizzazione aziendale, non ci sono alternative». Il ministro Orlando nella giornata di ieri ha fatto sapere tramite la sua segreteria di aver ricevuto la lettera e che risponderà a breve.