ANCONA – «Federico Carboni (Mario, ndr) fa discutere nel mondo ma non in Italia. Intervengano vigilanza Agcom e vertici Rai». Lo dice l’Associazione Luca Coscioni, nel far notare che la vicenda del 44 enne di Senigallia, rimasto tetraplegico in seguito ad un incidente, primo Italia ad aver avuto accesso al suicidio medicalmente assistito, una risonanza mediatica nel mondo, dal New York Times a Le Figaro, da La Nacion, a Usa Today, fino al Telegraph.
«Ne hanno scritto e parlato in tutta Europa, negli Usa, India, Singapore, Bangladesh, Taiwan, Cina e Brasile – riferisce l’Associazione Luca Coscioni che ha assistito “Mario” – Federico Carboni, nella sua battaglia per il fine vita – In almeno 25 paesi è giunta la notizia di come l’accesso all’aiuto medico al suicidio sia adesso nel concreto consentito nel nostro Paese anche in mancanza di una legge specifica».
L’Associazione evidenzia che «anche in Italia la vicenda ha attirato l’attenzione delle testate giornalistiche come fatto di cronaca, ma nessuna trasmissione di approfondimento ha ritenuto opportuno, neanche per “dovere di cronaca”, dedicare del tempo per fare chiarezza su quanto accaduto».
«A causa della superficialità con la quale è stata affrontata la notizia – dichiara Marco Cappato, tesoriere dell’Associazione Coscioni – le persone non hanno potuto sapere nulla sulle modalità nonché i ritardi e le resistenze che Federico Carboni ha dovuto affrontare per due anni. In particolare, i pazienti non sanno a quali condizioni si può ora accedere all’aiuto al suicidio, e i cittadini, come emerge anche dalle telefonate che riceviamo al nostro Numero Bianco sul fine vita, non sono al corrente dei contenuti della proposta di legge in discussione al Senato e dell’impatto che avrebbe sui loro diritti. Come Associazione Luca Coscioni siamo bombardati dalle richieste di informazione, mentre continua a circolare la fake news in base alla quale la legge in discussione avrebbe dato risposte adeguate a Federico, o a Fabio Ridolfi, o a Antonio La Forgia. Se – conclude -Vigilanza, Agcom e Rai non interverranno urgentemente a risarcire l’informazione negata, saremo costretti a intervenire per vie legali».