ANCONA – Giulia Cecchettin «è una figlia, una sorella, una compagna di tutti noi». Lo ha detto la presidente della Commissione regionale per le Pari Opportunità Maria Lina Vitturini parlando con i cronisti a margine della seduta aperta del Consiglio regionale dedicata alla presentazione del rapporto annuale sul fenomeno della violenza contro le donne.
«I dati sono sconfortanti» ha detto Vitturini, riferendosi anche al femminicidio avvenuto nella notte a Fano dove una donna di 66 anni sarebbe stata uccisa dal marito che avrebbe poi tentanto di uccidersi. «La Commissione e tutte le altre agenzie che si occupano di violenza di genere stanno facendo tanto, ma non è sufficiente, non siamo supportati dalle leggi» che sono «vecchie, antiquate, ma ci conforta che, oltre al codice rosso che è stato rivoluzionario» il 25 novembre, Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne «dovrebbe uscire il Decreto Roccella che va a colmare le lacune del codice rosso» e «la legge del ministro Valditara che vuole portare sui banchi di scuola la materia delle pari opportunità, del riconscimento dell’affettività e del rispetto». L’auspicio espresso da Vitturini è stato quello «che qualcosa si muova» per il futuro «perché così non possiamo continuare».
Vitturini ha rimarcato che «la Commissione non si risparmia» e nella settimana in cui ricorre la Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne sono state organizzate manifestazioni di sensibilizzazione: «Spero nell’aiuto di tutte le forze politiche unite» ha detto.
Vitturini ha poi spiegato che la violenza di genere «nasce da un retaggio culturale, proprio per questo dobbiamo partire dl basso, dai giovani, addirittura dalle scuole dell’infanzia per risalire in alto, fino all’università». La presidente della Commissione per le Pari Opportunità ha aggiunto «non possiamo più parlare di famiglia tradizionale, dove c’era l’uomo che lavorava e la donna che era in casa e che si occupava dei figli e della famiglia, ormai la donna rivendica un ruolo nuovo e una nuova autonomia» in famiglia, ma «l’uomo non è pronto ancora a questi nuovi ruoli della donna e quindi da qui dobbiamo partire e lavorare».