ANCONA – Continua a far discutere la lettera inviata agli studenti marchigiani in occasione del 25 aprile, dal direttore dell’Ufficio Scolastico Regionale, Marco Ugo Filisetti. Nella missiva scritta la ricorrenza che celebra la liberazione dell’Italia dall’occupazione nazista e dal regime fascista, il direttore dell’Ufficio Scolastico Regionale aveva parlato di «una Italia che si è fronteggiata per le rispettive ragioni, per i rispettivi sogni di cui era carica».
Un passaggio che non è sfuggito al mondo politico e a quello sindacale che è insorto nuovamente, stigmatizzando la vicenda: Filisetti era già stato al centro delle polemiche anche nel novembre scorso, quando, in un altro messaggio destinato agli studenti, aveva citato le parole di Giovanni Gentile, filosofo, pedagogista, ministro dell’Istruzione ed esponente di spicco del Fascismo Italiano, suscitando numerose reazioni.
E ad insorgere è anche Anpi, Associazione Nazionale Partigiani d’Italia, che per voce del presidente nazionale Gianfranco Pagliarulo, sottolinea che il direttore dell’Ufficio Scolastico Regionale «ha letteralmente manomesso il significato storico del 25 aprile». Il presidente nazionale Anpi ha inviato una lettera al ministro dell’Istruzione, Patrizio Bianchi, per denunciare il caso.
«Il direttore mette ambiguamente fascisti e antifascisti, persecutori e perseguitati, vittime e martiri tutti sullo stesso piano, tutti “con i rispettivi sogni”, con una sorta di pari dignità morale e di valori ideali – afferma Pagliaruolo – . Francamente, mi sembra un’affermazione indegna».
«Sono ignorate – prosegue – parole chiave come lotta di Liberazione, fascismo e nazismo, partigiani e Resistenza, ma anche ragione e torto, libertà e dittatura. Aggiungo che l’intero messaggio è infarcito di retorica militarista e di sapore nazionalista. Ne emerge un quadro devastato del significato della festa della Liberazione».
Secondo il presidente Anpi, ci sono «tutte le condizioni perché vengano assunti provvedimenti immediati per impedire il ripetersi di messaggi inaccettabili e per tutelare la verità storica, la dignità del lavoro di tanti insegnanti che svolgono il loro importante ruolo educativo nella costruzione di cittadini consapevoli, il diritto dei discenti ad avere una formazione che corrisponda ai valori fondamentali della nostra Carta costituzionale».