ANCONA – Nuova diffida ad Asur da parte di Mario, il 43enne tetraplegico che ha chiesto di poter accedere al suicidio medicalmente assistito in Italia. Dopo aver ottenuto nei giorni scorsi il parere favorevole del Comitato Etico sulla presenza dei 4 requisiti per l’accesso al suicidio assistito, l’uomo, rimasto immobilizzato in conseguenza ad un incidente stradale avvenuto più di 10 anni fa, è tornato a diffidare l’Azienda unica sanitaria regionale delle Marche, «perché inadempiente in merito alle dovute verifiche sul farmaco letale». Lo fa sapere l’Associazione Luca Coscioni in una nota stampa.
Mario, nome di fantasia dell’autotrasportatore rimasto immobilizzato, nel luglio scorso aveva sporto una prima denuncia nei confronti di Asur Marche perché, malgrado il provvedimento di un giudice, l’Azienda non aveva proceduto a verificare lo stato delle sue condizioni dopo che l’uomo aveva chiesto di potere accedere al suicidio assistito nel nostro Paese nel rispetto della sentenza della Corte Costituzionale sul caso Cappato-Dj Fabo.
A questa erano seguite altre azioni legali, con il supporto dell’Associazione Coscioni. I legali di Mario avevano infatti inviato una lettera di messa in mora e di diffida ai ministri Roberto Speranza e Marta Cartabia, portando a conoscenza del caso anche il premier Mario Draghi.
Poco più di una settimana fa, era partita una nuova diffida verso Asur Marche ad opera del collegio difensore (costituito da Filomena Gallo, Massimo Clara, Angioletto Calandrini, Cinzia Ammirati, Francesca Re, Rocco Berardo, Giordano Gagliardini e Segretario dell’Associazione Luca Coscioni), in quanto ad un mese dall’invio al Comitato Etico Regione Marche (CERM) della relazione dell’equipe multidisciplinare dell’Area Vasta 2, Mario non aveva ancora avuto un riscontro sull’esito della procedura.
Con l’arrivo del parere del Comitato Etico di Asur, lunedì scorso, sembrava che la situazione fosse giunta ad un punto di svolta, ma questo aveva «sollevato dubbi sulle modalità e sulla metodica del farmaco che il soggetto avrebbe chiesto (il TIOPENTONE SODICO nella quantità di 20 grammi, senza specificare come dovesse essere somministrato)», aveva precisato la Regione in una nota stampa, nella quale aveva anche affermato che la decisione «spetta al Tribunale», mentre l’Associazione Coscioni dal canto suo aveva ribattuto spiegando che il Tribunale dorico sia era già espresso sulla questione ordinando «alla Azienda unica sanitaria regionale delle Marche di eseguire tutte le verifiche necessarie a stabilire che Mario fosse in possesso delle 4 condizioni previste dalla sentenza della Corte Costituzionale».
Le verifiche sul farmaco letale sono «l’ultimo passaggio da effettuare prima di poter accedere legalmente alla morte medicalmente assistita, secondo l’iter stabilito dalla sentenza Cappato-Antoniani della Corte costituzionale» afferma il co-difensore di Mario, Filomena Gallo. Con la nuova diffida chiedono di «effettuare come previsto dal Tribunale di Ancona in tempi brevissimi le dovute verifiche sulla modalità, la metodica e il farmaco idonei a garantire la morte più rapida, indolore e dignitosa possibile», così come ordinato alla Asur stessa dal Tribunale di Ancona lo scorso giugno e come previsto dalla sentenza della Corte costituzionale 242/2019, si legge nella nota.
Sulla vicenda del 43enne hanno preso posizione diversi esponenti del mondo politico, chiedendo anche che il Parlamento arrivi a legiferare in materia. La Regione non ha commentato la nuova diffida.