ANCONA – Gallignano, frazione in degrado. Protestano i residenti: «Fate qualcosa, non esiste solo il centro città». E tirano in ballo la nuova giunta comunale. È quanto accade nella bellissima frazione di Ancona. Gallignano è un luogo tranquillo, immerso nelle campagne marchigiane.
«Ma qui da troppo tempo – sostengono gli abitanti – siamo abbandonati. Prima la giunta Mancinelli che non ci riservava la giusta attenzione e ora la giunta Silvetti, con cui sembra che la storia si stia ripetendo».
Adria, 80 anni e una vita passata nei campi, non ha mai lasciato Gallignano: «Sono nata qui e ci vivo da sempre. La frazione è andata via via peggiorando – sottolinea –. Io nel nuovo sindaco, Daniele Silvetti, ci credevo sul serio. Anche perché dopo che la sindaca precedente, Valeria Mancinelli, si faceva vedere solo nel periodo delle elezioni, beh, speravamo in un cambio di passo».
Un cambio di passo che, a detta loro, non è mai arrivato: «Ad aprile, in campagna elettorale, Silvetti diceva che sarebbe venuto ad ascoltarci sempre, che avrebbe fatto delle passeggiate insieme a noi residenti per ascoltare i nostri problemi e cercare di risolverli insieme. Ecco, tutte parole – fa Adria –. Qui l’attuale sindaco non si è più visto. Mi dispiace di non avere il suo numero di cellulare, altrimenti gli avrei detto: ˈMa non ti vergogni?ˈ».
Adria per Silvetti si è battuta: «Ho persuaso i residenti, abbiamo cercato tutti di sostenerlo e io ero in prima linea per lui. Ora tutto il vicinato mi dà contro, se la prendono con me, ma io non potevo sapere come sarebbe andata a finire».
E ancora: «Il cimitero è ridotto un macello, abbiamo un camposanto impraticabile. Per non parlare delle strade, dei marciapiedi e delle transenne che sono praticamente ovunque. L’altro giorno hanno iniziato a rimuovere le salme da sotto terra perché non ci sono più loculi disponibili. Ma come si fa? I defunti hanno una dignità, serve spazio nel nostro cimitero per chi vuole essere sepolto qui».
Anche il signor Roberto è un fiume in piena e conferma le osservazioni di Adria: «La giunta sta parlando di Halloween, vogliono fare qualcosa nelle frazioni. Ben venga – chiosa –. Ma magari la facessero una festa qui, noi saremmo contentissimi. Anche perché guardi – riflette – la nostra frazione è diventata un dormitorio, una serie di appartamenti che si affittano per breve tempo, già ammobiliati, gente separata o che cerca all’improvviso una abitazione e viene su, però il paese non viene vissuto».
«Di fronte a me c’è una casa, al centro del paese, una volta era del Comune ora non so più chi siano i proprietari, se l’Amministrazione o l’Erap. Sta di fatto che è stata ristrutturata solo a metà e pare che qualcuno ci veda entrare una coppia di tanto in tanto. Si tratta di un signore e una signora, non si sa cosa vanno a fare». Voci di paese parlano di un «materassino gonfiabile» che la coppia si sarebbe portata al seguito.
Certo è che Roberto, lì, abita da 70 anni e non si rassegna a vedere il suo paese ridotto così: «Quella casa è chiusa e abbandonata da tre anni e – ribadisce – è stata ristrutturata a metà. Per non parlare dei marciapiedi, coperti da un guano di piccioni. Qui siamo letteralmente invasi dai così detti piccioni del comune, che fanno danni enormi. E vogliamo parlare delle strade? Sono ridotte a un colabrodo, con crateri profondi 10-15 cm. Penso ad esempio alla strada che da Madonna delle Grazie porta al Vallone di Offagna. O la strada dall’incrocio di Casine di Paterno a Madonna delle Grazie che arriva al centro del paese, dove Viva Servizi – dopo alcuni lavori idrici – ha lasciato la strada devastata con pezzi di tubo e macerie in mezzo alla carreggiata, come quando si lavorò sulla fibra».
Come se non bastasse, anche il parchetto della frazione, un’isola di pace a cielo aperto, sarebbe malmesso. Il tavolo di legno legato con un catenaccio per evitare che qualcuno lo porti via. E le sedute, come il tavolino, sfondato in diversi punti. E pensare che quel polmone verde potrebbe essere un fiore all’occhiello per i bambini, dato che ci sono anche diversi giochi per i più piccoli.