ANCONA – Sulla vicenda del Mercatone Uno è ancora buio totale. Il 16 settembre scorso era previsto un incontro al ministero dello Sviluppo Economico fra i tre commissari straordinari e le organizzazioni sindacali Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs, ma poi il tavolo di confronto è stato rinviato e fissato all’8 ottobre. Un rimando sul quale ha pesato anche il cambio di governo.
A preoccupare sindacati e lavoratori, oltre all’immobilismo, è soprattutto la scadenza del 31 ottobre 2019, termine ultimo per la presentazione delle offerte da parte dei compratori interessati all’acquisto dell’intero o di parte del perimetro del compendio aziendale. Insomma futuro ancora nebuloso per i 1860 lavoratori italiani che prestavano servizio nei 55 negozi chiusi dopo il fallimento della Shernon Holding, la società che avrebbe dovuto traghettare la catena di arredamento verso il rilancio del marchio, ma che invece è fallita il 24 maggio scorso. Nelle Marche sono 140 i lavoratori che rischiano di rimanere senza lavoro.
Tante le questioni ancora sul tavolo, dalle prospettive occupazionali per i lavoratori del Mercatone Uno, al rischio che nessun compratore si faccia avanti entro il 31 ottobre impedendo di fatto la riapertura dei negozi, fino alla necessità di implementare la cassa integrazione dei lavoratori ai quali, se nessun acquirente si farà avanti entro il termine, resterà solo un altro anno di cassa integrazione (fino al 31 dicembre 2020), dal momento che il termine fissato per le eventuali operazioni di cessione è previsto entro il 31 dicembre 2019.
Forte la delusione del segretario generale UILTuCS Marche, Fabrizio Bontà, per «l’involuzione nella situazione dovuta anche al cambio di governo. Sono sicuro sulla buona fede dei commissari che sicuramente staranno lavorando sotto traccia e sul fatto che il rinvio dell’incontro previsto per il 16 settembre servirà per dare notizie certe. D’altro canto però abbiamo più di 100 lavoratori bloccati che ogni giorno che passa vedono diminuire le loro possibilità di ricollocazione». Bontà ricorda anche che gli ex lavoratori del Mercatone Uno «stanno vivendo con la sola cassa integrazione e ci sono anche situazioni di marito e moglie che avevano speso la loro vita nella catena di arredamento e che oggi faticano a tirare avanti». «Sono rimasti solo 40 giorni per la presentazione delle candidature – conclude – e 90 per la deadline del 31 dicembre. La clessidra sta vedendo la sabbia esaurirsi e questo non ci fa stare bene, anche perché per quella data i lavoratori saranno tutti fuori dal ciclo produttivo».
Il segretario generale Fisascat Cisl Marche, Marco Paialunga sollecita risposte sul futuro dell’azienda dal momento che «lo scenario è sempre più grigio. Più i negozi resteranno chiusi – sottolinea – e più perderanno in attrattività».
«Speriamo che la convocazione al Mise determini una discontinuità rispetto all’attuale assenza di informazioni che stiamo riscontrando», spiega il segretario generale di Filcams Cgil Marche, Joice Moscatello.
Ma i sindacati segnalano anche lo stallo sull’attivazione delle politiche attive a livello regionale e ricordano che sullo sfondo della vicenda Mercatone Uno c’è anche la situazione dei 10mila dipendenti delle aziende fornitrici italiane in attesa di essere pagate, oltre all’utenza che non ha ricevuto la merce già saldata. Per Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs la critica condizione reddituale dei lavoratori di un settore molto frammentato merita la stessa attenzione riservata ai lavoratori degli altri comparti.