Ancona-Osimo

Festa dei lavoratori: sindacati a confronto su retribuzioni, disoccupazione e ridiscussione del Pnrr

Tra inflazione e rincari che segnano la fase attuale, la disoccupazione ancora elevata e l'ipotesi di rivedere il Pnrr, i lavoratori vivono una fase storica complessa

ANCONA – Nella giornata in cui si celebra la festa dei lavoratori, abbiamo messo a confronto i sindacati sui temi di attualità legati al mondo del lavoro. Tra inflazione e rincari che segnano la fase attuale, la disoccupazione ancora elevata e l’ipotesi di rivedere il Pnrr, i lavoratori vivono una fase storica complessa.

Giuseppe Santarelli

Rincari e inflazione hanno eroso il potere di acquisto delle retribuzioni di moltissimi lavoratori, come aumentare i salari? «I salari delle lavoratrici e dei lavoratori negli ultimi anni hanno visto perdere valore a causa dell’inflazione e della speculazione conseguente – dice il segretario generale Cgil Marche, Giuseppe Santarelli – , negli ultimi mesi siamo al paradosso della diminuzione del costo delle materie prime e dei prezzi dei prodotti, soprattutto alimentari, che rimangono invariati. Il Governo non sta in questo senso esercitando il ruolo attraverso il garante dei prezzi e l’utilizzo dell’antitrust come deterrente alle speculazioni in atto. L’inflazione ha eroso nel 2022 oltre 1 mensilità e mezza ai lavoratori. I salari si aumentano innanzitutto rinnovando i contratti nazionali sulla base dell’inflazione reale, inoltre chiediamo di intervenire attraverso la riduzione del carico fiscale e contributivo, in maniera decisa e investendo importanti risorse. Inoltre è arrivato il momento di introdurre un salario minimo che sia ancorato ai contratti nazionali maggiormente rappresentativi. I salari sono bassi anche per la diffusione di lavoro grigio, false partite iva, lavoro precario e part-time. È arrivato il momento di fare in Italia come hanno fatto altri paesi una modifica radicale alle leggi sul lavoro, limitando l’utilizzo dei contratti a tempo determinato, problema annoso anche nelle Marche. Purtroppo il Governo si appresta a varare un decreto che va nella direzione contraria».

Claudia Mazzucchelli, Uil Marche

Come si intrecciano i temi della denatalità e un tasso di disoccupazione ancora alto anche nelle Marche?
«Retribuzioni medie sensibilmente inferiori rispetto ad altre regioni, la maggior parte delle assunzioni a tempo determinato e con forme atipiche: questo significa precarietà – osserva la segretaria generale Uil Marche, Claudia Mazzucchelli – . Con meno opportunità e un’economia che stenta a riprendersi dalle crisi che viviamo dal 2008 in avanti. Un precario è meno propenso a immaginare un futuro. È anche per questo che i nostri giovani scappano, le Marche hanno perso, dal 2008 a oggi, oltre 82mila abitanti. Ad ogni report Istat sulle nascite, in forte riduzione, non mancano mai esternazioni preoccupate ma è ora di passare dalle parole ai fatti. Servono urgenti misure strutturali che rafforzino l’autonomia e l’inserimento lavorativo dei giovani, un piano straordinario che coinvolga settore privato e pubblico. Le ricadute sarebbero positive nel breve con la formazione di nuove famiglie e l’aumento della natalità che a lungo termine ridurrà gli squilibri di sistema. Lo stesso vale per le politiche di conciliazione tra lavoro e famiglia, come gli asili nido, per favorire l’occupazione delle donne con figli e la scelta di avere figli per le donne occupate. Visione miope, bassa consapevolezza dell’importanza delle politiche familiari, per i giovani e le donne, per lo sviluppo del Paese hanno portato a squilibri demografici gravi. Oltre le promesse generiche è mancato finora l’impegno concreto, una seria ed efficace programmazione di sviluppo economico e sociale che risolverebbe anche il mancato incontro tra offerta e richiesta di lavoro. Questa sfida richiede una strategia e misure condivise da chiunque si trovi ad avere la responsabilità di guidare il Paese a livello locale e nazionale.

A livello nazionale si è ventilata l’ipotesi di rivedere il Pnrr, quali potrebbero essere i rischi sui livelli occupazionali?

Sauro Rossi, segretario generale Cisl Marche


«Nella prospettiva di dare slancio, consistenza e stabilità allo sviluppo sostenibile in Italia – spiega il segretario generale Cisl Marche, Sauro Rossi -, contemperando le sfere sociali, ambientali ed economiche, non ci si può permettere di perdere le risorse legate al Pnrr. Per scongiurare il pericolo di non conseguire gli obbiettivi annunciati si può comunque lavorare su un riadattamento dello schema originario, puntando ad accelerare un’azione di ricalibratura delle varie linee di progettazione per contenere l’incremento dei costi registrati nei vari approvvigionamenti, a cominciare da quelli energetici». Secondo Rossi occorre «snellire alcuni aspetti procedurali e investire su nuovo personale in capo alle Amministrazioni pubbliche deputate alle autorizzazioni, raccordare meglio le risorse Pnrr con quelle dei Fondi strutturali UE e dei bilanci ordinari delle Amministrazioni pubbliche coinvolte, lavorando sul fondamentale concetto di complementarietà». Bisogna «stabilire collegamenti più puntuali tra investimenti sulle strutture e quelli sui servizi e sul personale. Tutto ciò senza  snaturare l’equilibrio oggi esistente tra le risorse dedicate a qualificare la transizione digitale e quella ecologica  e le risorse dedicate al rafforzamento delle reti di welfare (Scuola, Sanità, Sociale). Con queste avvertenze il rischio di vedere abbassati i livelli occupazionali (stimati in diverse migliaia di unità) se non annullato sarebbe comunque ridotto al minimo».