ANCONA – La consigliera regionale del Pd, Manuela Bora, in polemica sulla gestione dei fondi europei. «Da molto tempo denunciamo l’incapacità della giunta regionale di programmare e spendere in maniera efficace le risorse assegnate alle Marche dal Por 2014-2020 – sostiene la dem -. Ora a certificare questa inadeguatezza che rischia di produrre effetti negativi enormi sul nostro sistema economico e sociale sono i dati pubblicati pochi giorni fa dall’Agenzia per la Politica di Coesione: dati che parlano chiaro e destano serissime preoccupazioni».
Secondo la consigliera del Pd, che sulla questione ha presentato una interrogazione in Consiglio regionale «già alla fine del 2021, le Marche detenevano la maglia nera per lo stato di attuazione del Por 2014/2020, con una percentuale di spesa effettuata pari al 39,54%, il valore più basso in assoluto tra tutte le regioni Italiane. Dopo un anno nulla è cambiato e le Marche sono ancora l’ultima regione italiana per percentuale di spesa. A questo punto, dato il termine ultimo fissato dai regolamenti europei alla fine del 2023 per investire i restanti 297 milioni di euro, esiste il concreto rischio che gran parte di queste risorse, che avrebbero dovuto sostenere le imprese, favorire l’occupazione e rilanciare le aree del cratere sismico, non saranno spese e dovranno essere restituite».
«Basti pensare che i pagamenti della Sicilia, rispetto a una spesa programmata di 4.273 milioni di euro, quindi molto di più rispetto ai 585,4 milioni assegnati alle Marche, a dicembre 2022 hanno raggiunto una percentuale del 55,87% a fronte del 49,21% delle Marche. Purtroppo, l’inconsistente risposta dell’assessore Brandoni, che di fatto certifica l’immobilismo della Regione, ci fa capire come la giunta regionale sia del tutto inconsapevole dei danni che rischia di arrecare ai nostri territori».
Secondo la dem la Regione Marche «avrebbe sicuramente potuto fare molto di più e molto meglio. Per esempio, si sarebbe potuto attivare in tempi congrui, l’overbooking come avvenuto in Emilia Romagna, che a ottobre 2022 aveva impegnato il 111,64% delle risorse cofinanziate dalla Ue, o la Toscana, che ha impegnato il 109,81%, o ancora il Lazio, che vanta impegni per il 104,71%, o infine la Puglia, che ha raggiunto addirittura il 131,61%. Non avendo attivato questo meccanismo, sarà ora più difficile compensare le economie che fisiologicamente si genereranno nella fase finale di attuazione del Programma e di conseguenza difficilmente si potrà rendicontare il 100% delle risorse stanziate. È triste constatare come il grande lavoro svolto tra il 2018 e il 2020 e gli ottimi risultati ottenuti siano stati completamente vanificati da una gestione dissennata e superficiale delle risorse a disposizione. E che una regione, sino al 2020 considerata tra le più performanti di Italia, sia oggi, invece, il suo fanalino di coda. Siamo molto preoccupati – conclude – perché se la giunta non è in grado di gestire queste risorse, come potrà utilizzare i fondi assegnati dal Pnrr e dalla nuova programmazione?».