ANCONA – Rilanciare la filiera agroalimentare del Parco del Conero. Si è discusso di questo obiettivo nel corso dell’evento denominato “Il valore dell’agroalimentare e la sua tracciabilità sul Parco Naturale del Conero”, promosso nell’auditorium del Seebay Hotel di Portonovo dall’Ente Regionale Parco del Conero, che ha avviato un confronto con l’Università Politecnica delle Marche e con le principali sigle del mondo agricolo, Coldiretti, Cia, Confagricoltura e Copagri per gettare le basi di una valorizzazione dei prodotti di eccellenza del territorio, che includa anche la tutela dell’ambiente e dei consumatori.
All’incontro hanno preso parte il sottosegretario di Stato all’Agricoltura, Francesco Battistoni e il vice presidente della Giunta regionale oltre che assessore con delega all’Agricoltura, Mirco Carloni, insieme ai presidenti delle associazioni del mondo agricolo. Presenti anche i presidenti regionali di Coldiretti, Maria Letizia Gardoni, Cia Mirella Gattari, Confagricoltura Giovanni Manzotti, Copagri Giovanni Bernardini. Per l’Università Politecnica delle Marche era presente Davide Neri, professore ordinario alla Facoltà di Agraria.
Un progetto ambizioso quello del neopresidente dell’ente Parco del Conero Daniele Silvetti che ai giornalisti ha spiegato: «Il nostro compito è quello di equilibrare il rapporto tra tutela e conservazione ambientale e valorizzazione dell’attività produttiva, fra queste principe è quella agricola» dal momento che il 50% del territorio del Parco del Conero «è seminativo», con una importante presenza di attività produttive che rappresentano «un valore aggiunto e una grande opportunità per tutto il territorio regionale».
Silvetti ha parlato di «laboratorio a cielo aperto» annunciando che tra le sfide del suo mandato c’è quella di «rimettere in moto» la filiera agroalimentare a chilometro zero del Conero, un progetto «per noi molto innovativo» e che in passato era stato denominato “Terre del Conero” ma che successivamente era poi stato accantonato. «Esiste già un marchio – ha spiegato Silvetti – , ma siamo qua per definire le basi del progetto con gli attori» del territorio, con l’obiettivo di far diventare il Parco del Conero una piattaforma che «andrà ad autenticare questo momento, a certificarlo e a garantirlo».
L’ambizione, ha chiarito, è quella di portare i prodotti d’eccellenza del Conero «oltre i confini regionali», una sfida che conta sulla presenza nel territorio del Parco di «attività produttive note e arcinote nel mondo della coltivazione e della semina, fino alla viticoltura». Inoltre ha annunciato, «riusciremo molto presto a presentare un progetto con cui questa filiera sarà certa e sotto gli occhi di tutti, dal momento della produzione, fino all’arrivo al consumatore». Fra le priorità annoverate da Silvetti c’è anche la tutela del consumatore «che diventerà protagonista all’interno di questa filiera che intendiamo rafforzare». «Vogliamo un Parco aperto – conclude – nel quale tutte le componenti, agricole, turistiche, ricettive, promozionali e ambientali, dialoghino e convivano in una prospettiva comune».
Il sottosegretario Francesco Battistoni ha evidenziato la necessità di difendere i prodotti locali d’eccellenza, minacciati dalla concorrenza di altri paesi europei, ed ha sottolineato le opportunità che possono arrivare dai fondi del Pnrr, piano nazionale di ripresa e resilienza. A tal proposito ha ricordato che in Parlamento è in approvazione una legge nazionale sul biologico, che ha già visto un primo passaggio al Senato ed è in attesa di essere vagliata alla Camera, «sarà un ottimo strumento per poter usufruire dei finanziamenti. Poi nel Pnrr ci sono tutti i fondi per la transizione ecologica e il biologico è molto avvantaggiato in questa direzione» accanto a questo poi i progetti di filiera «a cui poter attingere».
Inoltre ha spiegato che il Parco può dare opportunità al mondo dell’agricoltura anche attraverso i piani di sviluppo rurale, per i quali occorre però tenere presenti le penalizzazioni legate ai vincoli a cui è soggetto chi opera all’interno di un parco o di una area protetta. Opportunità poi possono arrivare anche dai Pac, piani agricoli comuni, e dall’agricoltura 4.0 «per essere all’avanguardia a livello europeo». Tra i temi prioritari da affrontare ha posto quello dei danni all’agricoltura e degli incidenti stradali causati dalla fauna selvatica.
L’assessore regionale all’Agricoltura Mirco Carloni ha sottolineato l’importanza del Parco del Conero, che ha definito «un serbatoio di coltura e cultura agricola che va sviluppato, rilanciato e messo a sistema, in filiera corta sul cibo e sulla trasformazione, che può rappresentare un grande valore aggiunto sia per l’Ente stesso che per questi luoghi che in una condizione ottimale riuscirebbero a preservarsi e ad essere di grande opportunità per la collettività».
Carloni ha sottolineato che «il Parco del Conero può partecipare a pieno titolo alla produzione agricola di alta qualità, fatta nell’interesse della salute, del cibo e come elemento di promozione» e «più diventerà identitaria, più avrà valore turistico», inoltre ha annunciato un imminente incontro con il Vescovo di Loreto per il rilancio dell’Azienda Agricola della Santa Casa di Loreto. Infine nell’ambito del progetto lanciato dalla Regione Marche per la realizzazione di un Distretto Biologico regionale, ha spiegato che sono 2mila le imprese agricole che hanno presentato domanda per farne parte.