Ancona-Osimo

Evaso da Barcaglione, il pg Rossi: «Per uno che tradisce fiducia, 99 si impegnano per riscatto». Il garante: «Non si irrigidisca circuito»

Il procuratore generale della Repubblica e il garante per i diritti hanno risposto ai giornalisti sul caso del detenuto evaso e tuttora in fuga dal 23 gennaio

Roberto Rossi

ANCONA – «Quando si da fiducia è fisiologico che qualcuno questa fiducia la tradisca, ma per uno che la tradisce ce ne sono 99 che invece si impegnano per il loro riscatto e per ritornare ad essere cittadini a pieno diritto». Così il procuratore generale della Repubblica, Roberto Rossi, rispondendo ai giornalisti, a margine della cerimonia di inaugurazione dell’anno giudiziario, che gli chiedevano del detenuto evaso dal carcere di Barcaglione, ad Ancona.

Il 44enne, di origine albanese, era detenuto a Barcaglione per reati connessi a rapina e droga. L’uomo era stato assegnato al lavoro all’esterno e aveva libertà di movimento senza scorta. Il 23 gennaio però è evaso ed è tuttora ricercato da una task force. Il procuratore generale sentito sulla questione ha aggiunto «guardiamo ai 99» che si impegnano per il loro reinserimento in società al termine della pena, «piuttosto che all’uno» che ha tradito la fiducia.

Giancarlo Giulianelli garante dei diritti della persona

Sul tema è intervenuto a margine della cerimonia anche il garante dei diritti della persona Giancarlo Giulianelli: «Dispiace l’episodio perché si va a collocare in un momento particolare e in un circolo virtuoso che avevamo creato nel carcere di Barcaglione, e non solo. Il timore è che questo episodio possa andare a danneggiare gli altri detenuti per il quali stiamo già facendo, a mio avviso, un buon lavoro di reinserimento». Nel mese di febbraio, ha spiegato Giulianelli, si sarebbe dovuta tenere l’udienza per la misura alternativa alla detenzione dell’affidamento in prova ai servizi sociali dell’uomo o per i domiciliari. Proprio il timore di un pronunciamento negativo potrebbe aver spinto il 44enne a pensare di evadere.

Il garante ha spiegato che alcuni detenuti, circa «13-14» sono stati presi in carico da «società» per degli stage al termine del corso da cuoco, un’attività che rappresenta un «circolo virtuoso» e che era partita proprio dal garante, ma che ha coinvolto «la magistratura tutta, la direzione del carcere, i detenuti e la società civile». Giulianelli ha espresso il «timore» che la fuga del 44enne possa «irrigidire» e «restringere» questo circuito.

Per Giulianelli è come «l’albero che cade, che fa molto più rumore della foresta che cresce, che è rappresentata da tutti gli altri detenuti che stanno lavorando proprio per il reinserimento». Giulianelli ha spiegato di aver parlato con alcuni familiari di detenuti della struttura «che mi hanno contattato perché qulcuno aveva in animo di fare l’articolo 21» ovvero il lavoro all’esterno, «del resto Barcaglione è votato a questa misura alternativa perché è un carcere a custodia attenuata». Il garante ha precisato infine che «il detenuto era dentro non per omicidio».