ANCONA- Finalmente si apre la gara per la concessione e gestione degli Ex Mutilatini a Portonovo ma il bando lascia sconcertata l’ASP Portonovo per Tutti. L’associazione da anni si batte contro la privatizzazione dell’immobile e per la sua riqualificazione ha elaborato un progetto che prevede la costruzione di un ostello con circa 50 posti letto e diversi locali plurifunzionali da destinare alla promozione di un turismo ecologico, allo svolgimento di attività di educazione ambientale e alla valorizzazione di prodotti locali di qualità, oltre all’ospitalità di attività a servizio dell’intera collettività. Nel bando, reso pubblico con la recente determina dell’amministrazione comunale, è previsto come termine ultimo per presentare la proposta il 3 aprile. Inoltre, è prevista la gestione dell’ex colonia estiva per 20 anni da parte di un’impresa sociale, nel quadro di un paternariato pubblico e privato, che dovrà farsi carico anche della ristrutturazione della struttura. I lavori di riqualificazione e valorizzazione sono stimati in circa 4 milioni di euro. Il canone annuo da versare al Comune per tutta la durata della concessione è di 6mila euro (oggetto di offerta economica a rialzo).
«La Sindaca vuole veramente realizzare l’ostello a Portonovo? Il bando pubblicato smentisce la volontà di recupero dell’edifico!– commenta Antrea Fantini, presidente ASP Portonovo per Tutti-. Aspettavamo il bando da tempo ma, pur rispondendo alle esigenze di una destinazione di interesse pubblico a carattere sociale e ambientale, sembra impostato per mandarlo deserto».
Secondo l’Associazione di Promozione Sociale, nel bando ci sarebbero almeno due criticità: l’accesso ai fondi POR e la somma di 90mila euro da versare al momento della sottoscrizione del contratto di concessione per coprire un debito dell’amministrazione comunale nei confronti dell’Associazione Nazionale vittime civili di guerra che detiene ancora un diritto d’uso dell’immobile.
«La prima riguarda l’accesso ai fondi POR. C’è un’evidente discrepanza tra la delibera di Giunta del 25 ottobre 2016 che impegnava il Sindaco e la Giunta ad adoperarsi per ottenere fondi europei (poi rafforzata dal protocollo di intesa con Univpm e FederParchi e dal recente accordo di programma sottoscritto in data 11 gennaio 2018 da CSV e Anci Marche per la cura dei beni comuni) e l’assoluta mancanza di iniziativa in tal senso da parte della amministrazione comunale (il bando POR è uscito a novembre 2017 e scadrà il 26 aprile 2018). Inoltre la previsione nel bando comunale che il vincitore “avrà accesso alle risorse messe a disposizione dal POR” prefigura di fatto una mission impossible, visto il Comune, come Ente Pubblico proprietario del bene, è tenuto a presentare la domanda e che rimarranno pochissimi giorni per preparare la complessa documentazione tra l’individuazione del vincitore del bando comunale e la scadenza del POR- spiega Fantini-.
La seconda questione riguarda i 90mila euro da versare al momento della sottoscrizione del contratto di concessione per coprire un debito dell’amministrazione comunale nei confronti dell’Associazione Nazionale vittime civili di guerra Onlus che detiene ancora un diritto d’uso dell’immobile. Non si capisce dal bando, a quale titolo venga richiesta tale somma a chi dovrà investire più di un milione di euro per poter disporre di un bene che rimane proprietà del Comune e la cui ristrutturazione e gestione si configura come un’opera pubblica senza fini di lucro».
C’è poi la questione del crowdfunding. «Dal dicembre scorso, cioè subito dopo l’uscita del bando POR, la Sindaca ha negato più volte un incontro richiesto dall’APS e ha rifiutato di concedere un seppur minimo aiuto finanziario (la nostra proposta ne prevedeva la restituzione con relativi interessi nei primi 10 anni di gestione). La nostra insistente e accorata richiesta all’Amministrazione di intervenire con un proprio supporto finanziario mirava a facilitare l’investimento dei privati, tramite un’azione di crowdfunding che coinvolgerebbe l’amministrazione comunale e la cittadinanza intera nella realizzazione della ristrutturazione- spiega il direttivo dell’ASP-.
Avendo lavorato incessantemente da 3 anni con gli operatori economici locali per lo sviluppo del progetto, sappiamo quanto sia importante un sostegno finanziario per affrontare i primi anni di ristrutturazione e di gestione dell’ostello. Un’Amministrazione Comunale lungimirante, che afferma di aver scelto per questo bando l’approccio del partnerariato pubblico-privato per un progetto a carattere sociale e senza scopi speculativi, dovrebbe facilitare e non rendere quasi impossibile tale impresa! Auspichiamo in ogni caso che diversi soggetti economici partecipino al bando con progetti fattibili».
L’associazione chiede un incontro immediato con il sindaco Mancinelli per chiarire i punti critici di un progetto che sta a cuore a molte associazioni e a moltissimi anconetani.