ANCONA – Anche il candidato sindaco di Altra Idea di Città e di Ancona Città Aperta, Francesco Rubini, è intervenuto sul tema del porto di Ancona dopo le dichiarazioni della candidata del centrosinistra, Ida Simonella, rispondendo punto per punto ad alcune sue affermazioni sullo scalo dorico e chiarendo il proprio punto di vista: «Ho letto le considerazioni della candidata sindaca del centrosinistra Ida Simonella su quello che lei definisce “il porto del futuro” con tanto di grafica esplicativa. Al netto di progetti già noti, nella proposta dell’erede della Mancinelli c’è un gravissimo errore e una incredibile dimenticanza». Rubini parte dal secondo punto e chiarisce: «La Simonella, in primis, si dimentica del progetto di realizzazione della maxi banchina per le grandi navi da crociera al molo Clementino da sempre voluto e sostenuto da Mancinelli e alleati. Un progetto folle, con un impatto paesaggistico, ambientale e sanitario devastante e che, di fatto, determinerebbe l’interdizione del porto antico a qualsiasi attività non direttamente connessa al turismo crocieristico (un turismo di massa “mordi e fuggi” in gran parte slegato dalla valorizzazione delle nostre bellezze). Quindi, con il sostegno a tale progetto da parte della Simonella, ogni altro ragionamento sulla ridisegnazione degli spazi portuali rischia di essere inutile. Di certo, con la realizzazione della banchina grandi navi, si porrebbe fine ad ogni speranza di riapertura e riqualificazione in chiave sociale e aggregativa del porto antico che diventerebbe ostaggio delle grandi navi e del traffico annesso, visto che il progetto prevede una nuova strada sotto le mura storiche e nuove aree parcheggio da reperire».
Quindi quello che Francesco Rubini definisce errore: «Altro marchiano errore è quello di immaginare di spostare parte del traffico privato dentro al porto, un porto già in difficoltà per le sue oggettive caratteristiche morfologiche. Il traffico privato, al netto di lavoratori e residenti, non deve proprio arrivare né in porto né in centro storico. Come? Con la riapertura della stazione marittima e la ripresa del progetto di metropolitana di superficie, uno strumento di mobilità rapido, efficace e sostenibile e che permetterebbe di connettere porto e città con le aree a nord e sud. Inoltre con l’introduzione di Ztl in centro storico, implementazione di parcheggi scambiatori, trasporto pubblico, mobilità ciclo-pedonale e servizi di sharing mobility. Appare evidente che la Simonella abbia un’idea del futuro del porto parziale e, in parte, potenzialmente dannosa. Un’idea conservatrice, inadatta ad immaginare davvero una città capace di ricucire il suo rapporto con il porto e la sua storia. Alla città dorica – conclude Rubini – serve ben altro».