ANCONA – Il conflitto Russia – Ucraina non accenna a placarsi e anzi negli ultimi giorni il clima si è fatto ancora più teso. La Russia ha avviato esercitazioni nucleari tattiche in Bielorussia. Ne parliamo con il professor Marco Severini docente di storia contemporanea dell’Università di Macerata.
Secondo le intelligence c’è il rischio di attacchi russi alle infrastrutture europee, quali gli obiettivi sensibili e in quali Paesi? «L’allarme è stato lanciato dal Financial Times mentre sul fronte orientale l’esercito russo avanza sul campo di battaglia ucraino. L’allarme parla di attentati a infrastrutture europee e a civili. Aspetterei un attimo prima di definirlo fondato».
Il capo di Stato maggiore Carmine Masiello ha detto che l’Esercito Italiano va potenziato e in fretta, ci si prepara ad una escalation? «Il celere potenziamento cui si riferisce il capo di Stato maggiore Carmine Masiello, richiedente maggiori tecnologie e soldati, rischia di diventare una goccia d’acqua nel deserto. Siamo già un Paese fin troppo militarizzato, il sesto al mondo per produzione del settore della Difesa. Si può concordare per quanto riguarda la difesa tecnologica e logistica. Ma per il resto, che altro dovremmo fare? Andare a combattere? Ricordo sommessamente l’art. 11 della Costituzione».
Le interferenze russe rappresentano una novità o vi sono sempre state? «Ci sono state eccome, magari sotto traccia e sconosciute al cittadino comune. Si parla insistentemente di disinformazione, sabotaggio, atti di violenza, interferenze informatiche ed elettroniche, campagne di disinformazione e altre operazioni ibride. Tutto fuorché novità. Ma il rischio non deve essere sottovalutato, anche perché gli hacker russi sono pericolosissimi, come si è accorta qualche tempo fa la stessa premier».
Quale può essere il ruolo della Cina su questo tema e più in generale sul conflitto russo-ucraino e il possibile utilizzo di armi atomiche in quello scenario? «Inizialmente la Cina si era proposta come mediatrice con un piano di pace per il conflitto russo-ucraino. Questo piano, in 12 punti, è stato valutato in maniera differente dagli analisti internazionali. Di certo c’è solo che la Cina sta osservando con attenzione lo sviluppo degli eventi. Ma la sua posizione nello scacchiere internazionale rimane tra l’ibrido e l’incerto».
Siamo dentro una guerra mondiale come dice il Papa o ancora sul baratro e c’è spazio per evitarla? «Quando papa Bergoglio sostiene che la terza guerra mondiale “a pezzi è un conflitto globale”, non sbaglia di certo e fa bene, in quanto rappresentante massimo della Chiesa cattolica, a ribadire che l’unica soluzione concreta e civile consiste nella cessazione di tutte le guerre, circa una quarantina, che stanno insanguinando il mondo. L’atteggiamento dell’Occidente appare ancora tiepido e irresoluto. La pace si costruisce con lo sforzo di tutti e con una seria educazione che ancora manca nel nostro Paese a molti livelli. Il tempo e lo spazio per evitare un nuovo cataclisma bellico esistono eccome».
Che scenario ci aspetta, visto anche il fronte caldo in Medio Oriente che non accenna a spegnersi? «Uno scenario labile, tentennante, insicuro. Che tale resterà fino a quando la diplomazia non avrà riassunto il posto che le compete nei rapporti internazionali. La storia della civiltà umana ha evidenziato, specie per l’età contemporanea, che le sopraffazioni, le violenze e i conflitti non danno origine a niente di buono. Non è vero, come molti pensano, che possiamo stare solo a guardare: vi sono numerose città italiane, e pure marchigiane, che da due anni promuovono nei weekend presidi di pace nel corso dei quali si può raccogliere un’informazione più attenta e circostanziata su quanto sta avvenendo».