ANCONA – «Non si ammazza un uomo senza una legge». È il commento di Mario Adinolfi, leader nazionale del Popolo della Famiglia, rilanciate dal movimento marchigiano guidato da Fabio Sebastianelli dopo che nella giornata di oggi si è appresa la notizia dell’indicazione del farmaco per il 43enne marchigiano tetraplegico da un decennio in seguito ad un incidente stradale, che ha chiesto di accedere al suicidio medicalmente assistito in Italia.
L’uomo aveva ingaggiato una battaglia a colpi di diffide verso Asur Marche per porre fine alle sue sofferenze, ma se la vicenda si era arenata sul farmaco venefico da utilizzare, ora è arrivato lo sblocco, che ha suscitato la dura reazione del Popolo della Famiglia.
«Mario Adinolfi, presidente nazionale del Popolo della Famiglia, denuncia una forzatura dell’iter che porterebbe nelle Marche al suicidio assistito di un paraplegico» si legge nella nota stampa diffusa dal Popolo della Famiglia delle Marche.
«I portatori della cultura della morte segnano un altro punto in questa surreale battaglia che vuole per forza uccidere Mario, tetraplegico marchigiano – prosegue la nota -. Lo Stato, anziché sostenere lui e la famiglia in un percorso solidale che accompagni la disabilità e la sofferenza, fa scegliere a una Asur il farmaco con cui sopprimerlo, nel plauso generale. Non c’è un giornale, una tv, una forza politica che stia ricordando che tutto questo sta avvenendo senza uno straccio di una legge, senza che il popolo sovrano si sia mai espresso sul tema del suicidio assistito. Anzi, poiché il Parlamento nonostante le sollecitazioni sulla materia non ha deliberato, è chiaro che non c’è una maggioranza a favore del suicidio assistito. E non si ammazza un uomo senza una legge perché altrimenti si fa strame dei principi basilari della democrazia».
«Con lo stesso farmaco con cui ammazzeranno Mario – conclude la nota stampa – si potrebbe ammazzare qualche criminale incarcerato. Accetteremmo mai che la pena di morte fosse decisa da un dipartimento carcerario senza una legge? Attenti, si sta costruendo un precedente pericolosissimo e come sempre a favore della morte, mai della vita».