Ancona-Osimo

Esplosione a Monte Urano, la vittima è Giovanni Battista Cascone: «Uccidono i dispiaceri. Non il lavoro, non la fatica»

Un monito il messaggio lasciato sulla sua pagina Facebook dal 29enne di Falconara. Tanti i post di vicinanza e cordoglio da parte degli amici e di chi lo conosceva. Un altra morte bianca. Daniela Barbaresi Cgil: «una strage che va fermata»

ANCONA – La vittima dell’esplosione avvenuta nel pomeriggio di ieri, 19 novembre, in un distributore di benzina di Monte Urano è il 29enne Giovanni Battista Cascone, morto mentre stava lavorando alla manutenzione dell’impianto antincendio per l’azienda jesina, la Mds srl, per la quale prestava servizio.

Ancora non sono chiare le cause all’origine dello scoppio, ciò che è certo è che l’operaio è morto sul colpo dopo che il suo corpo è stato scaraventato 8 metri oltre il punto in cui stava lavorando. Giovanni era originario di Napoli ma viveva a Falconara Marittima.

Una tragedia che ha scosso profondamente l’opinione pubblica e la comunità che ha voluto rendere omaggio al 29enne strappato alla vita nel fiore dei suoi anni postando messaggi di cordoglio sulla sua pagina Facebook.

«Un soffio..un attimo..un istante… Basta così poco per cambiare o distruggere una vita? – scrive un amico sulla sua pagina social -. Quanto siamo piccoli e impotenti davanti a tali dolori..dinanzi a tali disgrazie… Non si può morire così..è talmente innaturale e inaccettabile…29 anni sono troppo pochi non esistono parole…Rip Giovanni».

Un altro infortunio di lavoro si aggiunge alla lista delle morti bianche avvenute quest’anno in Regione. La segretaria generale della Cgil Marche Daniela Barbaresi ha riflettuto sulla necessità di garantire «qualità e sicurezza nel mondo del lavoro, come diritti fondamentali», una questione che per la Barbaresi deve diventare una priorità per la Regione, dato che «quest’anno è stata una strage nelle Marche, una strage che va fermata».

Una posizione condivisa anche dal segretario regionale della Fiom Marche Cgil Tiziano Beldomenico, quella della priorità nella sicurezza sui luoghi di lavoro: «Questa situazione non è più accettabile, oggi, oltre ad accertare tutte le responsabilità dirette, non si può più aspettare, vi è una necessità non più rimandabile, bisogna dare seguito al tavolo chiesto alla Prefettura di Ancona, ed estenderlo anche alle altre province, con enti, istituzioni e parti sociali, per individuare soluzioni, e percorsi efficaci in grado di mettere in campo strumenti per garantire quanto più possibile la sicurezza nei posti di lavoro».
Secondo Beldomenico «non la si può accantonare solo perché, fare sicurezza costa, e ne risente il profitto, sulla prevenzione, sulla formazione e sui controlli o verifiche non bisogna lesinare, per noi la vita di una persona non ha prezzo. Basta parole, o si passa ai fatti, o tutti saremo complici di queste stragi senza fine».

«A me uccidono i dispiaceri. Non il lavoro, non la fatica, non gli impegni, non le poche ore di sonno. Non la troppa strada. A me uccidono i dispiaceri, le bugie, la gente falsa, l’indifferenza, lo spreco, la disistima» scriveva Giovanni Battista Cascone nella sua pagina Facebook. Un pensiero amaro il suo, ma allo stesso tempo un insegnamento che resta per le giovani generazioni. Una riflessione sul sacrificio legato al lavoro quotidiano, in un periodo nel quale il lavoro è sempre più raro, precario e sottopagato. Ma allo stesso tempo una riflessione su uno spaccato di società che forse ha bisogno di riconquistare la sua autenticità contro la competitività e la falsità che predominano in alcuni, condannando inesorabilmente le relazioni umane e creando criticità sul luogo di lavoro. Con questo insegnamento, Giovanni se ne è andato, in punta di piedi, inaspettatamente in una giornata di lavoro, nel freddo di un pomeriggio invernale.